
Facendo un breve excursus storico, il termine Chianti fu rinvenuto per la prima volta in una pergamena risalente al 790. Già nel basso Medioevo, sulla scia degli insegnamenti dei monaci, famiglie i cui nomi sarebbero rimasti celebri a lungo, come i Ricasoli e gli Antinori, dettero inizio alla propria produzione vinicola.
Da bevanda di lusso, appannaggio delle sole tavole nobili, il vino divenne presto una bevanda di consumo popolare. Sappiamo da documenti medievali che nel 1398 il Chianti era un vino bianco, noto per freschezza e vivacità. Nel 1400 fu ormai evidente la sua notorietà e di conseguenza si impose la necessità di tutelarlo proteggendone il nome e la qualità.
Nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III decise di fissare i confini della zona di produzione del vino Chianti e stabilire sanzioni per il traffico clandestino e la contraffazione. Facendo un bel salto in avanti nella storia, nel 1924 nasce il Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti e della sua marca di origine.
Il simbolo scelto per la sua rappresentazione è il Gallo Nero, storico emblema dell’antica Lega Militare del Chianti. Nel 1932, per differenziare il Chianti originale da quello prodotto al di fuori del territorio delimitato nel 1716, viene aggiunto il suffisso “Classico”.
Il Chianti Classico ottiene la DOCG nel 1984.
Il Chianti Classico può essere prodotto con uve Sangiovese al 100%, oppure con una base minima di Sangiovese pari all’80%, per il restante vitigni esclusivamente a bacca nera: autoctoni come Colorino e Canaiolo nero o internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon.
Esistono tre tipologie di Chianti Classico, le quali si differenziano tra loro per caratteristiche chimiche e organolettiche:
- Il Chianti Classico Annata deve essere invecchiato per almeno 11 mesi prima di uscire in commercio, e con una gradazione alcolica di almeno 12 gradi. Ha le caratteristiche di essere un vino di facile beva e con una struttura moderata, predisposto per un consumo immediato.
- Il Chianti Classico Riserva viene sottoposto ad almeno due anni di invecchiamento, di cui almeno tre mesi di affinamento in bottiglia prima di uscire sul mercato. Il periodo di invecchiamento viene calcolato a decorrere dal 1° gennaio successivo alla vendemmia. Deve avere un titolo alcolometrico minimo di almeno 12.5%.
- Il Chianti Classico Gran Selezione: la denominazione Gran Selezione è stata introdotta nel gennaio 2013 nel disciplinare del Chianti Classico a seguito della decisione comune degli stessi produttori. È la prima volta che nella legislazione vitivinicola italiana viene introdotta una nuova tipologia di vino posta al vertice della piramide qualitativa. È prodotto da uve Sangiovese di esclusiva pertinenza aziendale, coltivate nei vigneti più vocati e con regole più stringenti. Oltre a prevedere caratteristiche chimiche ed organolettiche idonee a vini di elevata qualità, la Gran Selezione può essere introdotta in commercio solo dopo almeno 30 mesi di invecchiamento e un periodo di affinamento in bottiglia minimo di 3 mesi. Essa ha il merito di esaltare i diversi caratteri e le particolarità di un vasto territorio, che include 9 comuni in zone climaticamente e pedologicamente differenti.
La vera anteprima quest’anno è l’annata 2021 nel Chianti Classico. Al primo assaggio non un’annata di quelle da ricordare, ma che mostra una buona freschezza sia al naso che al palato. In questa fase i vini hanno poco corpo, ma credo che l’evoluzione li porterà a grandissimi miglioramenti.
Chianti Classico sicuramente più floreali e speziati che fruttati, il palato al momento un po’ rigido, ma un po’ di bottiglia non gli farà male: parliamo sempre di un’annata calda e secca.
La 2020 ha un passo differente, un sangiovese sicuramente più identitario. Un’annata che oggi, dopo un anno di bottiglia in più, ha trovato una sua espressività. Vini più eleganti, freschi, profumati che in precedenti millesimi. Credo che questa annata rispecchi un ottimo risultato anche sotto il profilo agronomico. L’annata 2019 assaggiata alla Chianti Classico Collection 2023 dimostra – oggi ancora di più – quanto importante essa sia.
Millesimo già grande anche durante le anteprime dell’epoca, conferma oggi quanto di buono si sia detto. Un’annata in vigna caratterizzata da un’estate calda ma senza particolari picchi, dove le piogge primaverili hanno regalato una buona riserva idrica.
Il settembre è stato asciutto e ventilato, insomma tutto lasciava intendere ogni bene.
Bicchieri alla mano, il tratto che più impressiona è la tensione; vino con poco alcol, sul bicchiere brillante, fresco e dall’ottimo corredo aromatico. Frutta e spezie in grande equilibrio.
[Questo articolo è tratto dal numero di marzo-aprile 2023 de La Madia Travelfood. Puoi acquistare una copia digitale nello sfoglia online oppure sottoscrivere un abbonamento per ricevere ogni due mesi la rivista cartacea]