SEMPRE PIÙ PASSEGGERI AEREI SCELGONO PASTI PLANT-BASED
In un comunicato di Gennaio 2022, Emirates, Compagnia aerea di bandiera dell’Emirato Arabo di Dubai, conferma che i pasti 100% vegani sono i più richiesti a bordo dei propri voli.
Nel mese di gennaio 2021 la compagnia registrò un 10% in più di pasti vegani serviti, rispetto agli altri mesi dell’anno, complice la challenge globale Veganuary che ogni anno a gennaio incoraggia milioni di persone a intraprendere una dieta vegetale,
Emirates ha dunque registrato una vera e propria impennata della domanda confermando il trend del 2021, con una fornitura complessiva di oltre 113.000 pasti vegani.
La Compagnia propone da oltre 15 anni pasti 100% vegani e attualmente l’offerta conta 170 piatti ideati da un team di professionisti, nutrizionisti e chef pluripremiati, che consigliano proposte della tradizione regionale ispirati ai sapori delle città di origine o di destinazione dei voli.
Si tratta di pasti sia salati che dolci: crêpes di verdure grigliate con concassé di spinaci e pomodoro, ravioli alla mediterranea, tajine di verdure e cous cous; tra i dessert troviamo riso caramellato al forno e crema di cocco, ananas con sciroppo di pomelo e zenzero; colazioni gustose come il pudding di avena e semi di chia al cocco con composta di mango e frutto della passione.
L’offerta vegetale si estende dai voli alle lounge di Dubai, dove s’inganna l’attesa con prelibatezze come involtini di riso vietnamiti con salsa all’aceto leggermente piccante, oppure green burger con un medaglione vegetale ed insalata e non mancano le scelte per viaggiare più leggeri come tabbouleh di quinoa, minestrone di verdure e fagioli bianchi e numerose insalate, che variano in base alla località.
Sulle rotte più richieste, i pasti vegani vengono spesso forniti come parte delle opzioni nel menù principale, ad ogni modo la soluzione vegan è disponibile per tutte le classi di viaggio e prenotabile sino a 24 ore prima della partenza.
Esistono tantissime altre compagnie aeree che offrono pasti plant-based come Qatar airways, Turkish airlines, Air New Zealand, Thai airways, Quantas, Oman air e tante altre ancora.
Per tutte le compagnie, i pasti vegetali vengono annoverati tra i pasti speciali e quindi su prenotazione; in un futuro non tanto lontano ci si aspetta che verranno considerati come pasti standard, presenti nelle opzioni sul menù principale di volo, sia perché fruibili da tutti, sia anche in un’ottica di diminuzione dell’impatto ambientale del traffico aereo, che dopo quello su strada è la seconda fonte inquinante nel settore dei trasporti.
PLANT BASED FOOD DELIVERY: UN TREND IN CRESCITA
In occasione del Veganuary, Deliveroo, piattaforma leader dell’online food delivery, ha calcolato un risparmio di quasi 170.000 kg di CO2eq grazie agli ordini di pasti plant-based pervenuti durante il 2021.
Secondo i dati, un burger realizzato con proteine vegetali può generare un risparmio di emissioni di CO2eq fino al 90% in meno rispetto a un tradizionale burger di carne. L’interesse sempre maggiore per le alternative vegetali ordinate tramite l’app di Deliveroo ha evitato l’utilizzo di circa 5.650 kg di carne animale nel 2021. Inoltre, nell’arco dell’ultimo trimestre 2021, le ordinazioni di piatti vegan sono cresciute più dell’80% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Sulla base dei dati raccolti, l’app di Deliveroo ha rilasciato la top10 delle città italiane più “vegan-oriented”: in prima posizione si scopre Merano, nota ai più per tradizioni gastronomiche con piatti a base di selvaggina, burro e uova; seguono in ordine Brindisi, Trento, Pisa, Pavia, Udine, Thiene, Pomezia, Piombino, e Firenze.
L’OMS RACCOMANDA DIETA PLANT BASED COME PREVENZIONE
Il forte e crescente interesse verso la dieta vegetale è supportato anche dall’OMS.
La recente review pubblicata a Novembre 2021 dalla World Health Organization raccomanda caldamente la dieta vegetale, o comunque a predominanza vegetale, bassa di sale, grassi saturi e zuccheri aggiunti come parte integrante di uno stile di vita sano.
L’OMS associa la dieta plant-based a un basso rischio di mortalità prematura, indicandola come protettiva contro le patologie “non trasmissibili” come malattie cardiovascolari e respiratorie croniche, diabete e tumori che sono ad oggi responsabili per il 71% delle morti premature a livello globale.
LE MALATTIE CRONICO DEGENERATIVE COLLEGATE AD UNA CATTIVA ALIMENTAZIONE
Lo studio incoraggia il consumo di frutta e verdura nella misura di almeno 400 grammi (5 porzioni) al giorno, patate e tuberi amidacei esclusi, per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari ed attacchi di cuore.
Dagli studi di riferimento emerge che esiste una forte associazione tra dieta e rischio di tumore intestinale in coloro che consumano frequentemente (4 o più porzioni a settimana) carni processate e carni rosse non processate. Il diabete è inscindibilmente legato al tasso di obesità; un elevato indice di massa corporea (BMI) corrisponde al massimo fattore di rischio.
Generalmente vegetariani e vegani hanno un BMI più basso rispetto ai non vegetariani, specificando che chi non mangia carne è maggiormente propenso a seguire uno stile di vita più salutare rispetto a chi sceglie di mangiare carne.
ATTENTI AI PRODOTTI ULTRAPROCESSATI
La review precisa che non tutte le diete vegetali sono salutari, indicando come insalubri quelle che si basano su alimenti ultra processati come i prodotti che imitano le carni: salsicce, bocconcini e burger vegetali, bevande di mandorle o avena, formaggi vegetali, etc… Spesso questi alimenti ultra-elaborati sono formulati con amidi, zuccheri, grassi, isolati ed estrusi proteici, aromi, coloranti, emulsionanti ed altri additivi che servono ad incrementare la shelf-life del prodotto, la palatabilità e l’aspetto del prodotto finale.
Tutti questi ingredienti “migliorativi” sono gli stessi ingredienti che si trovano nelle carni animali processate, va da sé quindi che non fanno parte di una sana alimentazione sia che si tratti di carni processate, sia di carni vegetali elaborate.
La raccomandazione è quindi di preferire cibi e bevande minimamente trasformati: cereali integrali rispetto a cereali raffinati; frutta intera rispetto ai succhi; oli vegetali non raffinati e non tropicali (ricchi di acidi grassi mono e polinsaturi) come l’olio d’oliva rispetto a olio di cocco e oli parzialmente idrogenati; bevande non zuccherate come acqua, caffè o tè invece di bevande gassate e zuccherate.
CONCLUSIONI: IL TRIPLICE VANTAGGIO PER L’UOMO, GLI ANIMALI ED IL PIANETA
Lo studio conclude ribadendo quanto spesso abbiamo già detto su queste pagine, ovvero che le diete sane a base vegetale possono non solo migliorare la nostra salute, ma anche ridurre l’impatto ambientale associato all’elevato consumo di alimenti di origine animale.
Gli alimenti come latticini, carni rosse trasformate e non, che sono associati a negativi e maggiori impatti ambientali sono collegati ad importanti aumenti di rischio di malattie cronico degenerative.
La produzione di alimenti vegetali, come frutta e verdura, cereali, legumi, noci e semi, produce emissioni di gas serra nettamente inferiori a quelle emesse dai prodotti animali.
Passare a una dieta a base vegetale può quindi salvaguardare la biodiversità, riducendo notevolmente a livello globale l’utilizzo della terra per i pascoli e le colture. Infine il consumo eccessivo di carne grava sui nostri sistemi sanitari: è stato stimato che nel 2020 ci sono stati 2,4 milioni di morti nel mondo e circa 240 milioni di euro di costi sanitari, attribuibili all’eccessivo consumo di carne rossa e lavorata.
Pertanto l’adozione di diete a base vegetale potrebbe tradursi in un risparmio di miliardi di euro in costi sanitari in tutta Europa.