Con la pandemia che persiste, gli attori dell’agroalimentare si domandano quando ci si potrà nuovamente incontrare fisicamente. Alla luce delle normative legate al persistere del Covid, che hanno indotto alla creazione di nuovi format, le manifestazioni legate al mondo del vino torneranno mai come prima? Il mondo dell’enogastronomia è legato a calore umano e condivisione, che l’online non consente; ma anche il virtuale ha i suoi pregi: al momento è un surrogato degli eventi “in presenza”, ma in futuro consoliderà un suo spazio. Nel frattempo l’edizione 2021 di Vinitaly è stata definitivamente cancellata, ma con in programma una “Edizione Speciale” in ottobre che cozza temporalmente con Milano Wine Week: a riaccendere l’antico derby enoico Verona vs Milano.
Conciliare il periodo in cui viviamo con la necessità di incontrarsi di persona è difficile ma possibile. Gli eventi del vino si vestiranno di una nuova luce: meno persone, più prenotazioni, igienizzazione, distanziamento e mascherine. Ma il problema principale rimane: come ospitare i buyer stranieri? Potranno viaggiare verso l’Italia?
Enigmi che affiorano a pochi mesi da numerosi eventi:
Vinitaly, Cibus, Simei, tutti ormai inevitabilmente cancellati o rinviati dalla tarda primavera all’autunno.
Fra le altre, è notizia recentissima l’annullamento di Vinexpo Paris 2021 e Wine Paris: la prossima serie di fiere del vino con sede a Parigi non si terrà: rinviate tempo fa a giugno, sono state ulteriormente riprogrammate dal 14 al 16 febbraio 2022, mese che le ha sempre ospitate peraltro; a differenza di ProWein e Vinitaly, cancellati per il secondo anno consecutivo, gli eventi parigini invece saltano del tutto per la prima volta. Le degustazioni online sostituiscono gli assaggi in loco e il parlare de visu coi produttori. Una questione innegabile rimane: il vino necessita della magia dello storytelling del vignaiolo, della sua energia ed empatia: di “camminar le vigne”, scriveva Gino Veronelli.
Il 2020, con la “sua” pandemia, ha certamente determinato una piccola rivoluzione, con dei risvolti peraltro non per forza negativi. I produttori (coloro che non erano avvezzi) hanno dovuto apprendere rapidamente il linguaggio della comunicazione virtuale, e quindi l’uso del web e dei relativi social, implementando strategie di marketing alternative. Ciò premesso, ecco diverse testimonianze di rappresentanti delle istituzioni di settore, di alcune importanti associazioni e, va da sé, di grandi produttori.
Fiere, eventi e istituzioni
BOLOGNA FIERE
Le fiere “in presenza” restano insostituibile: si confida di ripartire entro fine anno
Secondo un’indagine commissionata dall’ente fieristico del capoluogo emiliano: “Il Ruolo delle Fiere nella ripartenza”, le fiere si confermano essere uno strumento strategico indispensabile per il business di visitatori ed espositori. Ed è possibile prevedere che il settore registrerà un significativo rilancio nei primi mesi dopo la riapertura, giustificato dalla necessità delle imprese di riprendere il proprio business con strumenti utili ed efficaci, quali appunto le fiere “in presenza”, difficilmente sostituibili con altre attività. Sempre secondo tale indagine, che prevede una ripartenza delle attività nell’ultimo trimestre dell’anno, a seguito della cancellazione delle fiere a partire dalla primavera del 2020 il 56% degli espositori sta avendo difficoltà a contattare nuovi clienti, il 45,2% degli stessi sta riportando problematiche nel presentare nuovi prodotti, infine, il 21,7% sta riscontrando ostacoli nel contattare i clienti attuali.
Dal punto di vista dei visitatori, anch’essi fiduciosi in una “riapertura” tra ottobre-dicembre, l’indagine ha evidenziato come il 45,5% degli stessi abbia oggi meno consapevolezza dei trend di mercato, il 32,8% stia riscontrando difficoltà a orientarsi su nuovi prodotti, il 25,7% abbia delle problematiche nel contattare nuovi fornitori.
CONSORZIO DEL VINO BRUNELLO DI MONTALCINO
Benvenuto Brunello Off, 1° evento enoico “in presenza” del 2021, chiude in positivo
Con circa 650 presenze complessive e 1.500 bottiglie stappate, a Montalcino si è chiuso il 30 marzo scorso Benvenuto Brunello Off, il cartellone di tasting a numero chiuso realizzato dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino nei quattro weekend di marzo, per presentare i nuovi millesimi agli addetti ai lavori.
In degustazione nei calici, riservati a stampa specializzata, redattori di guide, blogger, sommelier (di cui circa 50 in servizio in ristoranti stellati) e operatori professionali dell’HoReCa, le referenze di Brunello 2016, Brunello Riserva 2015, Rosso di Montalcino 2019, Moscadello e Sant’Antimo, di 140 aziende aderenti al progetto del Consorzio.
Per il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci: “Benvenuto Brunello Off va in archivio come il primo evento del settore “in presenza”, dopo un anno di iniziative digitali. Un primato che ci inorgoglisce non solo perché da Montalcino è partito un forte segnale di ripartenza per tutto il Paese, ma anche perché abbiamo avuto il coraggio di dimostrare che è possibile ritornare a progettare eventi di promozione per il mercato in totale sicurezza”.
L’appuntamento con la 29a edizione di Benvenuto Brunello è fissato per il 16 e 17 maggio prossimi, nell’ambito delle Anteprime di Toscana (debitamente riviste nel format, come annunciato dal Consorzio Vino Chianti Classico).
CONSORZIO PER LA TUTELA DEL FRANCIACORTA
Franciacorta 2021: strategie per una improrogabile ripresa
Nonostante il 2021 si sia aperto sotto l’insegna dell’incertezza, la Franciacorta riparte positivamente con la programmazione delle sue attività con nuova forza e nuovi stimoli per rilanciare vino e territorio. Sono confermate anche per quest’anno le principali partnership: nell’ambito delle fashion week Franciacorta è official sparkling wine e accompagna gli ospiti italiani ed internazionali di Camera nazionale della moda e delle rinomate maison. Sempre in veste di official sparkling wine, Franciacorta accompagnerà la nuova edizione della 1000 Miglia, che quest’anno si svolgerà a Giugno: evento simbolo della tradizione e della competitività italiana e bresciana.
Non mancherà poi l’appuntamento con la Milano Wine Week (manifestazione già illustrata in questo articolo). Sul territorio ci sarà l’imperdibile Festival in Cantina di settembre, evento che da anni raccoglie numerosi turisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Il format sarà nuovamente su due weekend (11-12, 18-19 settembre) in modo da consentire alle cantine di accogliere i visitatori rispettando le normative Covid e ai wine lovers di godere appieno dell’esperienza in completa sicurezza.
Un ruolo sempre importante sarà ricoperto dalla formazione e dalla didattica, che trova espressione attraverso diverse collaborazioni già rodate come quelle con Cast Alimenti, Alma e con le Università, come per il Master in comunicazione per il settore enologico e il territorio della Cattolica. Continueranno anche per il 2021 le strategie di comunicazione previste dal Consorzio, con un focus sempre più importate alla comunicazione online, come i social network.
“C’è tanta voglia di convivialità e di riscoprire il piacere di trovarsi a tavola in compagnia. Per il Franciacorta è un elemento fondamentale, considerando che il mondo Horeca resta il canale principale per le nostre cantine”, ha dichiarato il presidente del Consorzio Silvano Brescianini.
“Ci aspettiamo di poter riaprire presto le cantine ai visitatori, nel rispetto assoluto delle attuali norme di sicurezza e di distanziamento. Così come ristoranti e hotel, con l’obiettivo di far ripartire il turismo in Franciacorta e far diventare il nostro territorio “a place to be” sempre più apprezzato e conosciuto”. Il 2020 avrebbe dovuto essere un anno speciale per la Franciacorta, che si era preparata a festeggiare i 30 anni della fondazione del Consorzio e a inaugurare la sua nuova sede, ma la pandemia si è messa di traverso, con effetti nefasti anche e soprattutto a livello commerciale e quindi ecofin, solo in parte compensati da un ottimo dicembre. “In questi 30 anni abbiamo ottenuto importanti risultati perché abbiamo compiuto scelte coraggiose e talvolta controcorrente”, conclude Brescianini.
“Non è il momento di invertire questa rotta, ma è il momento di insistere per difendere le posizioni che abbiamo conquistato, restando uniti e dimostrando la stessa tenacia che ci ha sempre contraddistinto. In momenti difficili, investire per restare leader nel posizionamento è doveroso, per questo stiamo lavorando per predisporre un anno ricco di attività, che lanci anche un messaggio positivo e di ripresa a tutti i consumatori. Crescita qualitativa, sostenibilità e internazionalizzazione: questi gli obiettivi futuri”.
CONSORZIO VINO CHIANTI CLASSICO
Stilato un programma fitto di eventi, ma online. Le Anteprime? Mai più le stesse
Carlotta Gori, direttrice del Consorzio Vino Chianti Classico, conferma la presenza dell’ente attraverso la comunicazione online per questo primo semestre del 2021. “Abbiamo stilato un programma intenso, di carattere internazionale. Il vino è un prodotto di socialità. Siamo in attesa di ripartire con le forme ordinarie più consone per la presentazione dei nostri prodotti”.
Ma le Anteprime, programmate da metà maggio, non potranno più essere le stesse: “Stiamo lavorando sulle soluzioni da adottare, l’organizzazione andrà sicuramente rivista”. Lo scorso anno il Consorzio ha portato 22 aziende a partecipare alla prima fiera online; attraverso l’invio di micro-campioni l’iscritto ha potuto creare un contatto b2b con il produttore. Va detto che nel 2020 si è registrata una perdita di vino imbottigliato del 7%, ma “non è un dato drammatico, anzi può essere considerato un dato positivo. Dopo il lockdown primaverile siamo ripartiti bene – sostiene la Gori – e dobbiamo quindi trarre tutto ciò che è positivo dalla negatività del periodo”.
CONSORZIO DI TUTELA BAROLO BARBARESCO ALBA LANGHE E DOGLIANI
Un nuovo format “on the road” e lo “sbarco” in Cina. Ma il digitale resta un surrogato
Matteo Ascheri, proprietario dell’omonima cantina e presidente del consorzio piemontese, annuncia grandi novità per il 2021, a partire dalla manifestazione Grandi Langhe, che si trasforma e diventa “on the road”: “Saremo noi a spostarci in giro per l’Italia: 13 tappe partendo da Taormina, cercando di toccare i luoghi più enoturistici e interessanti della nostra penisola”.
Il consorzio è molto attivo anche all’estero, organizzando fra gli altri l’evento BBWO (Barolo Barbaresco World Opening) che si tiene a New York ogni anno; un mercato, quello statunitense, che dopo 50 anni dall’inizio della sua penetrazione è ormai maturo per capire anche i più complessi e rari nettari di Langa.
In programma un evento simile anche in Cina, ma con un obiettivo diverso, date le relazioni col paese della Grande Muraglia assai più recenti: formare, partendo dalle basi, winelovers e professionisti del settore. Più specificamente, a proposito delle nuove forme di comunicazione dovute alla pandemia, Ascheri sostiene con fermezza che in alcuni casi i webinar e gli strumenti digitali possono essere utili, ma che, in assenza di incontri personali, si tratta pur sempre di surrogati che nel lungo periodo lasciano il tempo che trovano.
MILANO WINE WEEK
Comunicazione e confronto internazionale
Dal 2 al 10 ottobre torna la Settimana milanese del vino, alla sua IV edizione; manifestazione che ha innovato il settore degli eventi vinicoli e che anche quest’anno evolve intercettando i cambiamenti del comparto, rivolta a tutti gli operatori e al grande pubblico, in un momento fondamentale per la ripartenza dei consumi e degli acquisti.
Un evento unico, che parte da Milano e si “diffonde” in tutto il mondo: un “laboratorio” del vino del futuro che vuole essere momento di business per le aziende e anche occasione di rilancio della ristorazione e della somministrazione. Un’edizione 2021 dunque ancora più internazionale (aspetto considerato strategico in questa fase storica): si terranno eventi e degustazioni in 11 sedi estere, collegate in diretta con Milano, di 7 paesi: Usa, Canada, Regno Unito, Russia, Cina, Hong Kong e Giappone. In calendario 9 giorni di eventi “fisici” – gestiti nel rispetto delle norme a tutela dei partecipanti – dove cantine e consorzi potranno dialogare con gli operatori del settore e i winelover.
La manifestazione sarà tra i pilastri del rilancio che vivrà la città in autunno, quando tornerà a essere palcoscenico della ripresa sinergica delle filiere produttive delle eccellenze del Paese, dalla moda al design, al vino. “Milano può dare al vino quello che ha dato alla moda e al design.
Da settembre a ottobre nel capoluogo lombardo ci sarà un concentrato di eventi che può contribuire alla ripartenza del made in Italy nel mondo. Il vino ha bisogno di Milano, per il suo valore aggiunto come capitale del commercio e vetrina internazionale che metterà insieme 11 città di sette paesi strategici per il nostro export, da New York a Shanghai – sottolinea il Sottosegretario alle politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio -.
Non solo, può essere anche la capitale di una nuova “comunicazione del vino” e dell’eccellenza italiana al consumatore. Soprattutto dopo un anno in cui si è fermata la somministrazione a causa della pandemia. Milano Wine Week (MWW) – prosegue Centinaio – sarà un momento per fare il punto su come comunicare il vino nel canale HoReCa, sull’importanza di un approccio che tenga conto della cultura e del territorio che è dentro una bottiglia. Il mio auspicio è che la manifestazione di ottobre possa essere l’occasione per lanciare un messaggio di positività e che l’Italia riesca a presentarsi unita per costruire un grande progetto”. La manifestazione è stata l’unico grande evento dedicato al vino andato in scena in Italia nel 2020: questa esperienza ha dato la dimostrazione della capacità di realizzare un appuntamento importante, diffuso a livello internazionale, anche in un periodo critico. Forte di questa esperienza, MWW torna quest’anno con l’obiettivo di fare sistema per rilanciare il settore.
“Un evento che porterà un’ondata di innovazioni per fornire insights e analisi utili al mercato sfruttando il sistema Milano degli incontri d’affari tra espositori e compratori, integrando il consumatore finale, il territorio e le persone per rilanciare l’economia, con un approccio fortemente innovativo basato sull’impiego delle nuove tecnologie per l’elaborazione di dati e prospettive per il futuro”, annuncia Federico Gordini, presidente di MWW. Inoltre, per offrire le opportunità commerciali e relazionali di MWW a cantine di tutte le dimensioni, la medesima lancia Wine Business City, in programma il 3 e 4 ottobre: innovativo evento business di due giorni che consentirà l’incontro tra aziende, operatori del settore HoReCa e del retail fisico e digitale in un periodo dell’anno fondamentale, durante il quale vengono definiti gli acquisti per l’ultimo trimestre del 2021 e per il primo semestre del 2022. Una risposta, in pratica, alla Special Edition di Vinitaly illustrata più avanti, che già ha creato scintille, come si leggerà, tra le due rivali storiche del mondo enologico: Verona e Milano.
SOCIETÀ EXCELLENCE
Champagne Experience: rinviata la tappa romana, ma confermata quella di Modena
Lo scorso 8 aprile Società Excellence ha annunciato il rinvio al 2022 del debutto della tappa romana di Champagne Experience, il più grande evento italiano dedicato allo Champagne, confermando però la IV edizione nella tradizionale sede modenese, il 10 e 11 ottobre.
“Il protrarsi dell’emergenza sanitaria e le conseguenti norme per fermare il contagio da Covid-19 non consentono di organizzare la tappa prevista a Roma a maggio 2021, come precedentemente comunicato. Le motivazioni che ci avevano spinto l’anno scorso a posticipare la tanto attesa edizione nella capitale, sono le stesse che ci hanno convinto al suo ulteriore rinvio al 2022”, spiega Lorenzo Righi, organizzatore della manifestazione e direttore di Società Excellence.
Champagne Experience è una manifestazione di riferimento che, negli anni, ha saputo catalizzare l’interesse di operatori e appassionati grazie a una serie di ingredienti fondamentali, come il poter dialogare con i numerosi produttori di Champagne presenti in prima persona mentre si degusta. “Roma è un crocevia importante, in grado di accogliere un numero di visitatori elevatissimo, che però in questa fase non potremmo gestire. A Modena – chiosa Righi – giochiamo in casa, all’interno di una location conosciuta (Modena Fiere); certi quindi di poter organizzare un’edizione di transizione, ma sempre di livello.
Siamo già al lavoro con l’ente fieristico per organizzare al meglio e in totale sicurezza l’edizione 2021: ampliando gli spazi dedicati alla manifestazione, consentiremo un maggiore distanziamento delle postazioni. Punteremo a garantire ai visitatori un’esperienza di grande valore, nel rispetto degli accorgimenti resi necessari dalla pandemia”.
UNIONE ITALIA VINI
Il virtuale è una risorsa in tempi di isolamento. Un’esperienza utile anche per il futuro
“La portata dell’emergenza pandemica globale che abbiamo vissuto nel 2020 ha di fatto desertificato qualsiasi aspetto di socialità, evidenziando una inconciliabilità ed una dicotomia profonda fra le ragioni sanitarie e quelle delle libertà in cui si inseriscono gli incontri vis-à-vis”, dichiara Ernesto Abbona, presidente Uiv.
In questo contesto, per salvaguardare le relazioni commerciali e non solo, si è assistito a una accelerazione sul fronte dell’utilizzo e dell’implementazione degli strumenti digitali: “L’integrazione tra fisico e digitale è stata una risorsa e una risposta all’isolamento umano ed economico. Un connubio che sopravvivrà alla pandemia, pur non in questi termini e con modalità da reinventare”, conclude il presidente.
Finita l’emergenza si aprirà un nuovo orizzonte, ossia quello di mantenere il dialogo tra il patrimonio di conoscenza e di esperienze maturate online e quello delle relazioni in presenza. Non si può immaginare la sostituzione della fisicità con la virtualità.
“Il mercato interno nel 2020 ha perso un quarto del proprio valore, mentre gli ordini globali dell’horeca internazionale nello stesso periodo hanno accusato una contrazione di oltre il 50%: il vino italiano ha bisogno di ripartire dal business, per questo riteniamo strategico essere a fianco di Vinitaly anche nel corso del suo programma 2021”.
E ha aggiunto: “Nessun altro Paese produttore ha tra i propri asset una fiera internazionale di riferimento, un valore da tutelare che si riflette nella crescita del prodotto Italia registrata in questi anni. Il ruolo di Veronafiere assieme alle istituzioni preposte, a partire da Ice, è di accelerare il business anche prevedendo l’evoluzione degli scenari, per questo l’appuntamento di ottobre è prima di tutto un messaggio importante che l’Italia del vino potrà dare ai mercati”. Secondo l’Osservatorio Uiv il mercato mondiale del vino potrà tornare ai livelli pre-Covid non prima della fine del 2022, dopo aver subito un danno di oltre 100 miliardi di dollari dovuto alla contrazione del canale horeca.
La flessione registrata sui fatturati italiani è la prima dal 2009, anno della crisi finanziaria globale, soprattutto a causa di forti contrazioni sul mercato interno. Qui il trend 2020 a valore ha segnato un -24%, con un volume di invenduto rispetto all’anno precedente di 3 milioni di ettolitri.
L’anno del Covid, secondo Uiv, se da una parte ha evidenziato una fortissima disparità nelle performance delle diverse realtà aziendali, dall’altra ha segnato storici cambiamenti all’interno dei propri canali di vendita: per la prima volta infatti i volumi degli acquisti in Gdo hanno superato quelli dell’horeca, tradizionalmente il canale a maggior valore aggiunto. In generale nel Belpaese il calo a valore degli ordini della ristorazione (-38%), delle enoteche (-23%) e della vendita diretta (-19%) è stato solo parzialmente compensato dalla Gdo (+12%), per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro.
UNIVERSITÀ BOCCONI
Oggi conta il terroir. A crisi risolta l’enoturismo ripartirà, con winelover più esigenti
Magda Antonioli, professoressa di marketing del turismo all’Università Bocconi, racconta la sua visione in riferimento a enogastronomia ed enoturismo. “Le fiere enoiche rappresentano un comparto in crescita di grande potenzialità. Il vino di qualità è un prodotto sempre più ricercato”, dichiara l’Antonioli, che ritiene strategicamente vincente il “suddividere con più accuratezza il privato dal comparto business”. Il vino si promuove sempre meno con l’etichetta e sempre più comunicando il terroir: si registra un desiderio crescente di conoscenza e benessere, di sapori, profumi ed esperienze olistiche.
Mantenere attivi web e social sono strategie che aumentano l’interesse del consumatore, trasmettendo il concetto che la crescita non si arresta nemmeno al cospetto di una pandemia. “L’enoturismo è un settore che giace sotto la cenere, è un tizzone ardente che appena verrà smosso ripartirà più forte di prima”. In relazione alla ripresa estiva del 2021, la professoressa riferisce che in base ad alcune ricerche sono nettamente diminuite le “masse amorfe” (coloro che si trascinano senza apprezzare luoghi e prodotti), a favore di winelovers appassionati, attenti ed esigenti, sempre più interessati a qualità e contenuti.
VERONAFIERE – VINITALY
Veronafiere: “Le fiere b2b si possono fare in sicurezza!” (Ma si ripartirà a ottobre)
Gianni Bruno, exhibition manager di Veronafiere, racconta che a novembre 2020 è stata organizzata, in presenza, la prima edizione di Wine to Asia, a Shenzhen in Cina, con degustazioni e masterclass tutte sold out.
“Per Vinitaly abbiamo pronto dall’anno scorso un rigido protocollo di prevenzione safebusiness, studiato e validato insieme alle autorità sanitarie nazionali, al Cts e all’Aefi (l’associazione di categoria degli operatori fieristici italiani). Parliamo di termoscanner agli ingressi, accessi contingentati, distanziamento nei padiglioni, telecamere anti-assembramento, sanificazione continua degli ambienti” rassicura Gianni Bruno. In questo periodo i produttori hanno potuto trattare principalmente con i loro clienti tradizionali.
Ci sono state poche opportunità di espansione del loro business su nuovi mercati per intercettare nuovi contatti: tutti elementi che tradizionalmente offre una fiera e che rappresentano fattori insostituibili.
Certo, le iniziative digitali continueranno a essere una naturale estensione delle fiere, come sperimentato nell’ultima edizione di Wine2Wine, ma vanno viste come un format ibrido più che come un sostituto dell’evento fisico.
Detto questo, e nonostante tutto ciò, è di alcune settimane fa la notizia del definitivo annullamento dell’edizione di Vinitaly 2021, inizialmente programmata per il 20-23 giugno: troppe le incertezze legate alla pandemia, con i suoi numeri che sono sempre meno rassicuranti; immani le difficoltà organizzative; tanti i produttori, ma anche associazioni (si leggano sotto le profetiche perplessità di Antonello Maietta, presidente Ais) e organizzazioni, che si sono opposti all’organizzazione di una fiera a fine giugno, giudicata “fuori tempo massimo” sia da un punto di vista strategico-commerciale, sia per le condizioni meteo proibitive, sia per l’assenza praticamente certa di gran parte dei buyer stranieri.
Peraltro Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha annunciato che dal 16 al 18 ottobre ci sarà un “nuovo evento di promozione a forte spinta istituzionale”. Non si sa molto di più, se non che la formula prevista è quella del b2b e che l’obiettivo è “la ripresa delle relazioni commerciali nazionali e internazionali ’in presenza’ a Verona”. L’appuntamento si annuncia importante, tale da meritarsi il titolo di Vinitaly – Edizione speciale. Quanto basta per scatenare la reazione degli organizzatori della Milano Wine Week 2021, già calendarizzata dal 2 al 10 ottobre, che, come si legge nella “lettera aperta” del suo presidente, Federico Gordini, si inserirà “in un grande progetto di ripartenza dell’eccellenza italiana che unirà in due mesi di palinsesto, tra settembre e ottobre, le filiere del design, della moda, del vino e del cibo”.
Nella medesima Gordini chiede però maggiore fair play, pratico e di metodo, per evitare che si creino sovrapposizioni di calendario. Insomma, un “autunno caldo” inedito, che questa volta non riguarda questioni sindacali e operaie, ma che rischia di riaccendere l’annosa rivalità “enoica” tra Verona e Milano. “La Special Edition di ottobre – dichiara Mantovani – ha l’obiettivo di riunire istituzioni, associazioni di filiera e aziende, coinvolgendole in un progetto di sistema che rappresenta il primo evento business del 2021 dedicato al settore vitivinicolo”.
“Il vino italiano è un settore fondamentale che esprime un valore alla produzione di circa 12 miliardi e un export che nel 2020 si è fermato a 6,3 miliardi di euro, in flessione del 2,3% rispetto all’anno precedente – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –. In questo scenario ritornare a programmare e a fare eventi in presenza è ancora più fondamentale.
Lo confermano gli operatori nazionali ed esteri di Vinitaly in un sondaggio realizzato tra dicembre e gennaio scorsi: oltre il 30% del campione ha evidenziato che partecipare alle fiere sarà ancora più importante che in passato, mentre più del 60% ritiene che le fiere saranno ugualmente rilevanti”.
Vinitaly Special Edition 2021 si caratterizza quindi per essere un vero e proprio strumento di politica industriale per la ripresa delle relazioni commerciali a livello nazionale.
Il format poggia su quattro pilastri. Prima di tutto la manifestazione si svolgerà in presenza nel quartiere fieristico di Veronafiere: uno spazio delimitato, controllato e sicuro. Un modo per riscoprire l’importanza e il valore delle relazioni umane e per creare anche nuove sinergie con mondi diversi, come quello delle gallerie e dei collezionisti, protagonisti di ArtVerona, rassegna di Veronafiere sull’arte contemporanea che si tiene fino al 17 ottobre in fiera. Il secondo punto fermo è la caratterizzazione esclusivamente professionale dell’evento, con ingresso riservato agli operatori del comparto, degustazioni fisiche e online, un focus sul mercato-Italia, i workshop e gli approfondimenti del Wine2Wine Business Forum (18-19 ottobre).
Ad aprire i lavori saranno gli Stati generali del vino 2021: un convegno con la partecipazione di 50 top manager del mondo del vino, le istituzioni e i rappresentanti dell’Unione europea che si confronteranno sullo scenario attuale e sulle prospettive future. “L’asse del mercato è mutevole e non solo per l’emergenza – commenta Mantovani –. Secondo quanto segnalato dal nostro Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, se analizziamo nel loro complesso i risultati di gennaio di quest’anno con lo stesso mese del 2020, in regime pre-Covid, per l’Italia la partenza è con un gap a valore del -19% nei primi 10 mercati della domanda. Dati ancora parziali, ma che fanno riflettere su quanto sia fondamentale in questo periodo complesso potenziare l’azione di promozione sui buyer chiave. Terzo pilastro della Vinitaly Special Edition è l’internazionalità. Veronafiere, con ICE-Agenzia e ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, è già al lavoro per permettere l’arrivo di buyer selezionati dall’estero, in particolare da nazioni target quali Stati Uniti e Cina, attraverso corridoi verdi sanitari. Infine, sarà riservata grande attenzione alle aziende che parteciperanno alla Special Edition, affinché possano capitalizzarla come strumento di marketing, comunicazione e formazione professionale. Agli espositori verranno offerte aree preallestite chiavi-in-mano, comprensive di servizi. A disposizione degli iscritti ci sarà anche la vetrina virtuale e le soluzioni di networking digitali della nuova piattaforma online “Vinitaly Plus”, per integrare e ampliare le potenzialità della rassegna fisica. La Special Edition rappresenta un appuntamento importante per la community di Vinitaly, ma è soltanto una delle numerose tappe della road map di Veronafiere che accompagna il vino made in Italy nel mondo, con la sua cultura e i suoi protagonisti. Il sistema-Vinitaly può contare infatti su una galassia di eventi mondiali già programmati fino al 2022; calendario che vedrà la chiusura del cerchio con la 54ª edizione di Vinitaly a Verona, dal 10 al 13 aprile.
VITIGNOITALIA – Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani
Salta l’ennesimo appuntamento enoico, spostato direttamente al 2022
La XVI edizione di VitignoItalia si terrà a Napoli il 22, 23 e 24 maggio 2022. L’organizzazione ha dunque deciso di annullare l’evento già in programma nel maggio 2021.
Lo ha annunciato il suo direttore, Maurizio Teti: “Una decisione doverosa – commenta Teti – dato il prosieguo dell’emergenza sanitaria. In un primo momento era stata presa in considerazione l’eventualità di posticipare la manifestazione a ottobre 2021, ma dopo un’analisi attenta dei tanti aspetti che ruotano intorno a un evento importante come VitignoItalia, abbiamo ritenuto opportuno rimandare il tutto al prossimo anno. Ciò che ha pesato maggiormente su questa scelta è senza dubbio il rapporto, spesso pluriennale, che ci lega alle aziende partecipanti, così come ai nostri sponsor. Un rapporto di fidelizzazione che va ben oltre il semplice legame commerciale. Ai produttori siamo soliti offrire dei servizi con uno standard qualitativo elevato, assicurando loro in primis la presenza di un massiccio numero di operatori del settore del territorio e quella di buyer internazionali di peso.
Allo stesso modo alle realtà che ci sostengono abbiamo sempre garantito una certa visibilità, anche studiando insieme a loro, per talune specifiche iniziative, delle modalità di partecipazione ad hoc. Tutte garanzie che, evidentemente, in questo momento non è possibile dare”. L’organizzazione è già da ora al lavoro per organizzare un VitignoItalia 2022 ancora più ricco di contenuti e novità. Un’edizione all’altezza di quelle passate, che hanno fatto della kermesse una delle fiere enoiche più importanti d’Italia e un punto di riferimento fondamentale nel settore delle manifestazioni del Sud.
Però, sempre nel capoluogo partenopeo, il prossimo 30 novembre andrà comunque in scena l’Anteprima VitignoItalia: anticipazione di ciò che accadrà nel mese di maggio, resa per l’occasione ancora più ricca.
Fra l’altro Teti ricorda che: “Anteprima ha smesso da tempo di essere un semplice spin off di VitignoItalia, assumendo un ruolo e una dimensione propri. Che a novembre saranno ulteriormente evidenziati con una serie di iniziative e novità sulle quali stiamo già da tempo lavorando. Senza dimenticare che, anticipando le festività natalizie, si tratta di un evento, per coloro che vi prendono parte, dai risvolti commerciali significativi”.
La associazioni
ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIER
L’online è utile per la didattica, ma la convivialità?
Il presidente Ais Antonello Maietta ammette: “Gli eventi più importanti del 2020, come la presentazione della nostra guida Vitae, sono avvenuti online, decretando un aumento smisurato di partecipanti, ma senza un rapporto personale”.
Vinitaly rimane per l’Ais un punto di riferimento: “Ha abbandonato il profilo trade e non è il miglior momento per degustare vino, però non possiamo prescindere dal suo forte elemento socializzante”.
Sì ai webinar per lezioni online e aggiornamenti per i docenti. Mauro Carosso, delegato di Torino dell’Ais Piemonte, spiega che nonostante le limitazioni si è riuscito ad organizzare l’evento Ba&Ba (Barolo e Barbaresco) in una formula che si è rivelata vincente. Diluita in sei masterclass, con circa 20 produttori in degustazione, la sede Ais di Torino è riuscita ad ospitare circa 100 persone (su prenotazione) a serata. Un buon risultato che ha donato più compostezza e prestigio alla manifestazione.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE LE DONNE DEL VINO
La pandemia non le ha fermate: tante le iniziative: video tutorial, webinar, Instagram
Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’associazione tutta al femminile, sostiene che, nonostante tutto, il 2020 e il connesso successo del web hanno dato l’opportunità di crescere e creare molti progetti, partendo dall’8 marzo, festa nazionale della donna, quando venne lanciato il simbolo della botte verde, diventato virale come icona di sostenibilità ambientale.
Sono state organizzate visite virtuali in cantina e creati progetti per future donne del vino: “Da stage a video tutorial, abbiamo lanciato queste iniziative di formazione gratuita online, complete di workshop con giornaliste, produttrici e professioniste del settore”, dichiara Cinelli Colombini.
Il successo è arrivato anche su Instagram, dove sono stati lanciati due hashtag: #winewindow, che unisce winelover e spettacolari paesaggi, e #tunonseisola, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
Tra le iniziative che hanno riscosso più successo si annoverano “Camper Friendly”, che promuove l’enoturismo attraverso soste in camper con vista sui vigneti, e “Il Ricettario”, il primo al mondo che parte dal vino per arrivare al cibo.
Non manca il b2b, grazie a un webinar con Michelle Shah e importatori di tutto il mondo.
FEDERAZIONE ITALIANA VIGNAIOLI INDIPENDENTI
Il “Mercato” è essenziale. Gli eventi? Saranno diversi. Il web? Utile complemento
Matilde Poggi, presidente Fivi, racconta il suo 2020, tra degustazioni online, webinar e contatti con le aziende: “Chiaramente l’anno scorso abbiamo rinunciato alle fiere; ciò si è riflesso negativamente sul mondo del vino”. Il Mercato dei Vini organizzato da Fivi “è essenziale per il produttore; lo aiuta a trovare nuova clientela, a socializzare.
La presidente è consapevole che probabilmente le regole rimarranno anche in futuro: “Abbiamo provato a creare una fiera online, ma non è una valida alternativa a quella fisica. Manca la convivialità, le strette di mano, la trattativa”. Cosciente che webinar e degustazioni online daranno una mano al mondo enoico, la Poggi crede altresì fermamente che questi non sostituiranno il vis-à-vis, ma lo andranno a completare.
“Nel 2020 ho incontrato i miei importatori via Zoom; potevamo farlo anche prima, è vero, ma non ci avevamo mai pensato. Forse perché incontrarsi dal vivo è sempre più bello”.
VINNATUR
Saltata la fiera associativa del 2020, meno risorse per la ricerca
Angiolino Maule, produttore di vini naturali e presidente VinNatur, afferma che l’anno passato l’utilizzo dei sistemi digitali si è rivelato molto utile: “Teniamo webinar ogni lunedì; è un modo per incontrarci, telematicamente. Per esempio ci siamo inventati un’interessante degustazione di vini difettosi, creati insieme al centro ricerche di Pisa per capire fino a quale livello sia accettabile un determinato sentore”. Dopo il successo didattico di tali argomenti si è pensato di raggiungere anche i paesi più lontani, come Australia e Giappone.
Amareggiato per non aver potuto organizzare la fiera associativa nel 2020, Angiolino confessa che i guadagni della manifestazione servono soprattutto per mantenere attiva la ricerca: “Rischiamo di perdere questa grande opportunità di crescita. Si tratta di ricerche concretamente utili per vignaioli, per migliorarsi sia in campagna, sia in cantina.
Studiamo la fertilità biologica del suolo, l’ecosistema del fuori suolo, le fermentazioni spontanee e senza solfiti aggiunti, l’affinamento del vino con l’utilizzo della feccia grossa”.
L’autore desidera ringraziare Riccardo Sette per il supporto dato alla raccolta del materiale informativo e alla redazione del presente articolo.