Sei fratelli, mamma operaia, papà parrucchiere, Carlo Nappo, trentenne friulano serio come un Buster Keaton in divisa, va visto innanzitutto come l’autore di un riscatto attraverso la cucina, praticata a livello gastronomico e non. Le sue esperienze principali sono state due, più uno stage di tre mesi da Mauro Uliassi: in veste di secondo al Dolada della famiglia De Prà e quale chef patron (con due soci) della Catina, fortunatissima pizzeria in pieno centro a Pordenone. Un locale da centinaia di coperti, dove tuttora viene servita anche la sua cucina di giovane autore, un po’ mortificata negli spazi e nell’acustica. Sul disco di pasta gli stessi ingredienti dei piatti, a cominciare dal pesce.
Ed è stato per il desiderio di approfondire la materia che qualche mese fa Nappo ha deciso di svoltare, non ricavandosi un’enclave gourmet nel tourbillon della Catina, come avrebbero fatto in tanti, ma aprendo un secondo locale prettamente gastronomico nella campagna appena fuori città, presso il Podere dell’Angelo, di cui ha affittato anche la terra per un’autoproduzione che copre il 100% del fabbisogno di entrambi i locali (ed è già allo studio una serra). Se ne occupano ogni mattina tutti i membri della brigata, impegnati nella raccolta; ma c’è anche un fazzoletto di terra più vicino alla cucina per le erbe aromatiche. Al piano superiore le camere con una piccola spa, sotto le sale con una trentina di coperti e lo spazio per gli eventi, totalmente ristrutturati.
La cucina in tutto questo mostra una bella varietà, alternando spunti e tecniche spagnoli, elaborazioni di food design (la pregevole ostrica con tegola di sesamo nero e olio piccante sferificato, al posto del classico giro di pepe, che si rovescia in bocca in una sequenza ragionata, contro il tabù dell’extravergine), composizioni vegetali come la splendida misticanza dell’orto, che forse si gioverebbe di un contenitore più disteso per valorizzare le singole foglie, o la puristica melanzana glassata nel suo sugo, ardite sperimentazioni gustative come il gelato al plancton con spugna al vino rosso e motivi dell’avanguardia anni 0 quali il fumo. Il consiglio però è quello di andare più in profondità su una opzione di cucina, facendone una ossessione anziché brucare qua e là, anche nell’ingredientistica non vegetale: è così che si diventa grandi per davvero. L’ambizione e la passione, considerati la mole di lavoro e il coraggio nell’intraprendere una strada nuova, a fronte dei successi nella vecchia, sicuramente ci sono.