Nel grossetano, l’affascinante contesto in cui vive un prestigioso super tuscan
Torrione più che castello, fortezza e borgo racchiusi in un perimetro di pietra, nido d’aquila maestoso e solitario posto a controllo delle valli sottostanti: da questi antichi spalti l’occhio spazia verso infiniti orizzonti, boschi e macchia integri e intatti, e in lontananza verso la Maremma, monti azzurrini che sfumano come acquerelli. Colpisce il fascino dei luoghi. Unica e sola dissonanza, sulla cima della collina opposta, l’edificio moderno, anacronistico nel contesto ambientale di pregio, della nuova cantina costruita da Ernesto Bertarelli, velista di fama internazionale e presidente della Alinghi Holdings Ltd., che emerge scintillante di pietra bianca nel verde intenso e ininterrotto, come fastidiosa ferita in questo paesaggio.
Il Castello di Vicarello fu costruito dai Senesi intorno al 1200 per essere struttura di difesa e di avvistamento. Fu dato in proprietà ad un vassallo della potente famiglia dei conti Aldobrandeschi ed in seguito fu ceduto ai Signori di Cotone, che degli Aldobrandeschi erano avversari.
Più tardi, in epoca rinascimentale, vi furono effettuati lavori che mitigarono le forme militari conformandole alle esigenze di vita delle mutate condizioni politiche: elementi stilistici che si sovrappongono a quelli preesistenti e che ancora oggi rimangono ben leggibili.
Alla fine del secolo scorso è stato acquistato dagli attuali proprietari, Carlo ed Aurora Baccheschi Berti che lo hanno restaurato con interventi durati anni: lavori fatti con attenzione, gusto, impegno e passione. Ne risulta un complesso che si articola in diverse strutture armoniosamente disposte e collegate; il cuore del Castello è nella corte e vi si accede da un arco (passaggio obbligato per il controllo di chi entrava) che oggi emerge fra le rose rampicanti. Breve salita e subito è come immergersi in rarefatte atmosfere che coniugano moderno ed antico, confort e natura, cultura e storia.
Ciottoli e pietre tagliate a vivo fanno risaltare gli arredi esterni dei divani con cuscini morbidi e bianchi, i rampicanti fioriti fra le nicchie e le scale, le candele e le lanterne, mentre il giorno lentamente imbrunisce… il mondo è lontano da qui.
Ospitalità calda e raffinata, ma per pochi; accoglienza coccolata e cozy in 7 camere: 4 suite nella Corte del Castello, le altre 3 in costruzioni indipendenti immerse nel giardino fra gli ulivi e le siepi di lavanda, ma sempre in strutture d’epoca e di carattere.
In ognuna sono stati conservati – restaurati e riposizionati – i materiali originali: tegole, mattoni, legni, camini. Gli arredi antichi si uniscono a quelli orientali poiché i proprietari hanno vissuto a lungo in Indonesia e il decor è quello di una casa privata dove il gusto per i dettagli, per i libri, per i soprammobili, raccontano una storia di coppia, di vita, di famiglia.
Ogni finestra è un quadro. La natura si impone come protagonista nel passaggio modulato dalla perfezione del curatissimo giardino che fra terrazze, dislivelli, bordure di rosmarino, siepi di rose e alberi secolari si apre su interminati spazi e sovrumani silenzi, e profondissima quiete e… il naufragar è dolce in questo mare».
Si cena in una sala con pareti vetrate che affacciano sul bosco e sul tramonto: unico tavolo per tutti, ospiti dei padroni di casa. Luci sapienti illuminano lo chef; la cucina è a vista, anzi è adiacente, come un unico antico ambiente di campagna in un mix perfetto di eleganza e di intimità. Nei piatti è presente il territorio; il cinghiale o la caccia provengono dalla tenuta che i proprietari hanno in Maremma; i salumi sono assolutamente artigianali e la pasta tirata a mano; le erbe aromatiche e le verdure sono dell’orto-giardino che si costeggia andando verso una delle due splendide piscine, una panoramica davanti alle suite Chiesina e Sassi, l’altra fra gli ulivi, circondata da cespugli di convolvoli bianchi.
Il vino è quello dei vigneti a ridosso del Castello di Vicarello dove gli impianti di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot e Petit Verdot, sono lavorati nella logica di una viticoltura di livello avanzato, con particolare attenzione all’ideale combinazione tra ambiente, vitigni adottati e forma di allevamento, per ottenere vini di carattere e armonia nei quali nessun vitigno sovrasti gli altri. La coltivazione e la vinificazione sono condotte in conformità con i precetti della produzione biologica e con l’obiettivo di una prossima conversione al biodinamico.
Due le etichette, per ora; una terza in arrivo per il 2011.
Castello di Vicarello IGT
un blend di Cabernet Sauvignon (45%), Cabernet Franc (45%) e Petit Verdot (10%), che proviene dalla Vigna del Castello vecchia di 9 anni, da terreni calcarei marnosi; argilloscisti associati a calcari arenacei compatti. L’allevamento è ad alberello e la densità d’impianto è di 10.000 piante per ettaro; la resa di 500 grammi per ceppo. La fermentazione avviene in tini di rovere di Slavonia e la fermentazione malolattica in barriques. Agli 8 mesi di affinamento in barriques nuove di rovere francese, seguono 36 mesi in vetro. Al naso si apre con note di menta e di eucaliptus a sostenere la confettura di more, a cui si aggiungono sensazioni simili al fico secco, al tabacco dolce e infine al cioccolato fondente. La medesima complessità si ritrova in bocca, dove il vino è pieno, denso e vivo. La fragranza dei tannini è tale da garantire definizione ed equilibro fino in chiusura.
Prezzo 30€ Iva esclusa
Terre di Vico IGT,
un blend di 70% Sangiovese e 30% Merlot che proviene dalla Vigna dell’Anfiteatro, con impianti di 8 anni e da terreni calcarei marnosi chiari; calcari arenacei compatti, coltivati a terrazze, ad un altezza di 300/250 m s.l.m. Il sistema di allevamento è ad alberello, la densità d’impianto di 8.000 piante per ettaro, la resa di 800 grammi per ceppo. La fermentazione è svolta in tini di rovere di Slavonia e la fermentazione malolattica in tonneaux. L’ affinamento è di 15 mesi in tonneaux di rovere francese nuove e di secondo passaggio, a cui fanno seguito almeno 24 mesi in vetro. Si presenta al naso balsamico e ben definito; esibisce note di ciliegia, accompagnate da più scure sensazioni di tabacco che sfumano in dure gradazioni di ‘goudron’. Pieno e subito vivo, con un frutto ben sostenuto dalla strutturata composizione dei tannini e con una chiusura sapida e fragrante. Produzione 4.500 bottiglie.
Prezzo 45€ Iva esclusa
Dopo i piccoli e giustificabili peccati di gola si può pensare al proprio Benessere nella SpA del Castello, quasi un salotto zen, un luogo esclusivo per rigenerarsi con la cura dolce e antica della medicina ayurvedica praticata da una terapista indiana, nelle suggestioni di una natura preservata. La Spa costruita in legno e vetro è come sospesa sul prato che delimita la piscina infinity, ed è una struttura leggera ed elegante che si sviluppa su un ampio terrazzamento e che si fonde armoniosamente nel paesaggio.
è bello essere qui.