In occasione dei suoi 40 anni “La Madia” viene raccontata dal manager e opinion maker del vino: Alessandro Rossi
La fedeltà dei 40 anni
di Alessandro Rossi
“La Madia Travelfood compie quest’anno 40 anni. C’è un passo del film “8 1/2” di Federico Fellini, dove un grande Marcello Mastroianni ad un certo punto dice: “Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola ed essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita, una cosa che raccolga tutto e che diventi tutto proprio perché la tua fedeltà che la fa’ diventare infinita…”
Ebbene no, Elsa Mazzolini non deve ricominciare da capo, ma continuare nel solco oramai tracciato da 4 decenni perché la Madia è “la ragione della sua vita” e da sempre la coerente estensione di un suo preciso progetto culturale.
Dal primo numero del luglio 1984 si è adoperata per raccontare la scena e i protagonisti del patrimonio enogastronomico, a livello intellettuale e produttivo, con uno stile e una visione giornalistica unici.
Oggi la sua è la più longeva testata del settore e tra le più autorevoli; proprio su questa carta sono nate diverse collaborazioni anche internazionali, e di largo respiro è stata e continua ad essere la produzione bibliografica della casa editrice di sua proprietà.
La storia di Elsa è una storia che non ha niente a che fare con fortuna, è una storia che è nata da un’intuizione direi geniale.
Ha creduto da subito in qualcosa di totalmente diverso, qualcosa che ai tempi non esisteva, qualcosa che portasse ad un passo avanti, al cambiamento.
Non c’era mai stata in Italia una rivista che potesse annoverare tra le sue firme le penne più prestigiose, come se passare dalla redazione di Elsa fosse una conferma professionale. In quel periodo storico cominciavano ad affiorare tante idee, ma non era ancora nata una rivista che desse loro voce. E La Madia serviva proprio a trasportare e a suggellare su carta con credibilità queste idee, a cui nel tempo è rimasta fedele, forse tra i pochi a farlo senza compromessi.
Ricca di inserti e approfondimenti, La Madia è inoltre sempre rimasta ancorata anche al “genere rivista”, come ulteriore testimonianza della volontà di fare giornalismo attivo, prima che opinione.
E nel corso dei decenni ha raccontato, in presa diretta potremmo dire, l’evoluzione di questo comparto tanto mutevole, oggi diventato globale. Lo ha fatto con il mondo, un tempo oscuro, dei cuochi, ma lo ha fatto fin da subito occupandosi anche del panorama vinicolo italiano e non. Grandi le firme che hanno raccontato il vino, da Burton Anderson a Veronelli, da Bolognesi ad Angelo Betti e tantissimi altri che hanno fotografato, numero dopo numero, l’evolversi di un segmento produttivo tanto importante per l’Italia. Aver ereditato questo spazio ed essere ora colui che racconta il futuro del vino è per me un grande onore.
ll mondo dell’enogastronomia è basato a tratti sulla vanità, quando non lo è sull’interesse economico: due demoni che sarebbe bene vincere. La sensazione è che alla Madia Travelfoood si pensi ancora alla notizia come a un valore centrale, soprattutto in ambito culturale.
Ora, la domanda è lecita: quali sono gli obiettivi per i prossimi 40? Sicuramente la cosa bella è che si è creata una squadra formidabile di collaboratori che sono dei grandi e seri professionisti e che continueranno il lavoro, adottando gli stessi principi deontologici anche sulla imperante comunicazione social.
Ma La Madia Travelfood non morirà mai, è questa la sensazione che si ha quando si passa del tempo di qualità con Elsa ad ascoltarla.
La carta ha questo grande pregio; se ben alimentata non può e non deve morire; lo stesso vale per i sogni che non sono costretti ad ammuffire nei cassetti.”