Dolomiti vista mare grazie ad una cucina “contaminata”
Immaginiamoci per un momento seduti di fronte al Gruppo Dolomitico del Brenta. Nel cielo terso di una primavera che tarda ad arrivare il sole illumina ogni dove.
L’aria frizzante accarezza il viso scendendo dai pendii ancora innevati del Crozzon. Un fruscio cattura la nostra attenzione. Volgiamo lo sguardo ai piedi del pendio, e dal bosco di conifere vediamo spuntare una famiglia di caprioli che timidamente si avvicinano alla piscina per dissetarsi. È quasi ora di pranzo.
In questa magica atmosfera ci apprestiamo a degustare una tipicità trentina: i canederli all’astice. All’astice?
Ce l’ha fatta, finalmente, Paolo Cappuccio, il trentenne scugnizzo napoletano a infarcire di mediterraneità la cucina tradizionale trentina. Lo ha fatto in un posto esclusivo: Madonna di Campiglio. E lo ha fatto in una famiglia legatissima al territorio: i Maffei si svegliano da 5 generazioni nello stesso Maso, anche se dopo cento anni è decisamente ammodernato e trasformato nel BioHotel Hermitage. Lo ha fatto per amore delle sue origini e per amore della sua professione perché territorialità per lui significa esportare le proprie esperienze da un territorio ad un altro fondendole nel piatto. Ma lo ha fatto perché Giacomo Maffei ne ha saputo assecondare l’esuberanza giovanile, pur circoscrivendola con iniezioni di saggezza. Il risultato di questo saggio compromesso è la prima stella Michelin di Madonna di Campiglio assegnata nel 2009 al ristorante Gourmet “la Stube dell’ Hermitage”.
Un traguardo importante per entrambi: per uno chef che si pone già nuove sfide assieme al suo fedelissimo staff di cucina e per un imprenditore dell’ospitalità capace di realizzare il sogno di una vita, in barba alle lusinghe della mera speculazione alberghiera degli anni ’90.
<< Costruire un albergo in bio architettura è stata una sfida nella sfida. Sarebbe stato più semplice costruire in maniera tradizionale, ma la cultura dell’ospitalità nel rispetto del territorio imparata da mia madre, passava attraverso questa scelta obbligata >>.
Le parole di Giacomo Maffei tradiscono l’orgoglio di appartenere a queste montagne e l’importanza di insegnare questo orgoglio alle generazioni future. A sancire il riconoscimento gastronomico è uscito il volume “La cucina mediterranea” di Paolo Cappuccio edito da Gribaudo per la collana “Il Gusto”. 120 pagine che raccontano l’esperienza dello chef, con più di 40 ricette, metà delle quali corredate da foto a colori. Un viaggio sensoriale che ci porterà direttamente alla “Stube dell’Hermitage”, a goderci in pace i nostri canederli all’astice.