Eid Al Adha (letteralmente Festa del Sacrificio) è una festività islamica che viene celebrata ogni anno ed il cui simbolo è il sacrificio di un agnello a Dio, per commemorare quella che fu la volontà di Ibrahim di sacrificare il proprio figlio Ismael. Una delle prove più importanti e dure della vita di Ibrahim, fu proprio quella di sottomettersi totalmente al comando di Dio, il quale gli chiese di sacrificare ciò che di più caro avesse, ovvero il figlio Ismael. Nel momento in cui Ibrahim cercò di tagliare la gola a suo figlio sul monte Arafat, Dio intervenne lasciando illeso Ismael ed il sacrificio avvenne su una pecora. Ibrahim aveva superato la prova, aveva dimostrato con il suo atto che il suo amore per Dio era unico al punto tale da sacrificare la vita di coloro che gli erano più cari e mostrò così la sua totale obbedienza al comando di Dio. In commemorazione di ciò e per dimostrare il rispetto e la sudditanza a Dio, durante la ricorrenza dell’Eid Al Adha, in ogni famiglia islamica un agnello viene sacrificato proprio come Ibrahim stava per fare con suo figlio, ossia sgozzandolo. Una parte dell’agnello viene consumato in condivisione dalla famiglia stessa ed una parte viene consegnata ai più poveri.
Non tutti i musulmani seguono questa tradizione, e a maggior ragione coloro che sono vegan si astengono da questo tipo di celebrazione. Come viene quindi vissuta dai musulmani vegani questa festività che è molto sentita dal mondo islamico al pari del Natale e della Pasqua per i Cristiani?
LA STORIA DI NADA
Nada E. Khalid è una dolcissima e giovane ragazza di 27 anni, i cui genitori, originari di Alessandria D’Egitto, si trasferirono in Bahrain, dove Nada è nata e cresciuta.
Attualmente vive e lavora ad Abu Dhabi, dove gestisce anche il suo blog One Arab Vegan.
Già all’età di 12 anni Nada nutre una forte avversione per la carne e smette di cibarsene, sebbene continui a mangiare pesce. Gli anni universitari trascorsi tra Nottingham e Londra furono quelli più importanti per lei, poiché le permisero di avvicinarsi all’alimentazione plant-based dopo anni di Junk food senza controllo, anni in cui sviluppò intolleranze ai latticini e il conseguente perenne appesantimento. Fu così che pian piano iniziò a volersi bene, iniziò a mangiare più sano, ad avere un’alimentazione prettamente vegetariana e, all’età di 20 anni, a diventare vegana a tutti gli effetti, ritenendola l’unica via per salvaguardare la sua salute e più in generale quella di tutti, degli animali e del Pianeta. Il suo blog One Arab Vegan è nato proprio per raccontare le disavventure agli esordi del nuovo stile di vita vegan di una giovanissima ragazza egiziana che viveva lontana dalla sua famiglia e che al contempo era nostalgica dei gusti della cucina tradizionale della sua mamma, ma desiderosa di creare ricette innovative, gustose e salutari. Ora il blog si è evoluto e gli argomenti variano dalle ricette della tradizione araba rivisitate in chiave vegetale e sana (sebbene molte ricette mediorientali siano vegetali già in origine) ad argomenti più vari, sempre interpretati in chiave vegan come la salute, il fitness, il lifestyle, la bellezza, l’etica, cultura, viaggi, etc…
Crescendo in una famiglia musulmana, in occasione delle celebrazioni dell’Eid Al Adha, Nada era abituata a trovarsi di fronte al macellaio che benediceva una pecora poco prima di tagliarle la gola: per lei era una consuetudine a cui non faceva molto caso. Assistendo a questa tradizione ogni anno sin dalla tenera età e vivendo in una famiglia che tipicamente mangiava molta carne, Nada asserisce che “non era in grado di determinare che gli animali macellati per diventare il suo cibo, erano altrettanto degni e meritevoli di tutta la compassione e l’amore che lei nutriva per i suoi gatti, cani, conigli e tartarughe.” E’ un po’ come accade per tutti i bambini del mondo, non fanno il collegamento tra i pacchetti sigillati di costate di manzo sugli scaffali del supermercati e le immagini delle mucche e i tori che vedono nei libri, in televisione o nei campi. Nada è oggi una ragazza adulta che, grazie alla sua dolcezza, è riuscita a far accettare la sua scelta di vita alla sua famiglia che, a parte qualche piccola battuta scherzosa di tanto in tanto, si è rivelata molto rispettosa. Non le fanno pressioni affinché lei assaggi piatti di origine animale, cosa che invece accadeva inizialmente ed inoltre fanno in modo che nessun piatto a base di carne sia posizionato vicino a lei, sul suo lato del tavolo. Per di più Nada cucina e porta i suoi piatti vegan a tutte le feste di famiglia, preparandone sempre in abbondanza in modo tale da condividerlo con tutta la famiglia che spesso rimane estasiata dalla bontà dei suoi piatti. La dolcezza di questa ragazza sta anche nella sua scelta di celebrare l’Eid con uno spirito di compassione ed amore per il prossimo, preparando piatti vegani e consegnandoli a chi è più bisognoso; in questo modo anche i meno fortunati possono trascorrere un sereno Eid senza che nessun animale venga sacrificato.
LA STORIA DI SLAVA
Slava Noor – blogger e fotografa, con la passione per il diving, originaria di Almaty, in Kazakistan ed attualmente residente a Dubai – dal 2011 si è convertita alla religione islamica. Slava è da poco diventata vegana ed è ancora nella fase di adattamento, ma le sue cene con il marito sono sempre un tripudio di colori e sapori con delle grandi insalate di cereali, legumi e grigliate di verdure e frutta.
Durante le festività dell’Eid, Slava ritorna in famiglia ad Almaty; adora trascorrere il tempo con i suoi cari, sebbene talvolta si trovi ad affrontare qualche resistenza da parte di alcuni famigliari ed amici, che si mettono sulla difensiva quasi a discolpa delle loro “non-scelte” di vita. Slava è una ragazza saggia che comprende benissimo questi meccanismi e sa anche che non ha senso andare allo scontro, cercando sempre di trovare un punto di incontro che non vada a ledere le sue scelte e che queste non vengano vissute dai familiari come delle imposizioni. Tant’è che con sua madre parlano delle ricette vegane preferite ed insieme programmano il menu del giorno preventivamente, scegliendo di offrire dei piatti vegani che tutti i commensali possano apprezzare e condividere. Raggiungono sempre un compromesso e ciò le fa ben sperare circa la possibilità che la sua famiglia passi lentamente ad una dieta più plant based.
Slava è la dimostrazione che essere vegan va oltre ogni credo religioso o politico che sia.
A coloro che la criticano in quanto vegana musulmana, lei risponde con fierezza che uno dei concetti più importanti dell’Islam è la compassione e che quindi non si è obbligati a macellare una pecora per stare con la famiglia e aiutare i bisognosi; esistono molti altri ammirevoli modi per celebrare questo giorno e non devono avere niente a che fare con la crudeltà sugli animali. Per la commemorazione della volontà del sacrificio, in alternativa alle tradizionali e cruente celebrazioni, Slava e suo marito scelgono di donare delle somme di denaro ai più bisognosi. Da due anni sostengono un progetto che offre pasti gratuiti a pensionati e disabili e quest’anno, per l’occasione, hanno donato un importo che supera l’equivalente della spesa di 100 pasti. Coloro i quali hanno ricevuto queste somme di denaro hanno potuto scegliere come meglio spenderle, senza dover sacrificare nessun animale, ottenendo un contributo reale e necessario alle proprie esigenze. Esiste un dibattito molto acceso tra i musulmani ed i musulmani vegani sulla veridicità di quanto scritto sul Corano, poiché sembrerebbe che per il Corano Dio chiese ad Ibrahim di sacrificare il figlio durante una sua apparizione in sogno e non nella realtà e che fu il figlio di Ibrahim a credere che il sogno di suo padre fosse un vero ordine divino. Inoltre pare che ci siano dibattiti sul fatto che il comando di uccidere il figlio fu scritto nella Bibbia anziché nel Corano, così come fu nella Bibbia ad essere scritto esplicitamente che un agnello fu offerto da Dio al posto del figlio di Abramo. Insomma, a prescindere dalla veridicità di questi fatti ed alle interpretazioni, oggi abbiamo davvero bisogno di ammazzare miliardi di animali per commemorare episodi di testi sacri? Se leggiamo un qualsiasi testo religioso, osserveremo che non c’è istigazione alla violenza. Ma poi davvero si pensa che la sopravvivenza dei poveri dipenda da un pezzo di carne donato una volta l’anno a discapito invece di milioni di animali? Sia chiaro: lungi da me criticare la religione musulmana, cristiana o qualsiasi altra religione per cui nutro un profondo rispetto.
Ciò che mi preme dire è che la carità pura proviene da ciò di cui più prezioso abbiamo per noi stessi oggi, in questo istante, e non di certo dagli animali da allevamento a cui oggigiorno non viene attribuito alcun valore vero.
Sono considerati lo zero assoluto perché li si vede come qualcosa di totalmente distaccato da noi, mentre si considerano di estrema importanza il denaro, il successo, la tecnologia…Se si volesse seguire veramente l’esempio del Profeta, Cristiano o Musulmano che sia, dovremmo donare senza riserve ciò che amiamo profondamente e non ciò con cui non abbiamo alcun legame affettivo. Ne avranno beneficio i destinatari del nostro gesto e di riflesso anche noi.
Silvia e gli esperti rispondono…
Vorrei fare dei biscotti sani e gustosi per il buffet di compleanno di mio figlio, alla festa ci saranno anche bimbi vegani, posso usare il classico lievito in polvere? Sara – Vicenza
Il lievito chimico può contenere degli stabilizzanti di origine animale derivanti da scarti di macellazione di bovini e suini e vengono identificati in etichetta con la sigla E470a. Suggeriamo di evitare questi prodotti, in quanto non è possibile sapere se la provenienza degli stabilizzanti sia di origine sintetica o naturale, a meno che non si contatti il produttore direttamente. In alternativa al lievito chimico consigliamo di utilizzare il cremor tartaro (o cremore di tartaro) che è un sale di potassio dell’acido tartartico estratto da uva o dal tamarindo. Ottimo sostituto anche per gli intolleranti ai lieviti, spesso viene utilizzato combinandolo con il bicarbonato di sodio per incrementare il potere lievitante che, in presenza di acqua, si innesca sviluppando anidride carbonica gassosa. L’azione lievitante del cremor tartaro è fantastica, conferisce una notevole morbidezza senza appesantire il prodotto. Nel caso di preparazioni dell’ultimo minuto, può sostituire il cremor tartaro, preparando un composto di bicarbonato ed aceto di mele aggiungendo mezzo cucchiaino di entrambi gli ingredienti all’impasto.