Lo scorso mese, durante il Festival della Cucina Italiana, a Piobbico si è avuto modo di discutere sulla Piramide dell’Alimentazione Mediterranea, in una conferenza a cui ho avuto il piacere di partecipare come relatore. Molti di noi (non tutti purtroppo!) conoscono o intuiscono i benefici dell’alimentazione di tipo mediterraneo e sono anche convinti di inserire nella loro giornata gran parte dei principi nutrizionali suggeriti dalla famosa piramide. La verità è che in realtà ben pochi attuano correttamente i sani principi della dieta mediterranea. Eppure, quando io chiedo, nei miei ambulatori, che cosa mangiano i miei pazienti, la maggior parte di loro mi risponde che segue una alimentazione mediterranea. Ma sarà vero? Intanto c’è da dire che la struttura stessa della piramide alimentare di tipo mediterraneo è cambiata nel tempo. Quando è comparsa, circa vent’anni fa, alla base erano presenti i cereali (pasta, pane, ecc..) e subito dopo, al secondo gradino, erano collocati frutta e verdura.
Con il passare degli anni, si è pensato bene di dare maggiore importanza più a frutta e verdura e un po’ meno ai cereali, cercando di mettere l’accento anche sulla necessità di bere il più possibile durante la giornata.
Successivamente si è capito che i consigli che venivano elargiti attraverso la piramide alimentare erano estremamente approssimativi; si è cercato allora di rendere la piramide ancora più articolata, inserendo anche il richiamo all’attività fisica, al consumo di cereali integrali e, addirittura, alla necessità di assumere integratori alimentari!
La cosa più importante da comprendere è però che la piramide alimentare mediterranea è un invito preciso all’equilibrio e alla corretta distribuzione dei cibi nell’arco della giornata e della settimana: non si può pensare che mangiare 4 volte a settimana la verdura significhi seguire i criteri della dieta mediterranea. Molti di noi fanno l’errore di pensare che l’importante sia mangiare quegli alimenti, senza inserirli in un ordine e in una proporzione ben precisa. Non è così: quando noi parliamo di “5 porzioni di frutta e verdura al giorno” ci riferiamo proprio ad uno dei principali pilastri dell’alimentazione mediterranea. Vi assicuro che non è la stessa cosa dire che “mangiamo frutta e verdura” ma lo facciamo solo 1-2 volte al giorno, piuttosto che affermare con certezza che consumiamo effettivamente 5 porzioni di vegetali nell’intera giornata. Ci sono studi precisi ed inequivocabili che testimoniano come una simile quantità di vegetali sia non solo preventiva, ma, addirittura terapeutica nei confronti di molti disturbi!
Purtroppo, quindi, la piramide che seguiamo, molto spesso è mediterranea solo esteriormente, ma non nella sostanza, nella giusta proporzione di ciò che mangiamo. Questo poi dipende da tanti fattori: tempi ristretti e poca capacità organizzativa; pigrizia; necessità di consumare pasti fuori, spesso al bar; messaggi piubblicitari! Eh, già! Proprio così: forse non lo consideriamo abbastanza, ma purtroppo, la pubblicità insinua in noi necessità e pulsioni che, alla lunga, si fanno sentire. A tal proposito, voglio sottoporre alla vostra attenzione uno studio fatto dalla rivista “Altroconsumo” in collaborazione con la Città di Bolzano, che ha equiparato quelli che sono i consigli dettati dalla piramide alimentare mediterranea con i passaggi pubblicitari televisivi riguardanti i diversi prodotti che noi consumiamo.
Abbiamo potuto notare come, in televisione, il 60% della pubblicità è relativa a: cioccolato (7%), fast food (8%), caramelle (9%), bevande (18%) e biscotti e merendine (18%). Solo il 3% dei passaggi pubblicitari è invece destinato a frutta e verdura. Ahimè, questa è la sola piramide che dobbiamo evitare! Il vero problema è che troppo spesso nella nostra giornata passano dei messaggi che, alla fine, ci invitano a virare la nostra alimentazione verso prodotti con scarsissimo valore nutritivo: è, purtroppo, attraverso questa dinamica di comunicazione che si rischia di alterare la cultura alimentare di un Paese! Un Paese (come l’Italia) con una diversità incredibile di prodotti, con una “cultura del prodotto artigianale” che non ha eguali rischia di farsi coinvolgere nel vortice del “cibo spazzatura”!… Quello che, fino a qualche anno fa, era una caratteristica solo di Paesi oltreoceano, sta ormai diventando anche un nostro “fare” quotidiano… Non c’è quindi da meravigliarsi, o scandalizzarsi, se il tasso di obesi e persone in sovrappeso aumenta. Non voglio assolutamente fare il moralista: le industrie alimentari fanno il loro lavoro e le agenzie di pubblicità e comunicazione devono fare di tutto per spingere i prodotti dei loro clienti. Niente da dire su questo! Ma, vi assicuro, basta poco: cominciamo da piccoli gesti quotidiani, senza stravolgere i nostri ritmi; facciamo quotidianamente un piccolo esame di coscienza e valutiamo con obiettività se il nostro consumo quotidiano è stato simile a quanto proposto dalla piramide mediterranea e se non lo è stato, riproviamoci il giorno dopo, e poi il giorno dopo ancora: quando un comportamento si riesce a ripetere nel tempo diventa una abitudine; quando una abitudine viene adottata da molti, diventa cultura!