Svettano, maestosi e imponenti, i pini marittimi a Pescara. Ritmano, con i loro tronchi «scagliosi» e le tonde chiome «irte» (così scriveva d’Annunzio, che tanto li amava), gli ortogonali, ombreggiati viali che conducono al mare o che corrono paralleli alla spiaggia. Lungo uno di questi – Viale Regina Margherita, che un tempo, non a caso, si chiamava proprio Viale dei Pini – con seminascosta eleganza, si affaccia Nole, locale dall’anima duplice e proteiforme.
Nole Nato, poco meno di tre anni fa, dall’unione sillabica fra il ’no’ e il ’le’ finali di Pino Della Valle e Daniele D’Alberto, questo bistrot dalla bella estetica minimal-contemporanea (che di bistrot, a dire il vero, ha solo qualche vaga fattezza, essendo cucina, servizio e cantina di livello superiore) è diviso in due zone ben differenti, senza pericolo di commistione alcuna: il caffè, che lavora soprattutto la mattina e all’ora dell’aperitivo, seguito in prima persona da Pino; e il ristorante vero e proprio (una ventina di coperti in tutto, sui quali affacciano, solo divisi da un vetro, il banco e i fuochi ove si muove la brigata), in mano a Daniele.
Trentacinque anni, e con un cursus honorum di tutto rispetto che lo ha visto prima a Baschi, nelle cucine di Gianfranco Vissani, e quindi a Marzocca di Senigallia, alla Madonnina del Pescatore, Daniele ha maturato uno stile di cucina assai personale, sostanzialmente improntato su tre elementi basilari: l’estrema immediatezza nella concezione e costruzione dei piatti (data dal fatto che la sua proposta è davvero du marché); il loro spiazzante ventaglio aromatico (sapiente è l’uso delle erbe officinali, privilegiate alle spezie); la loro lunghissima, suadente freschezza (fondata sull’amore per gli ingredienti fruttati, impiegati tanto in assolo quanto in abbinamento).
La linearità corre di piatto in piatto, e i misurati accostamenti non appaiono mai mere addizioni o forzati esercizi stilistici.
Si può iniziare, per esempio, con una profumatissima zuppetta di pesche e basilico – sono le diverse varietà di drupe e Lamiaceae impiegate a garantirne la conturbante riuscita – e proseguire con una crema di patate cotte in acqua di pomodoro con crostacei, molluschi e aromatiche, dai bei colori e dall’interessante gioco di consistenze.
Le golose fettuccine al rosso d’uovo, tirate comme il faut, accompagnano un condimento di gamberi bianchi e lime, mentre sono le mele e una azzeccata salsa ratatouille a sposare un agnello della Laga di gran gusto. Di ottima qualità i dolci e la piccola pasticceria di Nole, così come i pani, i grissini, i crackers e i lievitati che accompagnano il pasto. In cantina (anch’essa, come la cucina, a vista) numerose buone bottiglie, con l’Abruzzo sugli scudi. Assai convenienti i prezzi: i tre menù degustazione (non c’è scelta alla carta), di quattro, sei o otto portate che variano giornalmente, sono proposti rispettivamente a 35, 48 e 55 euro.