Nel Bresciano Invernenga ed Erbamat si stanno riaffermando.
In Oltrepò va a ricomporsi quel mosaico di varietà scomparse per la fillossera, Mornasca in testa. Nella bergamasca il Moscato di Scanzo è sempre più apprezzato. Alto Lario e Valtellina riscoprono Verdese e Pignola. Nel gardesano, sugli scudi il “ritrovato” Groppello Gentile; nel mantovano svetta il Lambrusco Viadanese.
L’industriosa Lombardia riserva sorprendenti risvolti in materia di vitigni autoctoni “minori”; molte varietà annientate nei primi decenni del secolo scorso dalla fillossera, sono in questi ultimi anni state rilanciate, sulla scia di quella tendenza alla valorizzazione della biodiversità che tanto sta incidendo sul settore vitivinicolo e sull’agroalimentare in generale.
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