La Caccavella, il formato di pasta monoporzione più grande del mondo, entra nelle cucine del ristorante stellato Il Buco di Sorrento, dove Giuseppe Aversa, assieme al figlio Federico, la proporrà in veste gourmet. Ma non solo nelle cucine stellate, La Caccavella approda anche nelle pizzerie storiche: il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo, sedotto dal progetto, nel mese di dicembre, presenterà “Sentori di Pizza”: 100 pezzi di Caccavella per una degustazione in via dei Tribunali, a Napoli.
Antonino Moccia, pastaio e inventore di questa monoporzione, è molto felice del successo riscosso dal maxi formato tra gli addetti ai lavori. Del resto, alla Fabbrica della Pasta di Gragnano non sono nuovi a creazioni di formati originali. Il primo in assoluto è stato il “Cornetto”, al peperoncino. Inutile dire che mangiarlo porta tanta fortuna. L’ultimo nato, invece, è “Il Giglio di Gragnano”, dalla forma sinuosa e armoniosa, che va incontro alle esigenze dei tempi moderni e cuoce in soli 5 minuti, rimanendo intatto nelle sue curve e riccioli. Nel laboratorio di Gragnano si producono ben centoventi formati di pasta: circa dodici sono quelli già brevettati o in procinto di ottenere il brevetto in Europa, due in attesa di brevetto a livello mondiale. Da qui partono le esportazioni per ben 67 Paesi, tra UE ed extra UE. Riuscendo, comunque, a garantire un prodotto di una pregiata artigianalità, coniugata all’innovazione, sia nel settore della produzione che in quello del design.
Dopo il Pasta Party, la festa organizzata per “celebrarne” i 10 anni, La Caccavella sarà al centro di un progetto di solidarietà, che prevede di devolvere a Telethon il 10 per cento dell’incasso ottenuto dalla vendita del formato.
La Fabbrica della Pasta di Gragnano, che vanta la collaborazione di circa 100 persone, tra quelle in organico e l’indotto, è condotta dai fratelli Moccia con un rigore che li porta a scommettere ininterrottamente sulla ricerca, effettuando controlli serrati e innovando continuamente il design dei formati e delle confezioni, senza trascurare la cura dei formati classici, sempre molto graditi.
Il loro motto è “Dal primo chicco di grano al pacco di pasta”, una dedizione applicata all’intero percorso di filiera che consente una produzione artigianale di altissimo livello, garantita da: materie prime di qualità, acqua dell’antica – certificata – sorgente “Imbuto” dei Monti Lattari e l’uso esclusivo di trafile di bronzo con un asciugatura lunga e delicata, a temperatura controllata.
“Io mi considero un artigiano pastaio.” racconta Antonino Moccia “Nella fabbrica controllo ogni fase della produzione e, con la stessa passione, assieme alla mia famiglia, mi dedico anche alla ricerca del design. Custodisco ben 32 segreti che applico nelle diversi fasi, ma che non vi svelerò”, afferma sorridendo, “Si tratta di accorgimenti che ci trasmettiamo di “padre in figlio” e che ora saranno consegnati a mio nipote Mario, la quarta generazione in azienda.”
“La nostra pasta offre a chi la consuma una precisa identità gustativa e una forte carica emozionale” ha affermato Moccia “In occasione del decennale, abbiamo voluto riservare una sorpresa ai nostri clienti: poiché crediamo che la nostra pregiata pasta sia così bella da poter essere indossata, i consumatori potranno trovare, in alcune delle confezioni in commercio, un piccolo gioiellino, ispirato ad alcuni dei nostri formati più rappresentativi”.