Posada Real “La Casona”
Castiglia la Vieja y Leon – protagoniste delle vicende storiche della Spagna medievale – oggi compongono un territorio che, unificato nel 1983, conserva il 50% di tutto il patrimonio artistico spagnolo: 11 cattedrali, 600 chiese, 100 Alcazar, innumerevoli opere d’arte medioevali e barocche e alcuni importanti monumenti di epoca romana nelle città di Segovia, Avila e Salamanca, definite dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Il nome Castiglia vuol dire “terra di Castelli”, ed i castelli sono ovunque, possenti e bellissimi e quasi sempre in posizioni dominanti, alcuni talmente suggestivi da diventare il simbolo stesso della regione e talvolta non fortezze ma Dimore Seniorali, ovvero residenze usate per il controllo “da vicino” dei latifondi.
Montealegre de Campos, a 33 km da Vajadollid, è un borgo gioiello di origine celtica che, perfettamente integro, conserva nella strada principale le abitazioni padronali con le facciate ornate dai ricchi stemmi dei casati delle famiglie nobili che ancora ne sono proprietarie. Nel cielo terso volano indaffarate cicogne verso nidi in bilico sul campanile della Chiesa Madre e, all’estrema periferia dell’abitato, in posizione di assoluto dominio sulla distesa infinita del panorama che l’occhio percorre fino all’orizzonte e alla lontanissima cinta azzurrina dei monti, spicca un castello imponente e magnifico, costruito su un promontorio a sbalzo sulla meseta – una piattaforma di campi coltivati a grano con le spighe che ondeggiano al vento, movimento che ricorda quello incessante del mare. Un luogo indimenticabile. Del castello si sa che inizialmente fu arabo, fortezza inespugnabile, ma che poi passò sotto il dominio dei re spagnoli. Il borgo antico, il castello maestoso, la calma intatta dei luoghi e la bellezza della natura sarebbero già sufficienti motivi per una visita, ma a quanto in precedenza illustrato si aggiunge anche un buon indirizzo per una sosta di gradevole accoglienza.
All’ingresso di Montealegre, il Restaurante Fátima-Posada Real “La Casona”, raccomandato dalla Guida Michelin, è uno dei 23 ristoranti della Castilla y Leon consigliati dalla Guía CAMPSA, la Guida di gastronomia e di turismo più nota in Spagna.
Fátima Perez, unica donna chef della Castiglia, ha aperto questo locale ad Ottobre del 2005, conservando lo stesso nome di quello che in precedenza era a Valladolid. Energica e non priva di arguzia e di ironia, racconta volentieri e sorridendo i suoi inizi di bambina ai fornelli nella cucina di casa della nonna, il suo apprendistato di autodidatta, l’esperienza nel 1996 come allieva di Ferran Adrià, gli anni del successo del Ristorante Fátima di Valladolid, la decisione di tornare a Montealegre, paese di origine della sua famiglia, quando iniziarono i complessi lavori di restauro della Plaza Major a Valladolid (lavori ancora non finiti) che includevano anche il palazzo che ospitava il suo ristorante. Aggiunge poi che da qualche mese ha aperto a Madrid un altro locale, El Diablo Mundo, e conclude che comunque è difficile essere chef donna in Spagna e ancora più difficile esserlo in Castiglia. Il femminile, così ben rappresentato nel governo spagnolo, non lo è altrettanto in gastronomia: in Spagna il mondo degli chef si coniuga ancora e soprattutto al maschile.
Il “Restaurante Fátima” è situato sulla strada principale, all’inizio del borgo, ed è ospitato in una casa del XVII secolo restaurata e trasformata in Posada Real (in Spagna, la denominazione Posada Real sta ad indicare un’ospitalità di qualità accertata e garantita dal controllo del Governo). Si entra e subito è una saletta, aperta anche a chi non si ferma a mangiare, dove c’è la macchina per il caffé espresso (italiana) e si fanno le degustazioni guidate dei vini e gli assaggi con tapas: ambiente piccolo, informale e molto allegro. Al piano superiore, 7 camere accoglienti, arredate con gusto romantico; ogni camera si distingue per un colore differente sempre in sfumature pastello, i mobili sono di stile rustico, semplici e affettuosamente vecchi, i tetti a mansarda con le travi al soffitto, le finestre dalla forma antica: tutti gli elementi concorrono a creare un’atmosfera curata ed intima. Di fronte alle camere, in un salotto veranda, poltrone e libri e affaccio sul verde del giardino sottostante. Al piano terra la sala da pranzo ha pochi tavoli ben distanziati e preparati con cura ma senza sfarzi, perchè siamo in campagna: l’ambiente risulta di tono elegante, molto luminoso con le porte-finestre che occupano un’intera parete verso il giardino che, nella bella stagione, sarà uno spazio vissuto.
La cucina di Fátima è cucina d’autore ed è il racconto di una gastronomia di provincia seria e verificata, dove la tradizione è presente ma è alleggerita ed interpretata con spirito moderno e con largo impiego dei prodotti del territorio. Nella carta alcune ricette traggono ispirazione dalla cucina d’avanguardia, altre dalla tradizione locale e altre fanno riferimento alla cucina mediterranea, italiana in particolare; citiamo una delle proposte, “Pasta Fresca con pomodoro confit e formaggio”. Alla domanda “come mai questo riferimento alla cucina italiana”, Fatima risponde che il Mediterraneo è cultura comune, è stato ed è un crogiolo di incontri e di scambi ed è quindi naturale proporre anche a tavola spunti che provengono da più lontano ma che sono vicini per le materie impiegate. Insomma, come dire, siamo cugini non solo nella lingua e nel temperamento ma anche nello spirito delle nostre tavole, delle materie prime fresche e di campagna. La carta del ristorante è moderatamente creativa, con poche proposte e molta attenzione nella realizzazione e alla forma estetica della presentazione dei piatti, sempre curati e verificati personalmente da Fatima all’uscita dalla cucina. Qualche piatto di pesce, tonno, baccalà e salmone e per la carne, agnello, piccione, coniglio rigorosamente della zona, c’è uso di funghi e anche di tartufo bianco. Nella carta, accanto ad ogni piatto, il suggerimento di un tipo di vino come accompagnamento; gli abbinamenti sono di José Carlos Arroto, il marito di Fatima, che è sommelier ed è uno dei maggiori esperti nel mondo del vino castigliano (la Cantina della Casona, con 400 etichette nazionali ed internazionali è una delle migliori della regione).
In questa parte di Spagna dove la cucina è lontana dalle eccellenze basche e catalane, questo indirizzo è un incontro piacevole in una cornice di spiccato merito storico paesaggistico e culturale, con i sapori di un territorio prevalentemente agricolo ancora in grado di offrire materie prime di eccellenza, qui cucinate con mano abile che non tenta imitazioni o inutili prove di creatività.