Il nome evoca fasti di curia e opulenza di porporati, la realtà invece è quella di un piccolo resort in campagna, che della campagna ha la tranquillità, la quiete, a cui si aggiunge il piacere della scoperta della buona cucina dello chef Willliam Zonfa, giovane, simpatico e bravo nella sua arte e bravo anche nella cura dei suoi ospiti.
Siamo a L’Aquila, a pochi minuti d’auto dalla magnifica Basilica di Collemaggio, la città è vicina in termini di percorso, psicologicamente lontana grazie alla natura ed al paesaggio che ci circondano. Scenario campestre dunque, con il bosco che fa da confine al giardino, la piscina che si distende sinuosa nell’erba, l’orto dei semplici con le piante aromatiche e quello degli ortaggi dove oltre alle verdure ed ai legumi si coltivano le patate; c’è lo spazio dedicato ai giochi per i bambini e c’è una bella e ampia terrazza-dehors pavimentata in legno come il ponte di una nave, con strutture fisse che in stagione servono a proteggere dai raggi diretti del sole e dove si sta gradevolmente con la sensazione di aver lasciato altrove problemi ed urgenze.
Magione Papale, nome un po’ ridondante per una dimora che i papi non li ha mai visti ma che era in origine un mulino in cui si lavorava grazie all’acqua di un piccolo fiume del quale rimangono testimonianze visibili nella cantina oggi adibita a conservare i vini, soprattutto spumanti e champagne, perché la Magione lavora molto con appuntamenti di feste, eventi e matrimoni.
Piacevole sosta per chi è in viaggio, indirizzo che vale un detour se si è di passaggio in zona, facile da raggiungere anche per chi non è pratico dei luoghi, in quanto dista dall’autostrada non più di 10 minuti di auto: usciti dal casello Aquila est, voltare a sinistra verso la città e proseguire sempre diritti verso Porta Napoli. Si costeggiano i quartieri feriti dal terremoto, un angoscioso susseguirsi di palazzi antichi e nuovi, palazzine signorili, villini incisi da profonde crepe, incastellati in impalcature di legno e di acciaio, gabbie temporanee che sostengono un intero quartiere e che non vorremmo divenissero definitive.
Si prosegue, si passa davanti al Parco comunale e all’abbazia di Collemaggio, poi la strada fa un’ampia curva, inizia a scendere ed è subito campagna; poco dopo sulla destra (c’è il cartello con l’indicazione) la strada che, attraversati i binari con passaggio a livello di una ferrovia locale, conduce al nostro indirizzo, una piccola costruzione dipinta di un rosso deciso e profondo, fra il pompeiano ed il borbonico. L’architettura è accattivante, i tetti spioventi, l’esterno rustico e curato.
Aperta da poco più di un anno, ha 17 camere ai piani superiori, alcune sotto travi a capriata e tetti a mansarda, arredate con stile moderno che privilegia la funzionale comodità degli ambienti pensati per una clientela ‘d’affari’ che preferisce gli spazi sereni di questo panorama a quelli drammatici e problematici del centro dell’Aquila. Sale di soggiorno al piano terra, moderne e un pò fredde, senza particolare carattere e senza richiami particolari ai luoghi.
I ristoranti sono 2, c’è quello ‘gourmet’ e quello più semplice con le proposte della cucina tipica del territorio e con i prezzi più contenuti. Il costo è di circa 80€ nel primo caso e di 25€ nel secondo, bevande escluse.
Lo chef è William Zonfa, giovane aquilano che, dopo alcune esperienze estere, era all’Enoteca Vinalia dell’Aquila e poi, dopo il terremoto e in attesa che alla Magione terminassero i lavori di ristrutturazione, componente della brigata di Nino di Costanzo al ristorante ‘Il Mosaico’ di Villa Manzi ad Ischia.
La sua è una cucina di tradizione ma dove con tecnica e con fantasia si interpretano e si alleggeriscomo i piatti; le materie prime sono cercate fra i produttori della zona, dai più noti come Mauro de Paulis, ai meno noti che però con tenacia (e con fatica) riescono a portare avanti un discorso di qualità. C’è ricerca negli accostamenti, precisione nelle cotture, eleganza nella composizione dei piatti, misurata interpretazione negli abbinamenti senza voglia di stupire; c’è soprattutto molto impegno e molta partecipazione.
Il filetto di coniglio affumicato con fagioli di Paganica ed arancia è elegante, delicato, giustamente saporito e per nulla asciutto, il manzetto glassato è morbido e sapido accompagnato da una superba circoria di campo lievemente amara, perfetta; le variazioni d’agnello propongono un’escalation di sapori da quelli delicati a quelli più concentrati, dalle parti più nobili a quelle più povere in minuscole porzioni.
Nella Guida Michelin 2012 William Zonfa riceve il riconoscimento di una stella, riconoscimento proporzionato alla qualità del suo lavoro e della sua cucina e che riporta in un ristorante aquilano, dopo più di 30 anni, questo ambito premio.
Di Teresa Cremona