La notizia della scomparsa di Mino Raiola ha fatto inevitabilmente il giro del mondo, un lutto subito da tutti gli amanti di questo sport. Anche i produttori, i manager del vino, i venditori, i distributori e chi più ne ha più ne metta sono appassionati di calcio, perché occuparsene è cosa da italiani.
Mino era tra i procuratori più celebri e ricchi – se non il più ricco – re indiscusso degli agenti dei calciatori, capace di gonfiare notevolmente il cartellino dei suoi assistiti, inventore del concetto di top player e grande personaggio mediatico.
A 54 anni, dopo una lunga malattia, se n’è andato e già ci manca.
Lasciamo perdere per un attimo il mondo del calcio e analizziamo la sua figura: chi era realmente Mino Raiola?
Un grande genio del marketing e delle relazioni commerciali. Marketing e relazioni commerciali, ossia ciò che spesso manca al vino.
Ma ritorniamo a Raiola: a suo modo era e rimarrà un genio perché, grazie a Mino, i calciatori sono diventati tra gli sportivi più costosi. Solo il Basket Americano NBA, il Football Americano NFL ha generato introiti più importanti tra i suoi interpreti.
Lui è stato in grado di creare – attraverso il calciomercato – un incredibile teatro mediatico nel periodo in cui le partite si fermano per la sosta di fine campionato, perché the show must go on. Uno spettacolo appassionante, studiato nei minimi dettagli, una vera soap opera: questo si chiama marketing.
Movimentare i calciatori, cercare nuove posizioni societarie, aumentare il costo dei cartellini in base ai ripetuti cambi di casacca dei suoi assistiti è indubbiamente un’opera inventata da Raiola nell’ultimo decennio: ecco, queste si chiamano relazioni commerciali.
Uomo di comunicazione, ha per primo preso il microfono in mano e parlato per attirare l’attenzione su di sé spostandola dai suoi calciatori solitamente nei periodi di massimo stress; sapeva quando alzare i toni e quando abbassarli e non succedeva mai a caso: tutto era funzionale alla trattativa.
Questo era Mino Raiola e con il vino non ha mai avuto nulla a che fare.
E se il suo modus operandi fosse stato prestato al mondo del vino? Se la “procuratoria” fosse applicabile anche a questo settore?
Quindi? Il procuratore sportivo è la persona che negozia per conto degli atleti, oltre a gestirne i contratti.
Questi curano spesso anche le loro pubbliche relazioni. In sintesi, il procuratore funge da intermediario per curare gli interessi di chi assiste.