La crescente presenza in rete di spettacoli televisivi, profili social ed intere rubriche dedicate alla ristorazione presenziati da chef stellati e non, ha posto in rilievo una lacuna nell’attuale ordinamento relativa alla tutela e al diritto d’autore delle ricette e dell’impiattamento presentate pubblicamente.
Per via interpretativa, giurisprudenza e dottrina hanno fatto rientrare nell’alveo della tutela autoriale l’impiattamento e la ricetta se la modalità con cui è espressa, divulgata e raccontata ha una originalità che la distingue nella preparazione o nella modalità di espressione, ritenendola espressione della sensibilità artistica e della originalità dell’autore, così come previsto dalla legge 633 del 1941.
La sopracitata legge sul diritto d’autore, agli articoli 1 e 2 prevede protezione per le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione, così come per le opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico. Non vi sono quindi espressamente citate tra queste le opere artistiche di chef e pasticceri.
Ma è largamente condiviso e accordato il diritto morale all’autore dei piatti e ricette che si acquista con la creazione dell’opera. Questo consente di rivendicarne la paternità, opporsi a deformazioni, mutilazioni e modificazioni ed ogni atto a danno dell’opera pregiudizievole per il suo onore o reputazione.
Si tratta di un diritto della personalità, inalienabile e imprescrittibile che ne consente lo sfruttamento economico esclusivo, potendo pubblicare, riprodurre e trascrivere l’opera. Questa, a differenza della procedura prevista per i marchi e brevetti (anch’essi strumenti di tutela per ricette e impiattamenti da valutare caso per caso) non necessita di alcuna registrazione ed ha una durata di settanta anni a far data dal decesso dell’autore, e sorge con la creazione dell’opera stessa.
Notoria in materia la vicenda conclusasi con decisione della Camera di Consiglio di Milano nel 2015 in cui la parte attrice, il Maestro Gualtiero Marchesi, a difesa dall’imitazione di un suo ex allievo del piatto “Riso, Oro e Zafferano” vinse la causa in questione, primo piatto oggi tutelato dal diritto d’autore dalla Fondazione Marchesi.
Un piatto al quale è stato riconosciuto la validità della registrazione come marchio di forma non trattandosi di una forma imposta dalla natura del prodotto stesso e non essendo una forma necessaria ad ottenere un risultato tecnico ed altresì avente una forte capacità distintiva grazie alla pubblicizzazione dello stesso non solo tra gli addetti del settore, ma ampiamente conosciuto dal consumatore medio italiano ed internazionale.
Ne è stato quindi riconosciuto il valore come opera del design (ai sensi dell’art. 2 lettera 10 della legge sul diritto d’autore) essendo dotato di creatività e di valore artistico.
Vi sono quindi degli strumenti della proprietà industriale e intellettuale che possono essere particolarmente utili per gli chef per tutelare economicamente le loro creazioni artistiche, ma è bene conoscerli prima di pubblicarli sulla rete globale.
Un primo suggerimento è quindi quello di avere ben in mente se si desidera creare un marchio o una linea di prodotti con possibili applicazioni industriali degne quindi di tutele tramite brevetti nazionali o internazionali, oppure semplici creazioni artigianali per le quali la più ampia diffusione è l’obiettivo prescelto.
Si consiglia in ogni caso di aggiungere alle immagini del piatto e alla procedura delle ricette la copyright notice, ossia il nome dell’autore, l’anno di realizzazione e logo copyright.
Allo stesso modo, per evitare atti di concorrenza sleale per imitazione servile e appropriazione di pregi, si consiglia, laddove si utilizzino piatti e ricette di altri autori, di citarne la relativa paternità così come già avviene per tutte le altre opere d’autore.
Un ulteriore consiglio è la stipula di accordi di riservatezza tra collaboratori e dipendenti (che durino anche oltre il rapporto contrattuale) a tutela delle ricette e del segreto industriale.
La cucina è un’arte e come tale deve essere tutelata.
[Questo articolo è un estratto del numero di Novembre-Dicembre 2022 de La Madia Travelfood. Leggilo online oppure abbonati alla rivista cartacea!]