Il vino italiano, nel mondo, è un fenomeno complesso come pochi: in gioco ci sono immagine, cultura e orgoglio nazionale. Nel campo dei numeri, tuttavia, da sempre, troviamo letture differenti quando si parla del mondo del vino italiano nelle analisi dell’export.
Un fenomeno che ognuno approccia e racconta come vuole, a seconda del suo punto di vista, dal suo ruolo o semplicemente dai suoi interessi in causa.
Oggi si sente un telegiornale annunciare che l’Italia è il primo produttore mondiale, domani si legge del costante surplus produttivo e della necessità di nuove politiche di espianto. Oggi si gode della notizia che le bollicine italiane sono al primo posto e domani che il loro prezzo medio è un sottomultiplo di quelle francesi.
Continue docce scozzesi che possono mandare in confusione anche il più navigato tra gli addetti ai lavori e che solo nel loro insieme fotografano uno dei settori più complessi e articolati dell’economia agraria e forse non solo agraria, del nostro Paese.
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