Il “Buonamico” è la più antica trattoria di Viareggio, fondata dall’ex-marinaio Eugenio Biangini nel 1901 e, in un primo momento definita come “posto per merende marine”, è stata scoperta e poi assiduamente frequentata da artisti, stanziali o di passaggio, pittori, musicisti, poeti, narratori, come Lornzo Viani, Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Moses Levy, Giacomo Piccini, Ruggero Leoncavallo, poi, via via, Ermete Zacconi, Ettore Petrolini, Eugenio Montale, Alberto Moravia, Mario Tobino, il senatore Vittorio Valletta presidente della Fiat e i proprietari Agnelli, fra cui Susanna la quale, nel suo libro di memorie “vestivamo alla marinara”, rammenta anche che “andavano a mangiare dal Buonamico”.
Bisogna qui non trascurare un particolare che riguardava l’approvvigionamento itticolo della trattoria. Si ricorda infatti un pescatore, che aveva però anche uno dei primi stabilimenti balneari, di nome Egidio Pettini detto “Il Lungo”, forniva in esclusiva tutte le arselle che pescava, di assoluta freschezza, per cui quel piatto tipico detto, appunto, spaghetti con le arselle” era assai richiesto (esiste la pittoresca fotografia del personaggio che riproponiamo in questa pagina).
Un episodio singolare è poi quello che riguarda i giovani sommozzatori “Eroi dell’Orsa Maggiore” i quali, della vicina e segretissima base di Bocca di Serchio, si concedevano qualche svago cenando a Viareggio, proprio al “Buonamico”.
Si sentivano, a volte, parlare di “maiali” (le bombe subacquee) per cui tutti pensavano che fossero commercianti di bestiame, invece erano coloro che siluravano le navi inglesi nel porto d’Alessandria d’Egitto.
Dal primo novecento il locale è sempre stato in attività, sia pure con cambiamenti di gestione, ed è ancora il simbolo dell’autentica cucina di mare viareggina.
L’attuale “nocchiero”è Massimo Barsotti, lunga esperienza alle spalle, che propone ancora – ma con tocchi personalizzati – i classici “cacciucco alla viareggina”, le immancabili – una volta, ora, e sempre – preparazioni con le arselle, “le cozze ripiene”, “il fritto di paranza” (insuperabile), “la trabaccolara” (pasta con misto di pesci e crostacei) e “orata al tegame con vernaccia e cipolle dolci”.
Per i dolci, assieme a varietà di pasticceria, c’è sempre la tradizione di offrire vassoietti di pinoli e uva passa con biscotti secchi e vin santo.
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