L’ultimo in ordine di tempo a cadere nella rete volgare della rete è stato il grande Iginio Massari che si è beccato del nonnetto con annessi irripetibili epiteti, da una virago che non aveva tollerato un suo civilissimo e condivisibilissimo post sul costo esoso di brioches e cappuccino di una grande catena.
Il noto pasticciere – che subito ha elegantemente rimosso la polemica (con lui solidale) che si stava innescando – è dunque incorso nel più consueto degli agguati dei social e a nulla serve che il suo pensiero fosse stato esposto con educazione e dal suo pulpito di grande esperto.
Il problema, su cui io spesso mi soffermo in questa pagina, sta proprio nell’utopia di poter usare il web secondo criteri di logico senso civico.
Non è così, perché appostati dietro profili più o meno fasulli, si nascondono esseri sub-umani che un tempo potevano assurgere, al massimo, al titolo di scemo del paese e che oggi invece scaricano su Facebook tutte le proprie frustrazioni, l’ignoranza, l’incapacità vera di capire le cose e di rapportarsi agli altri.
Ne è perfettamente conscio Evan Williams – fondatore già nel 1999 della piattaforma Blogger, di Twitter nel 2006 e recentamente di Medium – che ha scelto però la carta del New York Times per ammettere una sorta di sconfitta: “Internet is broken, non funziona più”, ha dichiarato.
E dopo aver elencato una serie di nefandezze della rete, dagli omicidi in diretta postati su Facebook, alle orde di troll su Twitter, dal voyerismo sguaiato dei troppi selfie, alle fake news fino alle parole in libertà di Trump, il più esperto dei navigatori del web dice che l’intento demagogico di offrire a tutti libertà di espressione è fallito: un’illusione devastata dalla pochezza degli esseri umani: “Internet – asserisce Williams – non è fatto per supportare la qualità, bensì la quantità, e l’attenzione di milioni di utenti non è sufficiente a garantire che questa poggi su basi corrette”.
La sua soluzione: mentre teorizza, ad esempio per Facebook, l’assunzione di migliaia di persone che possano monitorare e controllare i contenuti dei post, indica il più semplice dei rimedi, ossia una porta con una bella serratura, un limite contro gli importuni.
Non tutte le persone sono perbene ed ecco perché i cafoni devono trovare le porte chiuse.
Ha fatto bene Iginio a pulire la sporcizia sul suo zerbino e a mostrare la porta chiusa del silenzio a chi non sa parlare.