Esiste un mercato del vino pre Covid e ci sarà un post Covid, ma questo è scontato.
La perdita per il comparto è devastante sotto il profilo economico; il vino italiano ha perso oltre 1,3 miliardi per questa pandemia: è un disastro, questo è innegabile.
Aggiungiamo anche a tutto questo il comparto fieristico dedicato al settore e completamente fermo; il Vinitaly, ad esempio, salta anche quest’anno a causa della recrudescenza della pandemia stravolgendo nuovamente il calendario e viene rimandato al 2022.
Vini in cantina fermi per la maggior parte delle aziende produttrici, con una unica nota positiva in tutta questa faccenda: un affinamento più lungo specialmente per le riserve che onestamente non fa male…
Immaginiamo uno scenario post-apocalittico, un panorama da disaster movie, per intenderci, dove, nel silenzio più totale, ripercorriamo le tappe: seduti davanti al nulla, cerchiamo di recuperare i cocci per rimettere in sesto una baracca che cuba – almeno per l’Italia – tantissimo anche in termini di immagine e storia.
Il primo lockdown di marzo 2020, sotto alcuni aspetti, non è stato così tragico per molti produttori, soprattutto per chi ha diversificato il fatturato attraverso i due canali che hanno coperto in parte le perdite causate del settore Ho.Re.Ca. ovvero la GDO ed il mercato estero.
Siamo stati tra i primi a chiudere il popolo in casa, mentre fuori dai nostri confini hanno fatto scorta in previsione.
La GDO ha portato, ovviamente, un incremento di fatturato.
La chiusura dell’anno 2020 e il protrarsi della pandemia anche in questo inizio 2021, invece, sta pesando notevolmente sui bilanci delle aziende vinicole. Il lockdown mondiale ha bloccato sia le esportazioni che il consumo in casa (stanno finendo i soldi adesso …) e l’online non sarà mai il salvatore della patria.
Arriva l’estate e i vaccini stanno dando i primi confortanti segnali di un disgelo mondiale in preparazione dell’estate dove, per il secondo anno consecutivo, l’italiano rimarrà a godere delle bellezze della nostra Italia, il che porterà un consumo importante di vino.
Cinque amici (italiani) ad un tavolo, in vacanza, consumano vino più di dieci stranieri messi insieme, questo ci salverà.
Il blocco del turismo non è mai un bene e non aiuterà, ma sono speranzoso.
Tutti gli istituti di ricerca sembrano concordi però nel dire che il mercato potrebbe riassestarsi sui livelli pre-Covid già nel 2023, con volumi di ritorno in crescita.
Quindi, speranzosi di un ritorno alla normalità, come dovranno comportarsi le aziende produttrici di vino?
Nessuno ha la sfera di cristallo, credo comunque che alcuni momenti saranno fondamentali per rimettere in carreggiata una macchina economica come quella del vino per percorrere un binario felice verso il futuro.
Analizzare la distribuzione è fondamentale, scegliere anche in Italia il miglior mezzo distributivo per ritornare profeti in patria – almeno in parte – sarà molto importante.
Anche il mondo del vino deve iniziare a credere nella comunicazione, con quel famoso investimento intangibile nell’immediato, ma così importante per il futuro della crescita del settore.
Analizzare quello che i consumatori cercano è il futuro, così come lo è avere le idee ben chiare e prendere coscienza che la pianificazione dei traguardi è molto importante.
Sapere approcciare il mercato con uno sguardo lungo verso le due nuove generazioni di consumatori: i Millennials e la Generazione Z di cui – ad oggi – sappiamo ancora troppo poco.
Farsi conoscere vuole dire affermare il proprio nome attraverso studi ed attente analisi di mercato, formazione dei propri uomini e comunicazione esterna.
L’azienda del futuro non dovrà solo fare vini buoni, ma dovrà comunicarli in maniera ordinata e incisiva fuori dai cancelli di casa.
Programmare investimenti invece sarà fondamentale: occorre avere una visione non dico a lungo termine ma almeno sul medio, concertando attentamente gli investimenti e facendo il passo proporzionale alla lunghezza della gamba.
Il mondo riprenderà, questo è sicuro, in maniera violenta e dobbiamo farci trovare pronti. Anche nel vino.