Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d’oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro
Lo conosci tu bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!
Viaggio in Italia
Wolfang Goethe
C’è Capri nella ‘Piazzetta’ mondana e allegra, vociante e turistica, c’è Anacapri, appartata e letteraria e poi c’è il Capri Palace, sintesi di ospitalità esclusiva, melange di stili solari, essenza di influssi mediterranei.
Da subito è chiaro il concept: qui il ‘Lusso’ è cultura, l’ospite è accolto dal ‘Rive del Mare’, materico altorilievo di Arnaldo Pomodoro (36 metri per 3) che decora la parete del camminamento di ingresso all’albergo. Fiberglass e polvere di marmo bianco si trasformano in un onirico racconto artistico dove le incisioni di simboli e di archetipi insieme alle conchiglie, ai fossili, ad elementi che evocano i relitti consunti dal mare compongono una lunga narrazione.
E’ percorso ed è distacco, è l’ingresso agli ambienti dove domina luminoso e riposante il Bianco, colore-non-colore che esalta la luce, dona spessore alla grana dei tessuti e specificità alle sale e dove, sul Bianco diffuso, prendono risalto i mobili e gli arredi d’epoca: pochi accenni che testimoniano appartenenza e tradizione perchè se, come si è detto, qui il Lusso è cultura, esso è anche orgoglio e ricordo. Gli spazi sono luminosi, mettono insieme un linguaggio mediterraneo e moresco, così come questo mare chiuso che tutto ha saputo fondere.
Il Lusso dunque è cultura e tradizione ma è anche Avanguardia artistica, Arte Moderna e Contemporanea, che si esprimono e si rappresentano nelle opere della Collezione dove si accendono ed esplodono i colori di De Chirico, Chiossi, Gusmaroli, Haring, Schifano, Esposito, Plessi, Jones, Pignatelli, Velasco, Cantatore, Papetti, Cantaroni, Paladino, Fernandez, Mondino, Nepraš, Sandulli.
Gli autori firmano le singole opere, Tonino Cacace (foto in alto) è invece l’artefice che ha composto questa Art Collection che è la realizzazione del suo sogno, quello di fare dell’espressione artistica l’elemento fondante e distintivo dell’Hotel Capri Palace. Per questo, oltre a essere collezionista, ha anche dato vita ad un ‘Atelier’ frequentato da giovani artisti di tutto il mondo, che qui godono dell’ospitalità dell’albergo e traggono ispirazione dalla bellezza dell’ isola.
Il Capri Palace di Tonino Cacace si potrebbe definire un target di eccellenze, dove tutto è al meglio per il piacere degli ospiti, sicuramente, ma dove si attua anche una sorta di ‘mission’ che Tonino si è dato nella vita. Erede di una famiglia anacaprese di albergatori proprietaria già nell’Ottocento della Locanda Mariantonia, posizionata nel centro di Anacapri (e che poi aprirono nell’agosto del 1960 il Capri Palace Hotel) Tonino si trovò ad affiancare i genitori nella gestione dell’albergo e, alla scomparsa del padre, giovanissimo, si mise anche a capo dell’impresa familiare.
Con infinito impegno e in pochi anni, egli fa sì che questa diventi la destinazione favorita di importanti personaggi del mondo della cultura, della finanza e dello spettacolo. Inizia con il restyling delle camere, alcune delle quali, così come le belle ville che i patrizi dell’Antica Roma si costruirono sul litorale campano, si affacciano sulla piscina privata, altre (come la Penthouse, nelle foto qui sopra) hanno un giardino pensile che, oltre alla piscina, ha ulivi maestosi che sono stati portati e posizionati con l’ausilio di un elicottero. Tutte le camere, dalle standard alle suite, sono arredate con uno stile contemporaneo; i colori sono chiari e neutri, dal bianco panna al grigio perla, al tortora; i tessuti sono morbidi, i marmi pregiati, l’atmosfera dolce e gli affacci ‘capresi’: che si tratti del Monte Solaro o del Golfo di Napoli, la magia abita qui.
La Capri Beauty Farm è uno dei più rinomati Centri Benessere italiani, il Ristorante ‘L’Olivo’ è l’unico stellato Michelin sull’isola di Capri, arredato con tessuti di Loro Piana, le pareti decorate dalle fotografie in bianco e nero della Capri degli anni ’50 e da quelle delle celebrità che la resero famosa nel mondo; ‘vaisselle’ e bicchieri sono fatti a mano e su disegno esclusivo e, a guidare la brigata, il giovane chef ischitano Andrea Migliaccio (nella foto a destra) che interpreta in chiave moderna, con mano sicura e con giusta fantasia i sapori della tradizione del territorio. In posizione unica, a picco sul mare, nei pressi della celebre Grotta Azzurra, il nuovo Riccio Beach Club & Ristorante (nella foto in basso), locale storico e meta del jet set internazionale sin dagli anni 60, completamente ristrutturato, rappresenta un omaggio al Mediterraneo sia nella cucina che nel decoro bianco e azzurro. Legno di castagno dipinto a pennello, maioliche artigianali di Vietri, collezione di oggetti di artisti e artigiani realizzata appositamente per il Riccio, come le ‘Donne Pesce’ e le ‘Sirene’ di Paolo Sandulli e i ‘Ricci’ in ceramica di Rosario Remino. L’anima marinara del luogo non è stata tradita, la cucina è quella verace con i sapori autentici del mare nostrum, i piatti sono quelli della tradizione partenopea, frutti di mare, crostacei, paste di Gragnano, pescato del giorno e il banco interamente dedicato al crudo mediterraneo. Aperto per pranzo e per cena, è da provare anche al tramonto per l’aperitivo, desk di appetizers, luci che sfumano in tonalità di madreperla e, per chi vuole, c’è l’arrivo dal mare con il ‘gozzetto’ di Arcangelo.