
Nel Novembre 2016 l’Academy of Nutrition and Dietetics si espresse a totale favore dell’alimentazione vegan (i principali passaggi del loro comunicato sono stati riportati all’interno di questa rubrica sul numero di Aprile 2017 “Alimentazione vegana nello sport”). Il 7 Agosto 2017 anche la British Dietetic Association – una delle organizzazioni più longeve in campo della nutrizione e dietetica (è attiva dal 1936) – ha dichiarato che “well-planned vegan diets can support healthy living in people of all ages”, le diete vegane ben pianificate possono supportare uno stile di vita sano in persone di tutte le età” (potete leggere il bollettino ufficiale nella sezione “news” del sito www.bda.uk.com).
La BDA, già in partnership con la Vegan Society dal 2014, dopo un approfondimento sull’alimentazione vegana, ha rinnovato questo accordo dichiarando che la dieta vegana può essere consumata da adulti e bambini, includendo i periodi di gravidanza e allattamento a patto che l’apporto nutrizionale sia ben pianificato. Entrambe le organizzazioni lavorano a stretto contatto per fornire informazioni ed istruzioni chiare a chiunque consumi o intenda considerare un’alimentazione a base vegetale, promuovendo consulenze attendibili e comprovate sia al pubblico sia ai medici professionisti.
Le evidenze scientifiche sono dei pilastri fondamentali per dimostrare su più fronti che la scelta vegana è l’unica possibilità di rinnovamento in termini di sostenibilità etica ed ambientale. Queste significative conferme che ogni giorno riceviamo da un po’ tutto il mondo, hanno contribuito a mettere in “moto” la macchina del cambiamento green proprio in Gran Bretagna.
Già nell’articolo di Marzo 2017 “La Salute della terra è la nostra” parlavamo del progetto “Our Planet, Our Health” che vede impegnata in prima linea la catena di negozi alimentari Sainsbury’s, colosso inglese, che in accordo con l’Oxford University ha intrapreso misure specifiche per incentivare la popolazione ad un’alimentazione sempre più a base vegetale con lo scopo di proteggere e sostenere il nostro pianeta. Questo progetto di studio che avrà una durata di 5 anni, ha portato a far riflettere anche altre aziende. In agosto ’17 è stata pubblicata la notizia che conferma l’accordo di collaborazione tra la Human Society International UK – organizzazione mondiale per la protezione degli animali – e la Compass Group UK & Ireland, una delle aziende di servizi di ristorazione più grandi del mondo, inserendola nel programma internazionale Forward food ideato dalla Human Society per rinnovare l’attuale sistema alimentare e renderlo più salutare e sostenibile. L’accordo prevede di creare una gamma di ricette 100% vegetali innovative e nutrienti realizzate con il supporto dello chef della Human Society UK, Jenny Chander che è anche un’autrice di libri di cucina ed il Culinary Director della Compass Nick Vadis. Jenny Chandler conduce una serie di corsi per formare gli chef della Compass verso una cucina 100% vegetale, portandoli a creare piatti deliziosi, innovativi ed al contempo salutari.
Stando agli ultimi dati emersi dai sondaggi di IPSOS MORI nel 2016 e da Eating Better Alliance nel 2017, è stato dimostrato un aumento del 260% del numero di vegani in Inghilterra negli ultimi dieci anni e che i Britannici non mangiano carne o ne hanno ridotto sensibilmente il consumo per un totale del 44%. Compass serve 15.000 clienti distribuiti in tutta la Gran Bretagna ed Irlanda ed ha ampliato la sua offerta inserendo nei menù le nuove proposte vegan soddisfando l’incremento della richiesta di piatti a base vegetale. Compass svolge così un ruolo importante nella trasformazione del sistema alimentare globale per creare un mondo più sostenibile, sano ed umano.
A dimostrazione di quanto siamo in fase di piena innovazione, ad Agosto 2017 è stato inaugurato il nuovo vegan shop on-line britannico NotFrom.com, in grado di soddisfare tutte le richieste di ordini provenienti non solo dall’Inghilterra, ma da tutta Europa. L’azienda è stata fondata da Dana Winner e Peter Birrell, coppia inglese, entrambi vegan e stanchi di doversi districare tra le decine di voci delle etichette sui prodotti negli scaffali dei supermercati. All’interno dello shop si possono trovare prodotti alimentari di alta qualità, per la casa, i bimbi, il bagno ed i prodotti di igiene personale, tutti senza derivati animali, cruelty free e rispettosi dell’ambiente. Offrono anche una vasta gamma di prodotti senza olio di palma, biodegradabili senza SLS, MIT, parabeni e ftalati. L’obiettivo del negozio è quello di assicurare i propri clienti che i prodotti acquistati hanno il minor impatto possibile sul pianeta, senza doversi preoccupare degli ingredienti.
Tutte queste novità che ci toccano molto da vicino ci dimostrano come l’atteggiamento generale sia quello di una presa di coscienza maggiore sulle strade da intraprendere per il nostro futuro.Utilizzando esclusivamente prodotti vegetali si conservano più a lungo le preziose risorse planetarie come l’acqua, si combattono i cambiamenti climatici migliorando il benessere degli animali e tutelando meglio la salute ed il benessere delle persone e dei nostri figli.
Silvia e gli esperti rispondono…
Sento tanto parlare di avocado e sino ad oggi non l’ho ancora provato, perché al supermercato la provenienza è quasi sempre dal sud America. Un vegano non dovrebbe contrastare l’acquisto di questi prodotti visto che spesso sono poco ecosostenibili ed etici? Vittoria da Vicenza
Sull’eticità della provenienza da oltre Oceano di questi frutti, così come di tanti altri, concordo sul fatto che spesso le modalità di coltivazione e raccolta non rispecchiano i dettami di eticità ed eco sostenibilità. La domanda di questo frutto è talmente aumentata che si è giunti ad un sovrasfruttamento dei territori, con conseguente deforestazione e depauperamento delle risorse idriche; sfruttamento della manodopera con campi di lavoro a bassissimo reddito e senza sosta; popolazioni che vivono in un ambiente devastato con corsi d’acqua inquinati e che vengono private di questo bene primario; per non parlare delle sostanze chimiche che vengono utilizzate persino per bloccare la maturazione durante il trasporto. Tutto ciò che è vegetale può essere tranquillamente consumato sia da onnivori che da vegani; l’avocado non è esclusiva vegana, così come l’essere attenti alla provenienza dei prodotti e quindi alla loro ecosostenbilità ed eticità. Tutti indistintamente onnivori e vegani sono chiamati a a riflettere e a scegliere in modo consapevole e critico nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Una valida alternativa ad esempio sono le coltivazioni italiane di avocado (ad esempio in Sicilia). Non sono a KM zero, ma sono aziende serie e biologiche che coltivano rispettando le stagionalità e senza effettuare colture intensive.
Inviate le vostre domande a: lamadia@lamadia.com