A Kangaroo Island e Ningaloo Reef
Kangaroo Island dista da Adelaide 35 minuti di volo; gli aerei da 8 o da 30 posti decollano da un piccolo aeroporto privato che sta di fronte al Terminal dell’Aeroporto Internazionale; il costo del biglietto è di circa 140€ e per trovare posto bisogna prenotarsi per tempo. Sul minuscolo bimotore ad elica della Regional Express il pilota fa tutto, assegna i posti, distribuisce le carte d’imbarco, carica e scarica i bagagli dei passeggeri, porta rifornimenti sull’isola (noi abbiamo viaggiato con un carico pigolante di pulcini).
Kangaoo Island, terza isola australiana con una superficie di 4.500 km quadrati, deve il suo nome al capitano Matthew Flinders comandante della marina inglese che nel 1802 sbarcò alla ricerca di cibo per l’equipaggio affamato della sua nave.
Cacciarono, uccisero e mangiarono i canguri di cui l’isola era piena; ancora oggi un approssimativo censimento indica in almeno un milione il numero dei canguri su questo territorio. L’isola disabitata cominciò a popolarsi all’inizio del Novecento e ora conta circa 4000 abitanti ed è turisticamente conosciuta per i suoi 21 Parchi Nazionali e Riserve Naturali, fra cui il Flinders Chase National Park che ha spettacolari rocce di granito a picco sull’Oceano Indiano. La fauna dell’isola comprende colonie di pinguini, di leoni marini, di foche, 250 specie di uccelli e poi echidne e koala e ovviamente canguri e wallaby, che sono dei canguri più piccoli e più timidi.
In questo integro e iper-protetto habitat, ad Aprile 2008, sulla costa sud-ovest, affacciato sulla solitaria Hansom Bay, tra i Parchi Nazionali di Kelly Hill Caves e Flinders Chase, ha aperto il Southern Ocean Lodge, realizzazione di un progetto di Turismo sostenibile, di Design e di Luxury Accomodation. L’intera proprietà si estende su 102 ettari, ma il Lodge con i suoi servizi occupa solo l’% della superficie; tutto il resto è stato vincolato dai proprietari per proteggerlo da ogni eventuale futura aggiunta costruttiva. La struttura dell’Hotel è stata progettata dal notissimo architetto australiano Max Pritchard e risponde ai criteri del minore impatto ambientale: qui si fa la raccolta delle acque piovane e lo smaltimento organico dei rifiuti, l’elettricità è prodotta in loco con pannelli solari e nella costruzione sono stati impiegati quasi esclusivamente materiali riciclati, incluso il cemento ed i legni del bellissimo arredamento moderno delle camere. Il SOL, abbreviazione di Southern Ocean Lodge, voluto dagli imprenditori James e Hayley Baillie, è stato approvato dal Commonwealth Environment Protection & Biodiversity Conservation Act, è stato realizzato in partnership con il South Australian Gouvernment, è il Primo Luxury Widerness Lodge australiano, ed è una scenografica struttura lineare che segue l’andamento della collina ed emerge come un segno obliquo continuo fra la verde e fittissima vegetazione del bush. Il mare e la spiaggia si raggiungono percorrendo una lunga passerella in legno sollevata dal terreno per non compromettere la vegetazione sottostante. Dalle camere la vista è spettacolare: rocce scoscese sull’Oceano che si allargano in un’ampia baia di sabbia, contrasti di colori fra il giallo oro delle scogliere, il verde intenso della vegetazione, il bianco delle onde che sollevano un lieve magico pulviscolo che riflette i raggi del sole, in una assoluta totale solitudine. Il Lodge ha 21 camere, grandi, panoramiche, con arredi di moderno design ottenuti da legno riciclato, lavorato da giovani artisti-artigiani venuti dalla Nuova Zelanda. Camere senza confini, le vetrate sostituiscono la parete verso il mare e consentono di vivere il panorama nelle variazioni della luce nei diversi momenti del giorno. Visione totale anche dal bagno: ci si immerge nella vasca a guscio d’uovo davanti alla distesa del bush e ai giochi delle nuvole e del mare, ad albe e tramonti indimenticabili. Centro del Lodge la sala rotonda, quasi 360° di panorama, divani intorno al camino sospeso al centro dello spazio e poltrone rivolte verso il mare, bar e ristorante nello stesso spazio ma su livelli diversi. Tutto è lieve, lineare, chiaro, assoluto, per lasciare il “fuori” protagonista da ogni angolazione di sguardo. Nel ristorante Matthew Upson è l’executive chef e la sua cucina ha esperienze di Asia e d’Europa. Lui ama i prodotti dell’isola, le verdure biologiche, il pesce e i crostacei locali, anche il pane è fatto in casa, a doppia lievitazione e con lievito madre naturale. Per i vini c’è una piccola cantina di vini australiani, saletta ben disegnata che serve anche per le degustazioni. Sulla collina poco lontano, in un cottage separato, SPA e massaggi.
DA KANGAROO ISLAND A NINGALOO REEF
Le distanze australiane sono notoriamente immense e quindi ora ci spostiamo di 2500 km, dalla natura di Kangaroo Island a quella altrettanto splendida del Ningaloo Reef, sulla Coral Coast, a nord di Perth e a 70 km da Exmouth, dove si arriva o percorrendo la North West Coastal Highway (che, nonostante il nome, non è sul mare) o in aereo da Perth, con voli Skywest. Durata del volo poco più di un’ora. Exmouth è la porta d’ingresso al Cape Range National Park, 50.830 ettari di natura costiera che includono anche il Range, una catena di montagne di arenaria rossa solcate da canyon, con grotte dove sono stati rinvenuti utensili preistorici delle popolazioni aborigene. Il Parco Marino è noto per gli squali balena lunghi anche 18 metri che ogni anno da aprile a luglio pascolano in queste acque e che, a dispetto della loro mole mastodontica, sono pacifici e tranquilli al punto che è possibile nuotargli accanto. Nel parco, Ningaloo Reef è la barriera che si estende per 260 km, uno dei maggiori sistemi corallini del mondo, una biodiversità con 500 specie di pesci, 600 specie di molluschi e 300 tipi di coralli. Sulla terraferma il litorale discende in dune ed è un susseguirsi di baie assolutamente turchesi e di spiagge bianchissime e si può fare pesca d’altura, immersioni e snorkeling. La barriera corallina, che in alcuni punti dista 50 metri dalla riva, è una linea continua ed è un segno ed un suono: il mare verde giada si fa blu cobalto e le onde si infrangono con un rombo che non tace mai; la sabbia è come zucchero a velo per colore e consistenza. Nelle lagune prossime al reef si incontrano mante, squali, tartarughe marine, delfini, dugonghi, mentre nelle acque basse e calde vicine alla riva ogni tanto passano piccoli pesci e squaletti lunghi non più di 50 centimetri. Le spiagge sono deserte, la natura intatta, la luce ha trasparenze di cristallo e le tartarughe di notte vengono dal mare a deporre le loro uova, lasciando tracce sulla sabbia che si scoprono al mattino come i segni delle iguane, labirinti grafici fra i cespugli bassi. All’interno del Parco, a North West Cape, a 50 metri dal mare, le 6 tende del Sal Salis Resort, appoggiano su palafitte di legno, sono grandi, eleganti pur nella loro spartana semplicità, ognuna con il proprio bagno privato che funziona con sistema biologico per la degradazione dei reflui, mentre l’acqua della doccia nei contenitori di gomma nera si riscalda al sole. All’esterno della tenda c’è l’amaca, di fronte l’Oceano. Sal Salis ha solo 6 tende ben distanziate, e una struttura centrale in legno aperta su 3 lati dove, oltre alla cucina, c’è la zona salotto dedicata alla vita in comune e il tavolo dove si pranza insieme con le guide e con gli eventuali altri ospiti. I frigoriferi funzionano con l’elettricità prodotta dai pannelli solari e, nonostante la non facile organizzazione degli approvvigionamenti, la cucina è curata, i gamberi cotti alla brace, gli appetizers per gli aperitivi sfiziosi. Mentre si aspetta il calare del sole di fronte alle dune di sabbia, al mare e alla linea bianca della barriera corallina, cala la sera: e si fa luce con le lanterne e l’assenza di inquinamento luminoso permette una visione indimenticabile del cielo. L’alba ha il colore della madreperla, le iguane immobili si riscaldano ai primi raggi del sole, un canguro passa saltellando fra le tende, più tardi le guide accompagnano a fare escursioni in kayak o a fare snorkelling o passeggiate fra i canyon del Parco, ma c’è chi preferisce stare sulla spiaggia, camminare, raccogliere conchiglie che poi si lasceranno accanto alla propria tenda o semplicemente stare distesi a guardare il mare e ad ascoltare il suono dell’Oceano.