Partenze e ripartenze per il gruppo la gastronomia a famiglia Alajmo; il covid come una tragica opportunità per attingere a energie più profonde e rinnovarsi in quello che somiglia a un paradossale stato di grazia. Travolto come tutti da un insolito lockdown, Massimiliano Alajmo con il suo secondo Diego Magro si è subito consacrato al delivery presso la gastronomia di famiglia a Padova, In.gredienti. Lanciando un’attività destinata a proseguire secondo una vision come sempre originale. Nessuna sovrapposizione con la casa madre, nelle proposte e nello stile; né tantomeno tentativi di emulazione racchiusi in box per aspiranti masterchef, sacchetti e sacchettini in plastica con le loro astruse istruzioni modello Ikea gourmet.
Quella delle Calandre è un’esperienza che non può essere riprodotta o simulata a casa. Meglio cogliere l’occasione per fare altro, riscoprendo quella che in Francia è la nobile arte del traiteur, meritevole di potenti corporazioni, concorsi al cardiopalma e corone di alloro. Qualcosa che in Italia si era un po’ perso, o forse non è mai esistito, ma che si può proficuamente innestare su un repertorio impareggiabile di specialità regionali dormienti, in attesa di nuova vita. “L’idea era quella di offrire un servizio e di tenere accesa una lampadina, per non mollare psicologicamente. Praticavamo già il delivery, abbiamo triplicato il fatturato ma non è mai stata una questione di numeri. Richiede molta ricerca, come tutte le cose nuove: adesso stiamo lavorando per spingere le spedizioni sul salato più lontano. Tutti piatti pronti, con qualche eccezione come il cappuccino di seppia; in alternativa tendenzialmente mando il cuoco. È una cucina gastronomia, ma senza complessi, che non ha bisogno della contestualizzazione del ristorante, ma riposa sull’adattabilità. Perché i momenti sono diversi. Ma i traiteur in Francia sono un’istituzione. E noi siamo andati a ripescare ricette dimenticate come il sartù, che poi hanno ispirato nuovi piatti. Adesso sta un po’ calando, per l’effetto elastico”.