Vado a Roma in treno, prima classe: distanziamenti, personale che controlla con solerzia il solo abbassarsi sotto il naso della mascherina. Ottimo.
Prendo un regionale per tornare a casa. Treno stipato, gente ammassata anche in piedi, nessun controllo.
Dunque la sicurezza è un problema di classe sociale?
Il parallelo corre d’obbligo: serve il green pass da Cracco, ma non è necessario esibirlo in Autogrill, alla reception dell’albergo, al bancone del bar, nei supermercati, nei negozi, nei mezzi pubblici…
In pratica, valutando questo quadro, i ristoranti sembrerebbero essere i maggiori centri di contagio.
Agendo in tal modo, però, il Governo rischia di fomentare divisioni classiste, dimostrando di applicare meccanismi automatici di esclusione senza una logica sanitaria percepibile.
Oggi queste discriminazioni potrebbero essere superate: ora che la FDA ha finalmente approvato il vaccino Pzifer, addirittura testato su 4 miliardi di essere umani – il che azzererebbe le tante argomentazioni no vax – basterà renderlo obbligatorio, togliendo di mezzo quel libero arbitrio tanto caro a molti italiani.
Siamo una collettività: se ognuno va per conto suo e lo stesso Governo lo permette a sua volta adottando misure ghettizzanti, il concetto di inclusione va a farsi friggere.
E il fritto, si sa, fa male alla salute.