IL SOTTOSUOLO (parte prima): su una superficie complessiva di circa 34.000 Ha (il 6.6% degli A.O.C-Appellation Origine Contrôlée) gli impianti viticoli della Champagne, tuttora in produzione, occupano circa 32.200 Ha di terreno.
I filari delle viti si snodano per 120 Km c.a., con larghezze che vanno dai 300 mt. ai 2 Km. e insistono su 5 Dipartimenti francesi:
• Marne (22.000 Ha)
• Aube (7.000 Ha)
• Aisne (3.050 Ha)
• Seine et Marne (60 Ha)
• Haute Marne (75 Ha)
La Champagne dista 150 Km. c.a. da Parigi (a Nord-Est) e comprende 634 Comuni, dei quali solo 320 sono vocati alla viticoltura champenois:
213 nella Marne,
63 nell’Aube,
39 nell’Aisne,
3 nel Seine et Marne
2 nell’Haute Marne.
L’unicità dei vini della Champagne è dovuta a condizioni ambientali molto particolari; infatti questo è il territorio viticolo più settentrionale di Francia (Reims = 49°5 / Epernay = 49° latit. nord) che gode di un clima oceanico con 1.600 ore/annue di insolazione e di una pluviometria piuttosto modesta; così le uve, oltre al raggiungimento di una perfetta maturazione, hanno il tenore in esteri più elevato del mondo e una grande complessità di profumi, fini e specifici. Essendo anche il livello dei tannini molto contenuto, si possono ricavare vini di grande finezza ed eleganza.
La conformazione del terreno in Champagne è unica e assai particolare: 70 milioni di anni fa, la regione era completamente sommersa dall’oceano, poi il progressivo ritiro delle acque sedimentò un suolo gessoso (craie) dello spessore medio di 200/300 mt.; un terribile terremoto successivo (20 milioni di anni fa) spaccò la crosta gessosa, sollevandola e impregnandola di fossili marini oltre che di minerali vari; poi ancora un altro sommovimento tellurico, ma di maggior intensità (10 milioni di anni fa) rispetto al precedente, creò varie formazioni collinari inframezzate da numerose piccole vallate.
L’elemento principale del sottosuolo della Champagne è quindi il cosiddetto “craie”, che gli antichi abitanti di lingua gallica chiamavano “can pan” (terra bianca), variamente permeato dai vari sedimenti marini (Belemnite quadrata) cui si accennava in precedenza. Le radici delle viti penetrando nelle profondità di questi depositi cretoso-calcarei ne assorbono gli elementi salini e minerali di cui sono estremamente ricchi.
IL SOTTOSUOLO (parte seconda): ma il sottosuolo della regione non è sempre uniforme, anzi, esso varia a seconda dei diversi dipartimenti in cui è suddivisa l’area Champenoise: a grandi linee, potremmo suddividerlo come segue (riservandoci di entrare più avanti nello specifico):
Marne, Aisne e Seine et Marne sono simili, a parte alcune piccole differenze, con formazioni per lo più argiloso-calcaree e argillose.
Côte de l’Ile de France, Chigny les Roses, Bouzy, Verzenay, Trépail, Ambonnay, Epernay, parte della Vallée de la Marne e della Côte des Blancs, presentano invece un sottosuolo di craie bianco ricchissimo di sedimenti di calcarei (68%).
Vi sono poi altre formazioni geologiche riguardanti piccole aree vitate: Vitry-le-François, che presenta un craie grigio, contenete argilla (94%); Congy-Villevenard, viceversa, ha una buona parte di craie (36%) misto a sabbie silicee, argille e marne bianche e verdi.
L’Haute Marne e, più a sud, l’Aube hanno sottosuoli risalenti al Giurassico (146-151 milioni di anni fa) composti da calcare (34%), marne bianche e verdi (33%) e sabbie silicee (27%). Unica e strana eccezione è il territorio di Montgueux, dove troviamo un craie, formatosi circa 80 milioni di anni fa, contenente marne grigie e carbonati, più calcareo nella parte collinare e maggiormente argilloso verso valle.
Questo mixage di differenti sostanze gessose, fossili e minerali si evidenzia sia come fonte di nutrimento essenziale per i vigneti, che come cattivo conduttore del calore solare, infatti, lo immagazzina d’estate e lo restituisce assi lentamente durante l’inverno; assicura inoltre un buon drenaggio delle acque in eccesso, favorendo anche l’assorbimento dell’umidità nei periodi troppo piovosi, che potrà essere poi resa a disposizione delle radici della vigna in estate, attenuando così gli effetti di eventuali periodi siccitosi.
IL CLIMA
In Champagne la temperatura annua è mediamente di +10°. Essendo una zona continentale, spesso a periodi di mite clima atlantico seguono giornate di freddo clima nordico, questa situazione, combinata alla conformazione più o meno collinare del terreno ed alla presenza di valli e foreste, rende una moltitudine di diversi microclimi.
Questa “presenza verde” dominante le cime delle colline ed estesa anche a varie parti degli altopiani circostanti, contribuisce a trattenere l’umidità ed a creare una buona stabilizzazione delle temperature, perché la vite, per potersi sviluppare al meglio, necessita di climi e umidità costanti.
I vigneti champenoise assorbono circa 6/700 mm. d’acqua (più a Epernay che a Reims) durante l’arco dell’anno, più a luglio (il mese più piovoso) che a febbraio (il mese con le minori precipitazioni).
Malgrado quanto espresso sopra, la regione non è scevra da deleterie gelate invernali (in media 3/4 giorni l’anno) che abbassano la temperatura molto al di sotto delle medie (fino a -10°), e che spesso arrecano gravi danni sia ai germogli, nel periodo vegetativo, che ai ceppi della vite.
Per citare uno degli anni più neri ricordiamo il 1985 quando d’inverno il termometro scese a -25° distruggendo più di 1/5 dei vigneti champenoise;
Anche in primavera, o più raramente in autunno, improvvise gelate notturne o bizzarri sbalzi di temperatura possono causare danni nelle fasi di fioritura e ridurre così le rese vendemmiali; infine anche probabili ed improvvisi temporali estivi, a volte accompagnati da violente grandinate, potrebbero arrecare più di un danno a vaste parti dei vigneti.
LE SOTTOZONE
La tradizione vuole che il territorio champenoise sia diviso in 4 Macroregioni: Montagne di Reims e Côte des Blancs-Sézannais – nel dipartimento della Marna; Vallèe de la Marne tra Marna e Aisne; Côte des Bar (Aube) situata a circa 110 Km, sud-est di Reims. Ognuna di queste macro-zone raggruppa però altre aree che hanno caratteristiche assai differenti tra loro (18 in tutto):
MONTAGNE DE REIMS
Con altezze medie dei rilievi che non superano i trecento metri; i terreni sono normalmente esposti a sud, tuttavia vi sono anche alcune aree esposte a nord, dove la maturazione delle uve è garantita dalla discesa a valle, durante la notte, dell’aria calda creatasi nelle ore diurne e soleggiate delle zone più alte. Qui il vitigno predominante è il Pinot Noir e lo Champagne della zona è assai rinomato per la sua potenza e grande struttura.
Le sottozone sono 5:
• Montagne de Reims: che si estendendono a raggera da Tours sur Marne fino a Rilly la Montagne.
• Vallè de la Vesle: a sud di Reims.
• Vallè de l’Ardre: a ovest di Reims
• Massif de Saint Thierry: a nord-ovest di Reims.
• Monts de Berru: a nord-est di Reims.
VALLÉE DE LA MARNE
I vigneti della Vallata della Marna sono posti di fronte alle Montagne di Reims. Il vitigno principalmente coltivato è il Pinot Meunier, che nello Champagne produce un bouquet fruttato e grande morbidezza.
Le sottozone sono 6:
• Grand Vallèe de la Marne: a nord-est di Epernay.
• Coteaux Sud d’Epernay: a sud e sud-ovest.
• Vallèe de la Marne rive droite: da Epernay a Dormans.
• Vallèe de la Marne rive gauche: da Mardeuil a Dormans.
• Terroir de Condè: a sud lungo il fiume Surmelin.
• Vallèe de la Marne occidentale: a valle di Dormans e nell’Aisne.
CÔTE DES BLANCS E SÉZANNAIS
Così chiamata, perché vi si producono quasi esclusivamente
uve bianche. Tale zona si estende, a forma di falce, da nord a sud per una ventina di chilometri, sino alla Cote de Sézanne, situata ancor più a meridione. Il vitigno principale è lo Chardonnay, che dona agli champagne della Côte des Blancs finezza ed eleganza.
Le sottozone sono 4:
• Cote des Blancs: da Epernay fino a Vertus.
• Val du Petit Morin: a ovest e sud-ovest di Vertus.
• Cote de Sezanne: il punto più a sud della zona.
• Cote de Vitryat: piccola area a sud-est vicino alla città di Vitry.
AUBE
Chiamata anche Cote de Bar, perché si estende dal Comune di Bar-su-Aube a quello di Bar-sur-Seine; un tempo era senza dubbio la zona vitivinicola meno considerata della Champagne, mentre oggi gode di un’ottima rivalutazione. Il vitigno principale è il Pinot Noir e particolarmente rinomati sono gli Champagne rosé della zona, rotondi e dagli aromi complessi.
Le sottoregioni sono 3:
Barsuraubois: che circonda Bar sur Aube, zona più vicina a Chablis.
Barsequanais: attorno a Bar sur Seine, che è la parte più meridionale.
Montgueux: a ovest di Troyes.
UN’ECCEZIONALE VENDEMMIA 2018
Il CIVC: “Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne” – che ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne – ha reso pubblici i dati salienti della vendemmia 2018, definendola così: precocità, qualità, quantità… decisamente fuori dalla norma.
Iniziata il 20 agosto, la vendemmia 2018 pare sia stata la quinta a svolgersi in tale mese negli ultimi 15 anni, grazie a un clima eccezionale, alla positività della vendemmia: i numerosi grappoli erano in perfetto stato sanitario con buona aromaticità e ricchezza di zuccheri.
La resa commerciabile dichiarata di 10.800 kg/ha sarà raggiunta in tutte le aree e la raccolta di questa annata favorevole, permetterà a Vigneron e Maison di ricostituire la riserva interprofessionale che potrà poi essere usata per migliorare le cuvèe in eventuali future annate sfavorevoli. Saranno comunque solo le prossime degustazioni (invernali e primaverili) a confermare le speranze di un millesimo eccezionale. (M.F.)