L’amore è contagioso. E si propaga a persone, cose, ambienti. Per averne conferma basta guardare la splendida coppia formata da Silvia e Riccardo Baracchi: tutto quello che hanno prodotto insieme è stato benedetto (che, guarda caso anche è il nome del figlio) dalla fortuna.
Lei, bella e determinata, fa volare senza sforzo apparente la raffinata cucina di questa loro dimora prestigiosa, lui, affascinante e sornione, produce alcuni tra i vini più celebrati al mondo.
Insieme molti anni di felice matrimonio, un figlio che segue con entusiasmo e capacità le orme del padre, un relais e chateaux ricavato da una suggestiva villa del ‘600, nella campagna aretina, che Condé Nast – la bibbia dell’ospitalità nel mondo – giudica tra i più glamour del pianeta.
A farne un paradiso in terra è una miscela ideale in cui il rasserenante clima umano ha contaminato positivamente muri e stanze degli antichi casali recuperati con stile e buon gusto e aleggia con discrezione nelle 22 suites che respirano antiche atmosfere in una dimensione di confort attuale. Intorno, le colline punteggiate di ulivi, una campagna striata di vigneti, due piscine e una deliziosa SPA, una cucina amorevole e tanto generoso senso dell’ospitalità contribuiscono alla creazione di un quadro armonioso.
Le fortunate alchimie che generano benessere non si fermano al solo piccolo borgo antico riportato a nuova vita. Attorno c’è Cortona, le sue chiese, le strette vie di un paese di origine etrusca che ospita una famosa fiera antiquaria e un altrettanto noto festival di arte e cultura, i dipinti del Beato Angelico, il Monastero delle Celle addossato alla roccia che, per ultimo, diede ricovero a San Francesco prima che morisse ad Assisi il 3 ottobre del 1226.
I locali sottostanti l’antica limonaia sono il regno dove Silvia esercita la sua arte ammaliatrice di cuoca sopraffina – premiata dalle Guide e dagli appassionati – senza prendere scorciatoie, ma anzi mettendo in pratica ogni giorno i fondamentali del suo impegno con il territorio: non sceglie mai la facile via dei fornitori famosi per gli ormai standardizzati foie gras e tonni rossi in via di estinzione, ma rimane fedele alle sue radici, al ritmo delle stagioni che non consente di utilizzare asparagi o melanzane in ogni periodo dell’anno, alle regole e agli insegnamenti della mamma e dell’amata zia, ai prodotti di chi conosce e che magari glieli fornisce con parsimonia e saltuaria frequenza.
Spesso deve fare carte false per ottenere forniture certe dall’allevatore del posto con piccolo macello, dal pescivendolo del vicino Tirreno, dal fruttivendolo e dal verduraio che con i loro prodotti integrano il raccolto del frutteto e dell’orto, curati dalla famiglia stessa… C’è orgoglio e consapevolezza dell’importanza delle proprie tradizioni in questo progetto gastronomico in continuo divenire: oggi il vero valore aggiunto consiste nel saper trovare e proporre con rispetto e amore le espressioni autentiche della terra in cui si vive, affinchè poi ogni ospite possa percepirlo distintamente nei profumi e nei sapori.
Nell’azienda adiacente il Relais, quella del fare vino è una pratica e un’arte consolidata. La famiglia Baracchi infatti coltivava la vite e produceva vini da sempre, tramandandosi una vocazione che trova nel territorio toscano molte altre espressioni prestigiose.
Riccardo, in questo ora brillantemente affiancato dal figlio Benedetto, ha però inteso dare una svolta significativa alla produzione e nell’aggressivo segno del falco, simbolo caratterizzante di tutta la proprietà, ha ricavato vini tradizionali lasciati in purezza come lo Smeriglio sangiovese e lo Smeriglio syrah, ma anche straordinari blend come il Toscana Ardito 2006 da syrah e cabernet sauvignon, affinato 24 mesi in barriques nuove francesi, che Wine Spectator colloca tra i primi 100 vini qualitativamente più importanti al mondo. Tra i primati dell’azienda segnaliamo tuttavia l’assoluta novità di un brut rosè millesimato metodo classico da uve Sangiovese 100%, non dosato, sui lieviti, che decisamente consigliamo sia con l’entrée di carne chianina, sia a tutto pasto in virtù della raffinata eleganza e di un sapore seducente.
Mangiare il territorio attraverso cibi e vini veramente autoctoni. Un’esperienza che Il Falconiere rende possibile trasformandola perdippiù in emozione esclusiva. L’esperienza gastronomica può essere vissuta romanticamente chiedendo di cenare nella Sala degli Orologi che ospita un unico tavolo.
L’intima atmosfera di questo luogo esclusivo o quella raffinata della sala ristorante o, d’estate, della terrazza panoramica, ben conciliano una degustazione che partendo irrinunciabilmente dalla battuta di manzo, potrà affrontare l’impegno dei pici (seconda foto a destra a pag. 45) conditi secondo quanto la stagione riserva, oppure dei purpurei spaghetti avvinazzati (prima foto a destra a pag. 45), o magari ancora della sapida lasagnetta di trippa e ceci, per poi proseguire ancora spavaldi con, perché no, le uova cotte in terrina, o l’anatra in casseruola con cipolle e albicocche o il coniglio all’antica.
La girandola di piccoli dolci che chiuderà l’incanto della cena potrà essere il preludio ad una notte altrettanto dolce, nella quiete di un Relais pensato per chi si vuole bene.
Prima di cena gli ospiti del Falconiere potranno rilassarsi nella Thesan Etruscan SPA dove preparare il corpo con i naturali trattamenti al miele, alla lavanda, all’olio extravergine prodotto in azienda o al vino dalle proprietà antiossidanti. Accanto alla SPA, la suite con il camino, la stanza da bagno scavata nella roccia, i mobili d’epoca e l’accoglienza del salottino e della zona notte. Suites differenti tra loro ma accomunate da gusto e stile completano un’offerta di sicuro fascino.