By Mirko Turconi
“Il grande Lebowsky incontra lo storico drink torinese…”
Torino. In una piccola piazzetta, ma molto caratteristica, vi è un caffè storico, datato 1763, dove diplomatici, nobiltà, personaggi illustri, uomini del clero e semplici cittadini si trovavano a degustare la corroborante bevanda locale.
Vi era un rituale per tale bevanda che consisteva nel servire tre ingredienti separati – caffè, cioccolata e panna dolcificata – per permettere al cliente di potersi creare la propria composizione preferita. La formula con più successo era quella con tutti gli ingredienti, definita in dialetto torinese «Aum poc attucc», un po’ di tutto, che decretò l’inizio e la codificazione, datata 1898, della ricetta del Bicerin, nome della locanda e definizione in dialetto di ‘bicchierino’. Creazione che nel 2001 diventò bevanda tradizionale piemontese. Grandi nomi erano estimatori del Bicerin: dal conte Camillo di Cavour a Pablo Picasso, da Umberto Eco a Hemingway, che lo inserì persino tra le cento cose da salvare nel mondo.
E se tra questi grandi nomi ci fosse stato anche quello del celebre e grottesco protagonista del film dei fratelli Cohen? Il mitico ‘drugo’ avrebbe sicuramente trasformato tale storica ricetta in un White Russian, il suo drink preferito a base di vodka, liquore al Caffè e Panna. Ed ecco che quindi la vodka rimanere base alcolica, ma infusa con le foglie di lime kefir (lime pregiatissimo, le cui foglie sono molto aromatiche) che, a sua volta, è accompagnato da un vermouth doppia china, uno sciroppo di cioccolata e noce moscata, parti amaricanti del liquore marchigiano al caffè, bitter alla fava di Tonka e infine la panna, che si trasforma con elementi ‘tropicali’ quali cocco & vaniglia.
Gli ingredienti:
• Vodka infusa al keffir lime leaves
• Liquore al caffè moka varnelli
• Sciroppo di cioccolato e noce moscata
• Vermouth Cocchi dopo teatro
• 1 dash Bitter alle fave di Tonka
• float Panna al Cocco & Vaniglia