
Ci sono alcuni piatti e cibi che non racchiudono al loro interno solo un buon sapore, ma portano anche sensazioni, emozioni e ricordi, soprattutto in noi italiani che siamo così affezionati a certe tradizioni culinarie.
Se pensiamo ad esempio all’immagine spaghetti allo scoglio ciò che viene evocata istantaneamente è l’estate, trasportandoci mentalmente sotto il caldo sole di luglio e le brezze marine.
Ma questo piatto iconico, spesso gustato in ristoranti a ridosso del mare, è molto più di una delizia: è un simbolo dell’Italia, rientrando nella categoria dei piatti tipici che difficilmente si troveranno all’estero.
Proprio quest’ultimo punto, in realtà, sono in pochi a conoscerlo, così come molti non sanno che dietro questo piatto pieno di gusto e tradizione vi è anche una storia autentica, radicata profondamente nella cultura gastronomica italiana.
Spaghetti allo scoglio: da piatto povero a delizia costiera
Ebbene sì, nonostante siamo abituati all’idea dello spaghetto allo scoglio come piatto raffinato, le origini di questa delizia culinaria sono in realtà da ricercare nei ceti poveri della società.
In particolare, la sua nascita pare sia avvenuta in Sicilia, dove le risorse scarseggiavano, soprattutto in periodo di guerra o nel dopoguerra. Persino il mare restava presto senza frutti, perché presi dai morsi della fame e dalla povertà ai contadini e pescatori non restava che assediarlo e raccogliere tutto ciò che fosse commestibile.
Quando, infine, non restava nulla, l’unica cosa rimasta erano appunti i sassi e gli scogli. Il nome, spaghetti allo scoglio, nasce proprio da qui, perché presi dalla disperazione le persone cominciarono a condire la pasta proprio con quelle pietruzze, sopra cui vi si attaccavano alghe e piccoli crostacei.
Nonostante la povertà del piatto, nato dalla fame e dalla disperazione, le persone si resero ben presto conto di quanto in realtà questo fosse prelibato, perché bollendo pietre, alghe e crostacei, questi rilasciavano tutto il sapore del mare.
Ad oggi, ovviamente, si è persa l’abitudine di condire la pasta direttamente con gli scogli, ma questo piatto si è evoluto ed è diventato il delizioso cibo raffinato che conosciamo, condito con una grande varietà di frutti di mare come cozze, vongole, calamari, gamberetti e scampi.
Spaghetti allo scoglio: ingredienti principali e varianti
Il nome spaghetto allo scoglio, in conclusione, non deriva dai frutti di mare che tendenzialmente si “attaccano” agli scogli, ma perché in origine questo piatto veniva condito con delle vere e proprie pietre marine.
Queste non erano lisce e vuote, ma arricchite di piccoli crostacei e molluschi, che successivamente sono diventati l’unico condimento di questo piatto. Nel corso del tempo, diffondendosi in tutta in Italia, lo spaghetto allo scoglio ha avuto diverse rivisitazioni e varianti.
Un’eterna diatriba, ad esempio, è quella tra la presenza del pomodoro e pomodorini contro la versione “bianca”. C’è poi chi definisce come il reale spaghetto allo scoglio quello che ha solo determinati tipi di frutti di mare.
Esiste, ad esempio, la variante che contiene solo cozze e vongole, chi invece ci aggiunge anche gamberoni e scampi, chi arricchisce il piatto anche con telline o chi aggiunge cefalopodi, come ad esempio calamari e calamaretti.
Una delle poche cose su cui, invece, pare che metta tutti d’accordo è che per definire il piatto uno “scoglio” non deve esserci presenza di pesce, perché in quel caso si parlerebbe in realtà di pasta alla pescatora.
Ad ogni modo, qualunque sia la variante preferita, gli spaghetti allo scoglio rimangono un simbolo culinario italiano, incantando i palati di chiunque, sia grandi che piccini.