A – Assenteismo. Il male endemico soprattutto nel pubblico impiego, che solo nello scorso anno ha prodotto un danno all’erario di 6,5 miliardi, con 22 mila persone denunciate.
Campioni di assenteismo anche i parlamentari Berlusconi, Ghedini e Verdini (oltre il 99% di assenze), Pietro Longo, Santanchè, Bossi e Maroni con il 90%.
Recordman il pidiellino Angelucci con il 100% delle diserzioni in aula. E io pago!
– Agricoltura. Dovrebbe essere, con il turismo, il nostro fiore all’occhiello. Invece il consumo del suolo, la scomparsa di 700.000 piccole aziende negli ultimi 10 anni a favore di 1 % di aziende che possiede il 30% dei terreni fertili e una politica che non tutela gli agricoltori, hanno compromesso presente e futuro del settore.
B – Bilancio. Quello dello Stato è in rosso, perché l’Italia dei privilegi, della corruzione, della malapolitica, soffoca le famiglie e l’imprenditoria con tasse da strozzinaggio, pur di non cambiare.
C – Cei. Monsignor Nunzio Galantino, vescovo da due anni a Cassano Ionico, la più piccola diocesi della Calabria, ma semplice parroco nell’animo (si fa chiamare “Don Nunzio”) è stato nominato da Papa Bergoglio alla guida della Conferenza Episcopale Italiana. Dopo aver cominciato a far pulizia nello IOR, a fare trasparenza sui bilanci del Vaticano, a scardinare le lobby della corruzione e del carrierismo ecclesiale, Papa Francesco continua la sua rivoluzione nel nome della credibilità della Chiesa.
Per la serie: si può fare, se si vuole. Imitarlo, no?
– Consumo del suolo. L’Italia esibisce il primato del più alto consumo del suolo in Europa: 8 metri quadrati al secondo, 150.000 ettari ogni anno contro i 30.000 dell’inghilterra e 40.000 di Francia e Germania. 150.000 ettari: ogni anno cemento, asfalto, case, strade e capannoni coprono estensioni pari a quelle di Milano e Firenze messe insieme.
Terreno che non respira più causando dissesti idrogeologici sempre più intollerabili, sottratto ad aree agricole fondamentali per il nostro fabbisogno alimentare e infestato da case che non servono, visto che abbiamo accumulato ben 30 milioni di vani sfitti o invenduti, incorrendo in quella che potrebbe ormai definirsi una pericolosa bolla edilizia.
Odio sentire parlare di edilizia in crisi! Basterebbe riqualificare le aree urbane degradate, recuperare i centri storici e i tanti casali abbandonati, per dare all’industria dell’edilizia una nuova dimensione etica, finalmente utile al Paese.
D – Disoccupazione. La più alta da 36 anni, con 3 milioni di senza lavoro, il 40% giovani, drammaticamente senza un futuro.
E – Esselunga. La proprietà vuole costruire un nuovo supermercato proprio di fronte allo splendido Palazzo Te di Mantova. Per far digerire alla popolazione questo ennesimo scempio edilizio, le maestranze hanno spedito alle famiglie locali una carta prepagata da 30 euro da utilizzare nello store di Desenzano, in attesa di costruire il supermercato “con gli stessi colori e materiali di Palazzo Te”(testuale). 30 euro. Erano 30 i denari che Giuda accettò per vendere Gesù?
F – Finanziaria. Ovvero, legge di stabilità. Ovvero, esattamente il contrario.
G – Giovani. Vedi la voce disoccupazione. E vergognati anche tu, per non aver saputo tutelarli e difenderli da uno Stato che invece non ha mai difeso il diritto al lavoro.
H – Hotel. Diffuso, sempre di più. Sta allargandosi a macchia d’olio l’abitudine, da parte dei privati, di mettere a reddito abitazioni o stanze, offrendoli a prezzi molto competitivi, su siti come Airbnb o Homelidays. In ogni caso il modello di ospitalità alberghiera è destinato a cambiare faccia e, di certo, a diminuire i costi in Italia, spesso troppo alti rispetto al servizio offerto.
I – Imposte? Sarebbe meglio definirle “estorte”. Le tasse, ormai applicate su ogni bene e servizio anche di prima necessità, rappresentano chiaramente ormai un’estorsione praticata ai soli soggetti visibili, già ampiamente vessati. Praticamente tutti gli economisti sostengono da anni che con questo tipo di imposizione / estorsione le piccole aziende come le nostre non possono sopravvivere. E si vede…
L – Low Cost. E’ la nuova dimensione della vita, per la maggior parte degli italiani.
M – (la) Madia. La prima rivista in Italia nata per dare voce e visibilità al settore della ristorazione e dell’ospitalità. E lo fa da trent’anni, senza i finanziamenti di cui godono i quotidiani della propaganda politica, forte solo della propria credibilità dimostrata nel tempo.
N – Navi. Dal relitto della Costa Concordia ai barconi dei disperati che arrivano fino all’isola di Lampedusa. Ormai un mare pieno di morti, quasi 10.000 in vent’anni. Una strage a cui l’Italia e l’Europa colpevolmente non pongono un rimedio.
O – Outlet. C’è persino nel settore enogastronomico, con il prezzo dimezzato per il pane del giorno prima, o dei prodotti in scadenza, o in seguito al successo dei discount. Ma ora anche i ristoranti adottano la formula outlet, specialmente a pranzo.
P – Prosecco. Secondo dati ufficiali, è stato questo il vino più venduto al mondo nel 2013, battendo lo Champagne e il Cava e raggiungendo un fatturato di 15 milioni di euro. L’Italia enologica dimostra dunque di potercela fare, malgrado la burocrazia assillante.
Q – Quanto dobbiamo ancora pagare?!
R – Ristorazione. Piange. A parte lo sparuto gruppo dei grandi chef che fanno quadrare i bilanci mettendo in valore la propria popolarità, i ristoratori che nel 2013 hanno chiuso la propria attività sono stati almeno un migliaio. Gli altri… tentano di resistere.
S – Sprechi di cibo. Nonostante la crisi e la povertà dilagante, nel 2013 lo spreco di prodotti alimentari ha toccato quasi 9 milioni di euro, vale a dire mezzo punto di Pil.
T – Turismo. Dovrebbe essere, trainato da un settore enogastronomico di grande spessore, il comparto più importante per la nostra economia.
Invece è in atto la sistematica distruzione di un Paese dove è concentrato almeno un terzo di tutte le opere architettoniche e artistiche del mondo, per incuria (vedi Pompei, e i mille siti archeologici in disgregazione) per l’espansione incontrollata di un’edilizia brutta e aggressiva, per il totale disinteresse della nostra politica.
U – Università. Ovvero, discriminazione sociale, visto che il diritto allo studio non è un diritto, ma un privilegio di chi se lo può permettere. E comunque in Italia continuano i tagli su cultura e ricerca, quando proprio l’investimento su queste voci, all’estero, dimostra di stare alla base dello sviluppo e della crescita economica.
V – Vendita. Anzi, Italia in vendita e svendita. Perché manca l’orgoglio di ciò che abbiamo, perché la politica mercanteggia su un patrimonio che è di tutti e che dovrebbe rappresentare la nostra assicurazione sul futuro.
Z – Zero. E’ quanto valiamo per lo Stato e per le banche, anche se siamo noi a mantenerli.