Oltre ad essere l’accessorio immancabile dell’umano 2.0, oggi, sembra quasi inevitabile che lo smartphone prenda parte nella mise en place moderna della tavola.
La propensione, a volte ossessiva, di fotografare tutto ciò che stiamo per assaporare è una realtà ormai definita; esiste solo tutto ciò che è fotografato e condiviso! Qualcuno la chiamerebbe una triste deriva, altri, un semplice cambiamento sociale.
Così, spesso, durante l’arrivo delle pietanze, nulla viene toccato, se non prima fotografato. Sulla tovaglia sarà già pronto il mezzo tramite il quale tutto avviene: lo smartphone.
Il food è senza dubbio uno dei topic che maggiormente viene richiamato dagli hashtag e tale fenomeno non deve essere interpretato con leggerezza o distacco.
Instagram (social network fotografico) è ormai di primaria importanza nel mondo digitale. I contenuti media, foto e video, sono diventati i canali primari per il trasferimento di concetti, idee e messaggi verso qualsiasi target di clientela o amici e parenti per i profili personali.
Hashtag principe delle preparazioni culinarie è #foodporn, che ad oggi conta circa 157 milioni e mezzo di post. Coniato negli anni ’80 da Rosalind Coward, critica femminista, nel suo libro “Female Desire” definì pornografia alimentare “l’attenzione estrema, quasi morbosa, riservata alla presentazione dei cibi”.
Dunque fotografare il piatto esteticamente bello, appena servito, permette di comunicare e condividere il piacere percepito in quel particolare momento.
Tale fenomeno non è stato preso sottogamba da chi percepisce il marketing come strumento vitale per la propria azienda, tanto da comprendere che, anche un solo social network come Instagram, potesse influenzare positivamente la reputazione aziendale, facendo arrivare il proprio messaggio in modo rapido e diretto a probabili consumatori.
Lo scopo fondamentale non è solo raggiungere un numero elevato di utenti e clienti potenziali, ma soprattutto veicolare informazioni importanti, strettamente legate a tematiche sentite, come la qualità dei prodotti utilizzati, la loro provenienza, la tradizione delle proprie ricette e la loro sostenibilità.
Anche se questa storia inorridisce alcuni gastronomi ed estimatori, dobbiamo riflettere sul concetto che narrare e condividere il cibo è un aspetto intrinseco e millenario del cibo stesso, certamente ampliato e abusato, e in ogni caso questa è l’irrefrenabile e certa tendenza del futuro. La mente immagazzina molto più facilmente un video o una foto rispetto a righe di scrittura. Pensate all’ultimo film visto e all’ultimo libro letto: nello stesso lasso di tempo impiegato, vi ricorderete molto di più di una visione, che di un testo scritto. È giusto che una pagina social, come Instagram, sia gestita direttamente dal proprietario o dal personale del ristorante o dell’albergo, piuttosto che da un’agenzia di comunicazione. Bisogna far trasparire il proprio operato e metterci un po’ di emozioni soggettive, ma non per questo si debbono compiere errori madornali.
Se volete gestire una pagina aziendale in modo efficace su Instagram, si devono seguire alcune semplici regole di base, spesso associate al Bon Ton digitale.
In primis la coerenza, una parola che ricorre spesso in questa rubrica. La vostra pagina deve saper raccontare quello che in realtà siete, le foto devono far scaturire la voglia di arrivare nel vostro locale e trovare realmente quell’atmosfera e quella cucina.
Raccontatevi brevemente ed in modo incisivo nella piccola descrizione in alto e aggiungete i vostri contatti. Potreste anche inserire direttamente il link per le prenotazioni.
Vi sono due sezioni su Instagram, una più formale, il feed, ossia la galleria principale ed un’altra meno formale dedicata alle storie, foto che durano solo 24 ore prima di essere cancellate. Queste ultime possono essere conservate in archivi dedicati. Nel feed le foto dovranno risultare armoniose, con un tono cromatico uniforme, senza fastidiosi contrasti e disaccordi fotografici. Proprio per tale differenza fra feed e stories, si può ricondurre al feed la foto di un piatto finito o un’immagine che ritrae la nostra sala o la mice en place, mentre nelle storie, si può riportare il dietro le quinte: la preparazione di un piatto o del servizio, l’anima nascosta della vostra attività.
I clienti vanno stimolati ed incuriositi. Dovrete essere capaci di affascinare e trasmettere la vostra passione per ciò che fate.
Se si hanno dei dubbi sulla bellezza della foto è meglio condividerla nelle storie e non nel feed principale, questo è la vostra carta d’identità. Dovrà risultare pulito, ed attraente, vi dovrà rispecchiare. Instagram sta riscuotendo molto successo, sorpassando Facebook fra i più giovani, proprio grazie alla potenza della fotografia che in sé già racconta una storia, dunque, non cadiamo nell’errore di scrivere una descrizione troppo lunga, che pochi leggeranno. Puntate ad un messaggio essenziale e mirato, capace di fare segno.
Vale la regola “less is more”.
Subito dopo seguono gli hashtag, parole chiave utili a classificare i contenuti che vengono precedute dal simbolo “#”. È importante aggiungere hashtag inerenti, che permettano di essere identificati nelle categorie corrette.
Cercate di aggiornare continuamente il vostro social e rispondete alle domande che vi vengono poste, sia in privato, sia pubblicamente sulla pagina, facendo notare la cura che riponete verso le persone che apprezzano il vostro operato.