
Recentemente si è scatenata la polemica sull’opportunità o meno di consegnare al ristorante (soprattutto in quelli stellati) i blind menù, ovvero, menù di cortesia senza prezzi alle signore.
Tutto ha inizio a Milano, nella lussuosissima e fashionissima galleria Vittorio Emanuele, ma trova l’apice del suo successo polemico su Instagram, dove la moglie di un noto calciatore, ricevendo al ristorante un menù, per l’appunto, senza prezzi, ha postato le seguenti parole: “Lo sapevate che in Italia, in diversi ristoranti, non mettono i prezzi sul menù che danno alle donne? E se volessi pagare io? Sono indignata”. Non solo: “La cosa peggiore è che giustificano questo fatto dicendo che succede solo nei ristoranti di un certo livello.
E quindi, le donne non possono pagare se si tratta di una cena più costosa?”
Così, a panza più o meno piena, si è scatenata la polemica.
Ora, sentirsi indignati per un menù senza prezzi o parlare di sessismo per un vecchio gesto di galanteria che si è sempre cercato di avere nei confronti delle signore, può magari sembrare eccessivo.
Tuttavia, credo e sono pienamente convinto che la moglie di un calciatore debba sentirsi libera di poter pagare la cena al proprio compagno con i propri soldi, guadagnati dal suo duro e faticoso lavoro di Modella presso se stessa e, quindi, penso che l’indignazione ci stia tutta. Ritengo che, in fondo, la Modella presso se stessa abbia fatto benissimo a sollevare la polemica dall’alto dei suoi migliaia di followers sul suo Instagram, dove – tra una borsetta all’ultimo grido sfoggiata, un rossetto consigliato per le sue strabilianti nuanche pomodoro o una pensierosa posa mentre è ritratta in volo in un jet privato – sicuramente pensava che, se poteva permettersi di viaggiare nel lusso in alta quota, in proporzione di spesa poteva ampiamente permettersi di pagare una pidocchiosa cena in un ristorante stellato, se non addirittura comprarsi l’intero stabile con annesso ristorante e personale di servizio.
In realtà parlare di questo argomento non è semplice perché non è nuovo ed è già stato abbondantemente trattato scrivendo tutto e il contrario di tutto: in internet, facilmente, si trovano articoli sull’argomento e trovare uno spunto diverso per parlarne non è semplice.
Chi paga il conto?
Ma la Modella presso se stessa ha lanciato un argomento in fondo interessante per la Sala e, per quanto mi riguarda, anche divertente. Personalmente sono favorevole a qualsiasi abolizione di genere o di inutile cavalleria se ritenuta, alla soglia del 2022, discriminatoria.
Pertanto, se anche la Modella presso se stessa afferma convinta più che mai che, se avesse voluto pagare la cena, sarebbe stato giusto sapere che per quel dessert con 3 lamelle di tartufo bianco avrebbe pagato 50€, mi chiedo quante altre donne nei ristoranti stellati si possano essere sentite indignate nel ricevere un menù senza prezzi, salvo a fine cena, stupire i camerieri tirando fuori la propria Amex Centurion per saldare il conto.
In fondo, la Modella presso se stessa ha ragione: che senso ha portare i menù senza prezzi, quando alla fine non si sa chi paga il conto?
E così, giusto per iniziare ad andare in fondo alle cose, son voluto partire proprio da lì, dal conto: per questo ho chiamato un paio di Maître di ristoranti stellati per sapere chi, alla fine, paga i conti. E chi meglio di loro lo può sapere?
Ecco, quello che ho scoperto può sembrare veramente orrendo perché sono certo che possa indignare parecchie signore, tante quante oggi si sentono indignate nel ricevere i menù senza prezzi solo per galanteria.
Ebbene, alla decima telefonata imparo che, forse, la percentuale delle donne che paga il conto al ristorante e’ vicina all’1% (salvo casi di cene compleanno offerte dalle suddette, cene regalo a due ai compleanni dei mariti, o cene aziendali dove l’azienda appartiene, per l’appunto, a una donna).
Una percentuale certamente molto bassa che non voglio di certo associare alla tirchieria, ma che forse, in questi anni di “abitudini pratiche” su chi debba saldare il conto, ha messo molti ristoratori nella condizione di preferire di servire i blind menù alle signore, convinti di abbinare un gesto di galanteria alla praticità di chi paga abitualmente il conto.
O almeno, in cuor mio, spero fosse questa la “stupida scusante” che voglio attribuire oggi a tal usanza.
Tesoro, scappa!
Ma siamo nel 2022, i tempi cambiano e anche la concezione della donna è diversa rispetto agli anni 80/90 nonostante, a quanto pare, nell’immaginario di molti ristoratori stellati, ancora oggi, la donna è quella che sta a casa a gestire la famiglia lavando, stirando, cucinando e accudendo i figli. La verità è che oggi molte donne stanno meno a casa dei mariti, sono lavorativamente parlando, in carriera, sono forti e indipendenti, e alcune donne in Europa guidano anche delle nazioni, altro che 2 mocciosi di figli e un marito a casa.
Il fatto che, spesso, non paghino al ristorante, è del tutto irrilevante perché, se sposate, le immagino in comunione di beni (quindi attingono alla stessa cassa) e se ancora single e magari al primo appuntamento, sapere quanto potrebbe andare a spendere la persona che le si trova davanti, per me, è già di per sé un buon motivo per aiutarla a farla scappare quando è ancora in tempo. In fondo quante volte chi lavora in una sala di ristorante, guardando una coppia al primo appuntamento, dopo aver sentito l’ordine di lui, ha pensato di rivolgersi a lei con un bel “tesoro, scappa finché sei ancora in tempo”?
E invece oggi, anche al primo appuntamento, si vuole mettere in imbarazzo la donna al ristorante perché una Modella presso se stessa non può nemmeno sentirsi libera di ordinare le portate meno costose per non sembrare eccessiva al primo incontro, magari ignara che oggi gli stellati ti vendono un piatto di quinto quarto caro arrabbiato quanto il prezzo di un raro pesce palla?! Ecco dunque che per colpa di un blind menù si ritrova a fare scelte sbagliate o che, magari, avrebbe preferito evitare.
Ma poi questa usanza démodé dei menù senza prezzi alle signore, come viene gestita in questi tempi moderni quando al ristorante si presenta una coppia di due donne che stanno assieme?
Perché, nel caso di una coppia eterosessuale, il ristorante stellato si sente in dovere di fare un atto di galanteria alla signora, mentre davanti a una bellissima coppia lesbo non si pensa applicare la stessa attenzione?
Cosa dovrebbe avere di più una donna etero che una donna lesbica non ha, per meritare questa cortesia?
In realtà un bel niente.
Carte con e senza
Il motivo di questa discriminazione è abbastanza semplice: siamo un Paese culturalmente ed eticamente indietro e lo siamo, ahimè, nel 2022, anche in sala.
Basti pensare all’incongruenza, nei ristoranti stellati, nel “cercare a tutti i costi di voler garantire una bella serata alla signora senza volerla appesantire col fattore costo, lasciandole la libertà di ordinare ciò che più vuole senza pensare al prezzo” salvo poi, però, ricevere dallo stesso Maître una carta dei vini con i prezzi, quando è lei a scegliere il vino.
Ecco, già da qui si capisce quanto alcuni manierismi siano inutili e stupidi: a rigor di logica, i ristoranti stellati dovrebbero presentare carte dei vini senza prezzi alla signora che le richiede e, giustamente, lei può sentirsi libera di ordinare uno Château Lafite Rothshild dell’82 senza sapere quanto costi o chi per lei lo pagherà. E invece no: i prezzi nella carta dei vini ci sono sempre!
Ma come? Si vuole passare per fighi e galanti oscurando il prezzo del calice di champagne in aperitivo quando si porge il menù, per poi far sapere quanto costerà la bottiglia nella carta dei vini? Un controsenso, ma soprattutto, un inutile manierismo che oggi risulta forzato e rischia di lasciare solo l’amaro in bocca, al gentil sesso soprattutto.
Ok il prezzo è (in)giusto
Ma poi, vogliamo una volta per tutte mettere uno stop a questa eterna supponenza da parte dei ristoranti fine dining nei confronti delle trattorie?
Se vi state chiedendo cosa c’entri, eccovi accontentati.
Per quale motivo una donna non deve sapere quanto costano i piatti nel ristorante stellato e se invece va in trattoria, sì?
Perché a una Modella presso se stessa si può sbattere in faccia la povertà del prezzo di una pasta e fagioli servita in un locale semplice e invece non la si rende fiera di potersi permettere una cena da 300 € in uno stellato?
Fa così figo essere donna e non sapere quanto costa una cena al ristorante stellato? Pensate veramente che la questione prezzo sia un tabù per una donna? Pensate che al vostro ristorante una Modella presso se stessa non conosca il prezzo dei vestiti con cui è venuta a cena da voi? Beh, vi sbagliate di grosso, perché riesce ad azzeccare anche il prezzo di molte divise tristi con le quali avete deciso di vestire i vostri camerieri.
E difficilmente sbaglia.
Che l’Italia sia una Paese arretrato che non riesce ancora oggi a capire le differenze di genere o qualsiasi comportamento che possa portare a una qualche forma di discriminazione, lo si è capito quando hanno affossato il DDL ZAN.
In altri Paesi, dove il senso di rispetto è molto più sviluppato, questo tema dell’attenzione a non discriminare l’ospite, chiunque esso sia, è molto attuale.
In Italia, tutt’al più, possiamo sperare che forse a Pomeriggio 5 la D’Urso, per sentito dire, ci faccia una puntata attorno ai Blind Menù!
Ma se i tempi cambiano e cambia anche la concezione delle persone (chiunque esse siano) anche noi e il nostro modo di pensare devono cambiare per essere al passo coi tempi e offrire il servizio migliore.
Maschio o femmina?
E allora come comportaci in questa complicata situazione?
La risposta è semplice: se fosse vero che nelle sale dei ristoranti stiamo andando sempre più verso un servizio sartoriale, fatto su misura su ogni esigenza del cliente, per galanteria è sì possibile che uno dei due commensali richieda il menù senza prezzi, ma non deve necessariamente essere consegnato a priori alla persona di genere femminile.
Va dato su richiesta, e solo su richiesta, senza discriminare le donne o la loro possibilità di pagare il conto per entrambi.
In un mondo nuovo di Diversity Equity ed Inclusion non deve necessariamente essere la persona di genere biologico maschile a potersi permettere o voler spontaneamente offrire la cena ad una persona di genere femminile, che potrebbe permettersela più di lui.
Non ci vuole tanto per arrivarci e se c’è arrivata una Modella presso se stessa, può arrivarci anche una Maîtresse presso se stessa, dove per Maîtresse, mi riferisco proprio al ruolo di Maître.
In fondo i ristoranti non sono luoghi del piacere?
Quindi, basta inutili discriminazioni e tirate fuori il frustino…!