Di Glera si nasce e di Glera si muore, ancorché passionale è la sorte di chi vive in queste terra, dove l’attaccamento ad ogni centimetro è quasi viscerale.
La storia dei vecchi contadini che hanno popolato e popolano tutt’oggi queste aree agricole, soprattutto quelle atte a produrre vino hanno uno squisito sapore italiano, fatto di tradizioni e sacrifici.
Il vitigno del Prosecco prende il nome dal Comune di Prosecco; frazione del Comune di Trieste. Verso la fine del 500 l’identificazione del castellum nobile vino Pucinum con il Castello di Prosecco, sito nei pressi dell’omonimo comune, portò alla denominazione definitiva del vino in Prosecco. La nascita storica del vino con questo nome, quindi, ci riconduce in un primo momento al Friuli-Venezia Giulia, ma la storia non si ferma qui.
Non è in questa area che si consolida il mito che oggi rappresenta; è nelle terre di Conegliano – Valdobbiadene che il vitigno ha trovato il suo habitat naturale e la sua continuità.
Si narra che I meriti per aver dato inizio alla storia moderna del Prosecco vanno al Conte Marco Giulio Balbi Valier che, negli anni successivi al 1850, aveva isolato e selezionato un clone di Prosecco migliore degli altri, individuato ancora oggi come “Prosecco Balbi”. Il Prosecco oggi è senza dubbio non solo un italian style conosciuto ed esportato in tutto il mondo, bensì un caso di culto in alcune aree geografiche al di fuori dei nostri confini tanto che le esportazioni hanno raggiunto il record di 360 milioni di litri nel 2017, doppiando lo Champagne francese, secondo quanto emerge dal bilancio tracciato dalla Coldiretti.
Ma torniamo alla nostra storia: nasce il 7 giugno 1962 il Consorzio di Tutela del vino Conegliano-Valdobbiadene Prosecco con sede a Villa Brandolini presso Solighetto di Pieve di Soligo. Da allora il Consorzio opera per difendere, valorizzare e promuovere l’immagine del Prosecco facendolo conoscere non solo in Italia ma anche all’estero.
Una storia DOC
Altra data fondamentale per la storia di questa denominazione è il 1969, quando il Conegliano-Valdobbiadene conquista un altro prestigioso risultato ottenendo la DOC. Lo straordinario successo ottenuto da questa denominazione a partire dal secondo dopoguerra crea una serie di tentativi di imitazione: vini denominati “Prosecco” sono innumerevoli, diventa quindi urgente una regolamentazione legislativa che argini il fenomeno. Essendo vietato dalle norme internazionali proteggere il nome di un vitigno, si rende dunque necessario ricollegare la produzione veneta col nome della località originaria del Prosecco, e cioè la località omonima presso Trieste, nel contempo ripristinando gli antichi nomi – “Glera” e “Glera lunga” – dei vitigni.
Allontaniamoci ancora di più dal presente e spostiamoci nella Venezia antica: intorno al sedicesimo secolo, nel cuore dell’epoca dei Dogi, i nobili e gli aristocratici che abitavano i palazzi affacciati sul Canal Grande scoprirono il piacere delle vacanze in terraferma. La “villeggiatura”, ovvero il soggiorno all’interno della Villa, diventò uno status symbol. La Villa era considerato il luogo dove poteva esprimersi al meglio la “bella vita” così cara all’indole italiana.
Fra i coltivatori più affermati dei tempi vi era tal Giovanni Follador, ebbe la lungimiranza di convertire a vigneto tutte le terre di cui disponeva. Per una fortunata coincidenza, nel 1769 il vino prodotto da Giovanni venne degustato dal Doge Alvise IV Mocenigo, che ne apprezzò la qualità al punto da riconoscerne e attestarne ufficialmente l’eccellenza, da qui ebbe inizio il tutto e ad oggi la Famiglia Follador è un tipico esempio di lungimiranza e storia all’interno del comprensorio del Prosecco.
La storia recente racconta di un Gianfranco Follador che ha vissuto in prima persona tutti i passaggi più salienti e l’ascesa di questa denominazione; Follador è un’azienda che già alla fine degli anni ’60 era all’avanguardia nell’applicazione della macerazione a freddo per le uve Glera. Gianfranco è stato l’artefice di una importante svolta nella tradizione di famiglia, dedicandosi con passione a perfezionare l’arte della spumantizzazione.
Il comprensorio del Prosecco storico comprende 15 comuni, con le due capitali Valdobbiadene e Conegliano, che ne delimitano i confini. Proprio nel cuore di quest’area si colloca Col San Martino, sede dell’Azienda Follador. Col San Martino è noto per le favorevoli condizioni micro-climatiche, uno dei principali fattori per la coltivazione di questa vite, insieme alla perfetta composizione del suolo di argilla e roccia. I vigneti di produzione Follador sono posizionati proprio nel centro della zona del Prosecco.
Oggi Follador garantisce un prodotto all’altezza delle esigenze degli estimatori più esigenti, anche e soprattutto per l’applicazione del Metodo Gianfranco Follador®, una specifica procedura depositata a tutela della sua esclusività.
Il metodo Follador
Ma cos’è il metodo Gianfranco Follador? Il Metodo prevede specifici passaggi nella fase iniziale della vinificazione. Follador è stata la prima azienda nel Valdobbiadene a sperimentare il sistema Krios, che prevede l’impiego di un’attrezzatura dove convogliare le uve appena fuoriuscite dalla pigiatrice. All’interno del macchinario si riduce la temperatura mediante l’abbattimento drastico dell’ossigeno.
Il successivo passaggio della crio-macerazione consente di estrapolare le molteplici proprietà delle bucce: il vino si presenta più strutturato e fresco, ricco di una sua specifica personalità.
La “presa di spuma” avviene all’interno di autoclavi secondo il metodo Charmat. L’aggiunta di lieviti selezionati darà inizio al processo di spumantizzazione la cui durata è di un minimo di 20 giorni per i vini frizzanti fino a un massimo di 30 giorni per gli spumanti. È la fase di affinamento — ossia la permanenza prolungata in autoclave fino anche a 6 mesi (Charmat lungo) — che conferisce al prodotto un perlage molto più fine e persistente, un’eleganza superiore nel bouquet e nel gusto. Gianfranco Follador condivide la sua esperienza e la sua passione con tutta la famiglia, dalla moglie Italia Rossi ai quattro figli Michele, Mariacristina, Francesca ed Emanuela. Il primogenito Michele è responsabile della produzione esterna, della vinificazione, della produzione interna e del marketing di prodotto.
È inoltre supervisore dei vigneti di proprietà. Mariacristina è Sales & Marketing Director dell’Azienda, grazie alla sua innata inclinazione per le pubbliche relazioni e per le competenze acquisite con specifici studi di marketing di settore.
Francesca ha ereditato dal padre Gianfranco l’attitudine all’analisi e alla preparazione del taglio dei vini, mettendo a frutto la laurea conseguita presso la rinomata Scuola Enologica “G.B. Cerletti” di Conegliano.
Emanuela segue l’amministrazione e la gestione degli acquisti. Paziente, ma con verve, si occupa anche delle relazioni esterne. Tutti si impegnano, giorno dopo giorno, per armonizzare i valori della tradizione con le tecniche di produzione più all’avanguardia, ognuno secondo le competenze e le attitudini individuali.
Le linee Prestige e Classica
La famiglia Follador ha efficacemente affiancato le tecniche di coltivazione tradizionali con le più moderne tecnologie di produzione, per ottenere vini tenuti in alta considerazione anche dagli esperti del settore.
La linea Follador Prestige comprende cinque D.O.C.G.: quattro millesimati nella versione Cru “Torri di Credazzo”, Extra-Dry, Brut, Extra-Brut e il Superiore di Cartizze.
Le uve sono attentamente selezionate e sottoposte a una rigorosa crio-macerazione. I vini vengono fermentati in piccole autoclavi fino a circa 120 giorni. La produzione massima di raccolto annuale è di 135 ql per ettaro (120 ql/ha per il Cartizze). Le uve dei Superiori D.O.C.G. provengono da vigneti situati nell’area ristretta e regolamentata del Valdobbiadene-Conegliano, compresi i vigneti della località “Torri di Credazzo” di proprietà della famiglia, favorevolmente esposti a sud-ovest. Data la caratteristica dei terreni, particolarmente impervi, la vendemmia si effettua interamente a mano e viene per questo definita “eroica”.
Gli spumanti della Linea Classica Follador sono il diretto risultato di vigneti ad alta qualità produttiva, nel rispetto di tecniche tradizionali e retaggio di patrimonio familiare. La linea è composta dalla gamma storica dell’Azienda, nella versione Brut, Extra-Dry e Dry.
Questa linea di vini, denominata D.O.C. Treviso, deve la sua qualità alle uve provenienti dalle colline situate nel Conegliano Valdobbiadene, all’interno del Territorio del Prosecco. A completamento della linea Classica, Follador ha sviluppato un’ulteriore gamma di spumanti, fra i quali i Millesimati Joani e Kleofe e il Cuvée Rosé Brut.
La produzione annua massima delle uve è di 180 quintali per ettaro. Le uve vengono scrupolosamente selezionate e sottoposte a criomacerazione.
La fermentazione in autoclave è della durata di circa 40-60 giorni: le tecniche tradizionali di viticoltura si fondono con le procedure di vinificazione più innovative, esprimendo pienamente l’eccellenza del Territorio.
Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Millesimato Brut
Giallo paglierino luminoso e intenso; il perlage è sottile e persistente. Lo spettro olfattivo si presenta con note fruttate di mela verde, pesca e susina, oltre a note floreali di glicine ed erbe aromatiche. In bocca ritroviamo una grande freschezza e agilità; un Prosecco asciutto e di buon equilibrio fra componente sapida e acida.
Valdobbiadene Superiore di Cartizze D.O.C.G. Dry
Giallo paglierino intenso con perlage fine, elegante e persistente. Si apre al naso con profumi fruttati di mela, pera Williams e albicocca, e con sentori floreali che ricordano i petali di rosa. Ha una bocca rotonda e fruttata; morbido, sapido e cremoso.
Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. – Millesimato Extra Brut
Giallo paglierino, dal perlage presente, fine e persistente. Al naso esprime belle note di mela, pesca, fiori d’acacia e di agrumi maturi. Al palato è secco, asciutto, strutturato e caratterizzato da una decisa sapidità e succosità. Chiude estremamente elegante, fruttato e minerale.
Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Cru “Torri di Credazzo” – Millesimato Extra Dry
Giallo paglierino intenso con riflessi verdognoli; perlage lungo, fine e persistente. Al naso si ritrovano sentori di limone e pompelmo su tutti, note di fiori d’acacia e cenni di mela. Il palato rivela una buona struttura, una piacevole sapidità e una gradevole armonia.