Lo chef due stelle Michelin Pino Cuttaia rivela il suo entusiasmo per la riconferma dei Cinque Cappelli ne La Guida “I Ristoranti e I Vini d’Italia 2022” de L’Espresso per il suo ristorante La Madia di Licata, ottenuti per la prima volta nell’edizione 2021. «Sono davvero onorato di ricevere questo riconoscimento per il secondo anno consecutivo, una conferma del grande lavoro che io e il mio team svolgiamo con passione, gioia e professionalità.»
Presentata questa mattina a Firenze presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dai direttori Enzo Vizzari, de Le Guide de L’Espresso, e Luca Ferrua de Il Gusto del gruppo editoriale GEDI, insieme ai premiati, la guida è disponibile da domani nelle edicole e nelle librerie.
Pino Cuttaia, 54 anni, tre figli, ha aperto la Madia a Licata insieme alla moglie Loredana nel 2000. Qui ha ottenuto la prima stella Michelin nel 2006 e la seconda nel 2009. Ha vissuto a Torino, dove ha studiato e lavorato in fabbrica. In quegli anni si diletta in cucina, poi l’hobby diventa lavoro: dopo lunghi soggiorni nelle cucine di noti ristoranti tra cui Il Sorriso a Soriso, Novara, e Il Patio a Pollone, Biella, Pino Cuttaia torna in Sicilia. La precisione nel lavoro, appresa al Nord, il calore, la passione, gli ingredienti e le ricette della sua infanzia ritrovati al Sud gli consentono di reinventare e di cucinare ricordando momenti passati: stagioni e simboli della storia gastronomica della sua gente. “La cucina della memoria” che riscuoterà successi unanimi di critica e di pubblico.
«Può essere una memoria collettiva o individuale» sottolinea Pino Cuttaia. «Quel che voglio far scattare in chi si avvicina alla mia cucina sono ricordi, che possono essere quelli comuni a qualsiasi infanzia o comunità o luogo o anche totalmente personali legati a esperienze specifiche della propria vita. I miei ricordi sono legati alla Sicilia e le mie ricette sono radicate in questa terra, dunque voglio far vivere a chi assaggia i miei piatti un pezzo di storia siciliana. Ciò non esclude che un mio piatto possa anche risvegliare in chi lo assaggia ricordi prettamente personali».