La malagestio nella comunicazione istituzionale per incentivare il turismo verso l’Italia è palesemente bipartisan, quindi inutile gridare allo scandalo per le scelte del governo destrorso.
Dal “Please visit Italy” di Rutelli, al “Magic Italy” di Berlusconi, passando per il “Very bello” di Franceschini, fino all’inutile Italia.it, costato alle casse dello Stato oltre 25 milioni di euro, l’approdo all’attuale “Open to meraviglia” è l’ennesimo esempio dell’incapacità di fare marketing strategico da parte della politica.
Eppure, se è vergognosa la lista di scempiaggini messe in atto dalla campagna pubblicitaria – dal dominio del sito non registrato, alla improbabile Venere in versione Ferragni de’ noantri, ai nomi delle città tradotti in inglese, dai follower comprati (!), agli spot realizzati con immagini scaricate da internet – lo shitstorm generato sul web ci danneggia ulteriormente all’estero, facendoci apparire ancora di più per quello che in buona parte siamo:
il Paese degli sprechi, degli intrallazzi, della sciatteria elevata a sistema.
Il problema di base, a mio avviso, è aver utilizzato i soliti stereotipi che già il mondo conosce, quasi a promuovere una destinazione specifica, come le abusate Roma o Venezia, invece che l’immagine composita dell’intero Paese.
E dire che sono migliaia le mete uniche e straordinarie in Italia, innumerevoli i presupposti di carattere culturale, artistico, gastronomico, paesaggistico per affermare una migliore reputazione, creare emozione, attirare un turismo qualificato.
Ci sono oggi piattaforme e algoritmi che possono diffondere campagne pubblicitarie planetarie a prezzi incredibilmente bassi. Il grosso delle risorse messe in campo dovrebbe dunque essere speso per salvaguardare il nostro patrimonio materiale e immateriale, per diffondere e rendere attrattiva la cultura, prima di tutto in Italia.
Il Bel Paese è tale se il racconto che ne viene fatto è la convincente sintesi di un’immagine nazionale collettiva, se a essere promosso è uno spettacolare mosaico dove le preziose e sorprendenti tessere sono messe in luce con coerenza.
Solo così si genera meraviglia.
E sarà very bello comunicarla senza usare improbabili inglesismi.
Intanto noi cavalchiamo l’onda mediatica del momento con evidente ironia: il nostro “Open to Toscana” di questo numero è la finestra su alcune delle attrattive della regione.
Io personalmente ne sono la testimone!
[Editoriale del numero di maggio-giugno 2023 de La Madia Travelfood. Leggilo online oppure abbonati alla rivista cartacea!]