Benvenuti nel variegato mondo del food-biz. La crescita di interesse nei confronti del mondo del cibo, della cucina e della ristorazione ha avuto come principale conseguenza il moltiplicarsi delle occasioni di incontro e confronto sul tema, nel mondo reale quanto in quello virtuale dei social media. Da assiduo frequentatore di entrambi gli ambiti, tra discussioni in Rete, eventi e cene ho avuto modo di incontrare un discreto numero di quegli appassionati che ne costituiscono la massa critica – il cosiddetto popolo dei Foodies – e da buon osservatore della varietà umana mi sono divertito a identificare e a catalogarne qualcuno. Buon divertimento, magari in qualcuno vi ritroverete.
1 L’INTRODOTTO. Onnipresente in tutti i sensi: per me che spesso alle manifestazioni mi ritrovo a stare dal lato di qua della barricata non è assolutamente possibile terminare la serata senza che un braccio, un piede, un metacarpo dell’introdotto abbia oltrepassato la barriera del banchetto dello stand. L’introdotto *può*, per definizione. Può smanazzare nei piatti che stai preparando, può venire di là, la sua faccia tosta è il suo lasciapassare. Non lo sopporta nessuno, ma nessuno ha voglia di dare spettacolo e mettercisi a litigare.
2 L’OVUNQUISTA. Come numero di presenze se la batte con l’introdotto di cui sopra, ma a differenza del primo non millanta alcuna conoscenza particolare o amicizia. L’ovunquista c’è. Non scrive, non influenza, non comunica, nessuno sa come abbia fatto a entrare, ma state certi che se c’è un’inaugurazione o un vernissage nel raggio di un km lui sarà in grado di trovarla e infilarcisi.
3 L’ASSOLUTO. Per lui non esistono mezze misure: vini, formaggi, salumi, piatti, ristoranti e chef sono sempre il top, purché ne parli lui. Conosce l’ambiente da prima, molto prima di tutti quanti e ha frequentato le tavole di tutto il mondo, bevuto e mangiato la qualsiasi, dal Romanée Conti ai Pomi del Giardino delle Esperidi, financo il famoso Cibo degli Dei menzionato da Aldo Giovanni e Giacomo: LA PIADEINA. “Assoluto” perché è quella la sua unica e ultima parola, nonostante talvolta i superlativi gli si ritorcano contro, al punto da leggerlo nella stessa discussione attribuire caratteristiche superlative assolute a due o più prodotti/chef/tavole in concorrenza o contrapposizione. Ostenta onniscienza ma qualche volta pure lui si trova costretto a ricorrere frettolosamente a Google, dando vita a imbarazzanti siparietti e conseguenti sogghigni dietro al monitor.
4 IL CITAZIONISTA. Sui social interviene sempre nelle discussioni riportando frasi e asserzioni di personaggi di spicco, o linkando articoli dai soliti quattro food-magazine dell’Oca Selvaggia. Da Bottura a Veronelli, da Escoffier a Bocuse, nulla sfugge alla furia linkatoria del citazionista, sempre pronto a sfoderare la documentazione comprovata di ogni cazzata che spara. Ma guarda che “Bastianich dice che…” Amico, una qualche corbelleria l’abbiamo detta tutti, nella vita: come mai che quelle che hanno detto loro le becchi sempre tutte tu?
5 IL DOMANDANTE. “Mi dà la ricettaah?” “Ce l’ha un cucchiaio?” “Non si può avere senza formaggio?” No, signora, il Risotto al Gorgonzola non si può avere senza formaggio.
6 IL PERFEZIONISTA. Riesce a trovare un difetto a qualsiasi piatto. Impossibile sfuggire al suo palato ipercritico, fa poca differenza che si tratti di una serata al ristorante pluriforchettato o del Festival della Zuppa di mandarloni di Borgo Fantasma. Lui ci avrebbe messo un po’ più di questo e un po’ meno di quello. Naturalmente non ha mai preso in mano una padella: si nutre di pasta fresca e sughi che mammà gli prepara e sporziona settimanalmente in dosi da uno.
7 IL SELFISTA. Agli eventi lo vedi girare come una trottola collezionando foto con tutti: dal giornalista al famoso chef – ma anche se non è così famoso fa lo stesso – abbracciandoti, spesso alternando il suo abbraccio mortale e unto a un morso alla polpetta dal piattino di carta e una sorsata di vino dal calice. Nessuno ha ancora capito di quanti arti superiori siano dotati gli appartenenti a tale misteriosa specie, ma di sicuro non sono meno di tre.
8 IL “MASTERCHEF” No, vabbè, questo è una cosa mia: non essendo in generale amante della Cucina Catodica, non amo l’accostamento con il format che personalmente considero come genitore di tutti i mali correlati al fenomeno della cucina nazionalpopolare. E invece ogni volta c’è qualcuno che per farmi un complimento non trova niente di meglio da dire che “Ma sei un vero Masterchef !!!” [Rumore di testate contro il muro in sottofondo]
9 IL NEVOGLIOANCORA. Non c’è niente da fare, non se lo metterà mai in testa che se a un evento ti fanno pagare per ogni porzione meno della metà di quello che spenderesti al ristorante NON AVRAI una porzione intera. Il nevoglioancora ti guarderà con sprezzante disapprovazione mentre gli porgi il piatto di cartoncino riciclabile a fronte dell’ “abbondante” testè richiesto, bofonchiando maledizioni e mai più a mezza bocca.
Tornerà. Al prossimo evento. Non fosse altro che per riprovarci con qualcun altro.
10 L’IMPOSTORE. Cucina – o perlomeno sostiene di esserne capace – scribacchia in giro, millanta amicizie e agganci, non è raro vederlo al fianco di chef veri, vestito come loro. Banfa e sparla di tutto e di tutti, nel giro di qualche anno nell’ambiente ha messo insieme probabilmente pari numero di amici e di nemici. Da questo mese ha un suo spazio sulla Madia, almeno fino a quando non farà arrabbiare qualcuno di importante.