Un’ospitalità tra le migliori al mondo
Le mille e una notte potrebbero essere ambientate qui, al One&Only Royal Mirage, sulla bianca Jumeirah beach di Dubai. Una presenza regale, disegnata secondo lo stile arabo più tradizionalmente lussuoso, opulento e trionfale, ma quasi mai kitch.E’ un tripudio di marmi e fontante, piscine, fiori, palme, cuscini, tendaggi, petali di rosa e lanterne.
Suddiviso in tre aree ugualmente principesche, egregiamente armonizzate tra loro da un impeccabile giardino di 65 acri, è un luogo che eleva lo spirito. Pare strano nella plastic Dubai, dove tutto è finto, urlato, esagerato: la torre più alta del mondo, il Burj Khalifa; il mall più lungo del mondo, The Dubai Mall; l’unico hotel a sette stelle all suites al mondo, cioè l’icona della città, il Burj Al Arab; la prima pista da sci indoor, al Mall of the Emirates, solo per citare i più conosciuti.
Il Royal Mirage è un’oasi di pace e tranquillità, nonostante la vicinanza con The Palm, con Media City e con le spudorate cento torri di JBR; ha saputo mantenere la sua recondita esclusività, con quel lusso inimmaginabile che si manifesta potente solo dopo aver percorso i viali di accesso contornati da palme svettanti e luccicanti. Un segreto da svelare è la Spa, situata nel corpo centrale, e il suo Oriental Hammam, il migliore al mondo per bellezza della struttura e livello dei servizi: dal ricevimento, passando per l’assistenza negli spogliatoi, i trattamenti, il goloso e aulente momento relax, al commiato, tutto è perfetto, sussurrato, indimenticabile.
Da ‘the best hammam in the world’ al food più sfrontatamente fastoso, quello di Celebrities, un tripudio di velluti, apparecchiatura importante, sedute ingombranti, cibo internazionale e cigar room. L’unico difetto è che il ristorante non ha uno sfogo all’esterno, il che è penalizzante, poichè l’affaccio sul giardino e sul mare è stupendo. Ineguagliabile per location è il Beach Bar and Grill, egregiamente gestito nel passato da chef Jordi, fiero catalano verace con secoli di ‘scola cocineira’ alle spalle, purtroppo però incompreso dai capi.
Continuano ad incantare il patio, direttamente sulla spiaggia, e la vista rilassante, ma il cibo potrebbe essere migliore. Non manca la cucina etnica, ottimamente rappresentata dal Nina, ristorante indiano ricercato, soffuso, elegante, proprio come i dessert che vengono serviti, che paiono bouquet. Più informale è il Tagine, in perfetto stile marocchino, che propone ovviamente cous cous e piatti della tradizione araba. Da non perdere, ma solo durante il mese del Ramadan, è la corte delle palme, allestita per l’occasione in modo scenografico, con tende, tromp l’oeil e luci che avvolgono in una dimensione d’altri tempi. Il cibo, servito solo rigorosamente dopo il tramonto, consiste nelle tradizionali mezzeh, antipasti arabi, accompagnati da succhi e dal fragrante maroccon tea. Il tutto è avvolto dall’aroma intenso della shisha.
Una location suggestiva e easy è The Roof Top Bar (nella foto a lato), dal quale si gode un tramonto da sogno, comodamente adagiati tra un profluvio di cuscini o su principeschi divani, circondati da ricchi tendaggi, tante lanterne, buona musica e infiniti drink. Certo, prima della costruzione di Palm Jumeirah, la cosidetta ‘ottava meraviglia del mondo’, creata dall’uomo in mezzo al mare, la veduta dal Roof Top Bar era libera, spaziava illimitata su tutta la Jumeirah; ora The Palm a destra e le cento torri del Jumeirah Beach Residence a sinistra costituiscono ostacoli di cemento che l’avidità umana avrebbe anche potuto evitare. Si tratta di un giudizio strettamente personale, da detrattrice indefessa di progetti tracotanti, che hanno deturpato una lunghissima e bella spiaggia, e un mare un tempo caraibici.
Fortunatamente il Royal Mirage ha mantenuto la propria recondita tranquillità e un immutato, elevato livello nel servizio, forse anche grazie al managment francese.
In particolare l’Arabian Court, l’area del Resort più vicina al tronco della sopracitata Palma, conserva nella sua architettura simmetrica, tondeggiante e avvolgente lo spirito della Dubai di un decennio fa, accogliente e lussuosa, e a tratti sofisticata, proprio come qui al Royal.
Inutile dire che le stanze, le suites e le garden villa sono magnificenti, in ricco stile arabo, con sale da bagno smisurate e soffici divani immensi; accuratamente studiate in ogni minimo dettaglio.
Ovviamente Dubai, la città mondialmente conosciuta per la sua ricchezza e opulenza offre numerosi hotel di lusso, dal Madinath Jumeirah al Grosvenor House, al The Address Downtown al nuovo Armani, solo per citarne alcuni da noi provati, ma nessuno di questi ha il calore avvolgente del Royal Mirage; ti lasciano esterrefatto perché mastodontici e svettanti, per le hall di design con composizioni floreali che paion sculture, per il numero di persone al tuo servizio, impeccabili nelle uniformi stilose, ma una volta metabolizzato l’impatto, tutti questi fattori diventano ‘scontati’. Lo charme del Royal persiste immutato per tutto il soggiorno. E oltre.