Secondo la lingua italiana la “cala” è un’insenatura marina, di solito molto ampia, dove le acque non sono estremamente profonde e dove possono anche ormeggiare piccole barche; in sostanza un porticciolo per pochi.
Lo “zingaro”, invece, nella definizione più comune e meno etimologica è una persona che si sposta costantemente da un luogo all’altro.
Se ci incamminiamo da casa nostra verso questa cala ecco che il concetto delle due parole affiancate assume esattamente il significato dello stabilimento balneare che stiamo per raccontarvi: il Cala Zingaro.
E’ veramente un’insenatura con un piccolissimo lembo di spiaggia che, ahimè, (o per fortuna), può ospitare poche sdraio e ombrelloni ma che permette ai gestori, Andrea Ravaglia e soci, di poter dedicare molto più spazio al vero fiore all’occhiello dello stabilimento: il ristorante.
Ok, siamo in mezzo al mare, l’atmosfera è tra le più ibizenche possibili ed immaginabili, ma, appunto per questo, si tramuta in un luogo di estrema tranquillità e bella gente.
Il pezzo forte, come raccontavamo, è il ristorante.
Il tutto parte da un’eccellente scelta di mercato e conseguentemente di territorio che si traduce nei piatti proposti.
Lo zingaro – raccontano i proprietari dello stabilimento – è un vero collage di esperienze, di luoghi vissuti, di sensazioni accumulate nell’arco della vita.
Ovvio che una grande macchina deve sempre avere un buon pilota per potersi esprimere al meglio sull’asfalto, anche se in questo caso si parla di sabbia.
Il Cala Zingaro ha in cucina due giovani e ottimi cuochi che stanno dando vita ad una realtà veramente interessante.
Marco Banzola, classe 1975, diplomato all’istituto alberghiero di Riolo Terme, nei primi anni 90 muove i primi passi in riviera nell’hotellerie, partendo dall’Acapulco, hotel Aurelia, Grand Hotel Gallia come chef de partie e Hotel Le Palme come sous chef.
Durante gli anni delle stagioni estive passa i suoi inverni ad affinare la tecnica all’estero, precisamente in Messico al Bigote italiano, Miami al Café Milano, San Diego al Café Bell’Italia, passando per l’Australia, arrivando fino a Shangai dove si ferma per due anni al Baci in qualità di executive chef.
Al rientro delle sue esperienze all’estero lavora presso il Mare Pineta di Milano marittima come sous chef, allo Sporting di Milano Marittima come executive chef e infine al Loco Squad come chef.
Lo Chef Roberto Giugni invece è un classe 1982; diplomato all’Ipssar di Cervia, inizia la sua formazione come stagista presso Villa Arquade con lo chef Bruno Barbieri; in seguito dedicherà molti anni all’hotellerie, inizialmente presso il Grand Hotel Gallia e infine come responsabile di partita presso l’Hotel Mare e Pineta di Milano Marittima.
È solo negli ultimi anni che approda nella ristorazione “in riva al mare” dove lo troviamo come chef presso il ristorante del Conchiglia Lido di Cervia e del Bagno Delfino di Pinarella.
Alcune proposte hanno indubbiamente spunti fusion, ma nonostante alcune digressioni geografiche, è un menù molto concreto con un’importante attenzione, come raccontavamo, alla materia prima proveniente dall’Adriatico.
Piatti come la tradizionale cozza di Cervia alla Tarantina (con cozze veramente di Cervia…); il tagliolino al ragù bianco di pesce in salsa carbonara; lo spaghettone Mancini cacio e pepe, cozze, pesto di basilico e noci, sono piatti centrati degni di una cucina ben più sofisticata di quella di uno stabilimento balneare.
Notevole inoltre lo spiedone di mare alla brace con le varie cotture differenziate del pescato fresco e il fritto che onora la più coerente tradizione marinara della riviera.
Insomma: spiaggia, bella gente e grande ristorazione: cosa chiedere di più? Buone vacanze a tutti!
Tel. 348 657 4650
www.calazingaro.it