In 30 giorni di feste di fine anno, voleranno in media una stima di poco più di 3 mio di bottiglie al giorno con punte di 10-12 e 28-30 bottiglie stappate nei giorni canonici. 90-92 milioni in totale( poco meno del 50% di quello che presumiamo il consumo totale dell’anno intero, ndr) cui aggiungere circa 3,5 mio/bott straniere, di cui 3,1 di solo Champagne. Un valore della produzione nazionale di 370 mio/euro all’origine in cantina che al consumo è un giro d’affari record di 860 mio/euro: grande business per la filiera distributiva, commerciale. Rispetto alle feste del 2017, crescita regolare, ma con alcune differenze e note importanti: i volumi crescono del +4,9% (erano 86 mio/bott nell’anno precedente); il valore all’origine cresce meno per circa il 3% (erano 356 mio/euro); il giro d’affari al consumo o fatturato cresce del 6,3% (era 805 mio/euro). Forse un eccesso di ricarico, qualche speculazione? “Lo spread – ironicamente ma con dati certi alla mano dice Giampietro Comolli presidente di Ovse e Ceves – non incide sulle spese durante questo fine-inizio anno in tutti i settori e comparti, dalla ristorazione alla vacanza, ma soprattutto per le bollicine. Le bollicine anzi sono sinonimo di speranza, di gioia, di fiducia. Non è vero che c’è un calo dei consumi, però attenzione a alzare i prezzi perché oggi il consumatore è molto più attento e l’enoturismo fa conoscere il prezzo in cantina di una bottiglia di vino! Quindi un eccesso di ricarico allontana i consumi, ma in questo momento si rinuncia ad altri prodotti o ad altri desideri che rappresentano una maggiore paura di spesa proprio per eccessi o perché diventati dei doppioni! In merito ai termini numerici, la difformità dei dati che emerge deve far riflettere sul futuro di lungo periodo, soprattutto sul valore di alcune tipologie, sulle visioni che territori e imprese devono avere. Oramai le bollicine non sono solo un consumo occasionale”.
NEWS DELLE FESTE 2018-2019 RISPETTO AL PASSATO
C’è un ritorno alla concentrazione dei consumi per tipo di evento, cala la destagionalizzazione dei comuni che aveva segnato gli anni della pre-crisi e i recenti anni. Il Cartizze Brut fa faville e soppianta il Cartizze Dry, acquisisce sempre più consumatori anche raffinati, peccato la carenza di prodotto, ma il territorio è molto ristretto e non si tocca. Altra novità del brindisi sono Nebbiolo delle Langhe Rosé metodo tradizionale e i Lambrusco Rosè e Rossi, tutti ottenuti con il metodo tradizionale dimostrando un primo grande appeal degli italiani verso il mondo delle bollicine rosate, sempre ai margini. I regali continuano a essere un volano importante, quest’anno ancor più stando alle voci anche dalle Enoteche, soprattutto per un target medio-alto e di persone mature, mentre fra i giovani (16-40 anni) è in forte incremento il consumo in bar diurni e serali, in cene domestiche e al ristorante, soprattutto per le cene di gruppo. Interessante quest’anno è la lettura dei menù di Natale e Capodanno offerti in albergo e da catering: forte incremento delle cene top a base solo di bollicine, dall’inizio alla fine. Novità per l’Italia! Per il secondo anno consecutivo (non accadeva dal 2010 un dato controtendenza) vanno molto bene i consumi negli alberghi stellati, nei grandi ristoranti. I ristoratori stessi sono tornati a proporli, magari con un numero minore di referenze, prezzi però in questo periodo decisamente sostenuti. Continua il successo degli acquisti nella Gdo-Gda per i consumi domestici, grazie alle promozioni: 22 milioni di italiani acquisteranno almeno 1,7 bottiglie a testa per queste feste nelle diverse insegne della distribuzione collettiva organizzata e associata. Cresce il consumo in strada, off-premise. Forte incremento delle scelte di etichette di territorio: cibo-bollicine di territorio è il must del 2028-2019 grazie soprattutto a due fattori: la ricerca di “prossimalità” dei consumi volendo brindare con vini nuovi e locali e la novità di etichette regionali e provinciali di piccole aziende, soprattutto nel centro-sud Italia: i leaders tengono le posizioni anche nella peninsula, ma crescono le etichette locali.
Giampietro Comolli: “Gli exit pool dei consumi e delle performance delle bollicine italiane alle prossime feste di fine anno, in Italia e all’estero, anticipano ancora un trend positivo, a scapito dei vini rossi anche, con alcune significative novità. E’ importante fare nuovi programmi e investimenti sulla promozione in Italia, come negli anni 2005-2012 che segnarono il vero cambio di passo delle spumantistica italiana. Il mondo Prosecco docg-doc-vsq-glera, molto complesso, cresce e trascina tutto il comparto in Italia e nel Mondo. Tiene benissimo in Uk e in nuovi paesi curiosi. Seppur c’è un calo del prezzo all’origine, il tanto strombazzato miliardo di bottiglie di Prosecco non ci sarà. Cresce il consumo in casa, sempre più in crescita un mix di consumo-stile-libertà giovanile , l’off-premise, cioè in strada. Bene gli acquisti in cantina, l’enoturismo funziona, ma va sostenuto con le norme, investimenti . Troppo caro il vino al ristorante, eccesso di ricarico rispetto al prezzo in cantina, secondo i consumatori interpellati da Ovse”
QUALCHE INFO SULLE ETICHETTE LOCALI
Franciacorta, leader indiscusso del metodo tradizionale nazionale, è stabile a conferma di una scelta fedele, a prezzi oramai stabili e a un target consolidato. Un discreto exploit è annunciato dal TrentoDoc che cresce in queste feste, esce da un consumo interregionale e cresce di prezzo all’origine e al consumo: circa una media del 5-6% in più per tutta la gamma. Un trend di prezzo migliore del Franciacorta, seppur con numeri assai diversi, quasi nel rapporto 1 TrentoDoc contro 3 bottiglie di Franciacorta stappate. Fra le tipologie di gusto più gettonate, molto bene i millesimati, i pas dosè e anche i biologici, che risultano più inseriti fra i regali. Le feste 2018-2019 saranno ricordate per l’exploit delle bollicine metodo tradizionale regionali, quelle autoctone, quelle legate alla vicinanza fra luogo di produzione e luogo di consumo, da valersi per Alta Langa, Alto Adige, Durello, benissimo i millesimati brut e bolle di vitigni locali, compreso il Lambrusco, i Nebbioli e quelli del sud Italia. . Oggi ci sono 160-180 etichette di bollicine, metodo tradizionale e metodo italiano di ottima qualità prodotte nelle regioni del centro-sud, tradizionalmente legati a vini rossi anche importanti e a bianchi fermi corposi. La diversificazione parte dai menù natalizi creati solo con bollicine. “Anche in Italia sta finalmente avvenendo quello che in Francia e in Inghilterra esiste da due secoli, dice Comolli” . Per Ovse è un grande segnale di arricchimento e diversificazione qualitativa e anche gustativa per il consumatore. Questo dimostra che il mercato italiano è ancora ricettivo, pronto a crescere in volumi, purchè con bolle di qualità, speciali, diverse nei gusti e sapori, altamente legate al territorio. Resta l’incognita degli spumanti dolci metodo italiano, tipo Asti e Bracchetto d’Acqui, scesi negli anni ora stabili, ma senza grandi prospettive Molto interessanti i dati di appeal, interesse, acquisti, curiosità e consumi (la così detta visione mercantile) per le 150-180 etichette di bollicine che sono disponibili quest’anno da Firenze fino alle isole, prodotte nelle regioni del centro-sud Italia. Una eccezionalità tutta italiana: poche bottiglie per azienda e con una sola massimo due etichette (da 3500 a 12000 bott la media) ma fortemente agguerrite e presenti. Per questo che sarebbe un grave errore – purtroppo come già successo molte volte nell’Italia del vino – che fosse una eccezionalità, un caso e che la chimera commerciale e la moda attuale fosse l’unico motore di questo sorgere di nuove etichette. Si parla degli spumanti metodo tradizionale di Ortrugo, Passerina, Trebbiano, Malvasia, Aleatico, Fiano, Cortese, Sangiovese, Nebbiolo, Greco, Bellone, Marsanne, Bombino, Negramaro…. Speriamo che sia una moda che si trasformi in consolidata produzione: i primi assaggi meritano. Per il Prosecco nelle diverse versioni, dal nature al demisec, spopola in ogni locale o ambiente, in casa o fuori casa, a tavola e nei brindisi occasionali, negli acquisti diretti e online, nell’off-premise come nel on-trade. Distacchi abissali con gli altri competitors sul mercato nazionale, in tutte le forme del “Prosecco” che nella versione dry e demisec ha soppiantato molti altri spumantini generici, con nome di fantasia, a basso prezzo quasi totalmente scomparsi anche quelli a base di Moscato e altre uve bianche aromatiche. 3 bottiglie su 4 stappate durante le SS.Feste sono di Prosecco Doc e Superiore. Asti e Bracchetto d’Acqui ancora in ritirata, anche se alcune etichette non Doc mantengono la posizione.
BOLLICINE ESTERE IN ITALIA DURANTE LE SS. FESTE
Stazionarie, voleranno poco più di 3,5 mio di tappi, di cui 400mila non Champagne fra francesi e spagnoli con qualche bolla da molto lontano. Sul totale stappato circa il 60% sono regalate e consumate fuori casa. Per lo Champagne l’attenzione festaiola è orientata sui due estremi: marchi e bottiglie di prezzo molto contenuti, marchi massmarket oppure etichette super-selezionate esclusive, poco note, rare, millesimate, spesso Rosè. In questo periodo “canonico” chi sente molto la stagionalità dei consumi sono lo Champagne e il Cava, quest’ultimo rappresenta una quota molto limitata di alcune decine di migliaia di bottiglie. Mentre lo Champagne concentra circa il 45-50% dei consumi, sfiorando le 3 mio/bott, concentrate nelle cene in ristoranti, alberghi GH stranieri soprattutto, in confezioni regalo, luoghi di feste in zone sciistiche e marittime.