I nuovi linguaggi della tradizione attraverso la creatività di un figlio d’arte.
E’ una naturale coazione a ripetere che si trasmette da tre generazioni quella che ha portato lo chef Marco Cameli ad impegnarsi nel campo della ristorazione. Continua infatti, sul sentiero tracciato dal padre e ancor prima dal nonno, l’iter professionale di questo ventottenne che si è dedicato al mestiere di famiglia armato di curiosità e buona volontà.Quando nel 2005 Vittorio, uno dei migliori ristoratori marchigiani, decise di spalleggiare suo figlio Marco nella gestione del ristorante, alcuni criticarono la posizione troppo decentrata del locale, anche se questo in realtà vicino al mare, nei pressi di Porto d’Ascoli. Quello che però pochi sapevano è che proprio questo luogo aveva scritto, nel 1974, le prime pagine di storia della ristorazione sambenedettese di qualità. Questo era infatti il posto appartenuto a un signore scomparso anni fa, un certo Mattia, amabile vezzeggiativo con il quale veniva chiamato il Cav. Uff. Amadio Cameli, già chef su yacht prestigiosi, non ultimo il Cristina di Onassis.
Quel Mattia altri non era che il padre di Vittorio e il nonno di Marco, ora probabile spirito guida di suo nipote. I piatti curati da Marco, fresco finalista di una kermesse per giovani chef emergenti, sono quanto di più “semplicemente” buono si possa trovare sulla piazza sambenedettese. Semplicità che qui non fa rima con banalità, ma con ricerca della leggerezza, conoscenza delle materie prime e rispetto della tradizione.
Anche le rivisitazioni apparentemente più ardite hanno il sapore della tradizione.
La trippa di rana pescatrice è accompagnata da pecorino stagionato e nello stesso solco del “coraggio della tradizione” va letta anche l’insalatina tiepida di mare in olio, limone e carciofi da shakerare al tavolo nel suo contenitore sottovuoto, o il potacchio di rana pescatrice con il tipico utilizzo di rosmarino e aglio, oppure, tra gli antipasti crudi, la tartare di tonno e olive taggiasche e quella di salmone, mela verde e mentuccia, ma anche gamberi al passito di Passerina profumati con un curry speciale, la cui miscela di spezie è per Marco un ricordo di casa. Sorpresa, fra gli antipasti, può essere la frittellina su fonduta di patate, un bocconcino di baccalà il cui sapore è sapientemente bilanciato da quello delle patate e la nota inconfondibile dello scorzone. Uno dei piatti che meglio sintetizza questa cucina avanguardista nella semplicità è la pasta, come ad esempio i paccheri con code di scampi al vapore e bottarga di muggine… un blend garantito di fragranza, sapore e delicatezza. La spigola con patate, carciofi e olive nere è un classico della cucina di mare che qui però sa parlare linguaggi contemporanei. Gli spaghetti ai frutti di mare, salsa di pomodoro e curry o le tagliatelline d’uovo alla chitarra con code di scampi e tartufo nero sono i due piatti forse più sofisticati. Ma (incredibilmente) altro non sono che ricette originali di nonno Mattia, sperimentate e proposte ben più di quarant’anni fa, paradosso che la dice lunga sull’anima tradizionalfuturista di questo storico giovane locale.
Ricca la carta dei vini, aggiornata costantemente, direttamente da un i-Pad, con numerose referenze regionali e molte intelligenti digressioni in altre regioni d’Italia e all’estero.
RISTORANTE MATTIA
Via Fratelli Cervi, 20
Porto d’Ascoli
San Benedetto del Tronto (AP)
Tel. 0735 654125
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