Mi ricordo ancora, con emozione, la festa per la presentazione di una nuova rivista, La MADIA. Non conoscevo Elsa, mi ci portò Gino Angelini, in quegli anni lo chef di riferimento di tutta la Riviera romagnola, oggi al top a Los Angeles. Da allora con La Madia non c’è stata solo una collaborazione, ma una condivisione di indirizzi, problematiche, gioie e qualche inciampo, come sempre capita nella vita.
Più che una nuova rivista, era la prima rivista del settore. Intendiamo qualcosa c’era stato pure prima. Ma era o troppo raffinato per essere considerato rivista di settore (pensiamo a La Gola), o semplice sciatta fanzine acchiappasoldi nel mercato crescente dell’industria alimentare. Il nome era forse fin troppo tradizionale, ma per il resto era invece estremamente innovativa per quei tempi, per la curata veste grafica, per l’approccio moderno alla figura dello chef, subito vista come centrale e protagonista della ristorazione. E pensare che dietro non c’era alcun editore potente, alcun mecenate, ma una semplice figura femminile (notizia ancor più sconvolgente) che doveva avere la forza di interloquire con un mondo prettamente maschile (lo è ancora oggi, figuriamoci allora). Ho vissuto tutti i primi anni, e non solo, della rivista e sono stati importanti anche per il sottoscritto.
I primi servizi sui grandi chef, i tour gastronomici all’estero raccontando le stelle Michelin di tutta Europa, i primi servizi sulla nascente cucina spagnola che nessuno in Italia ancora conosceva. Sono nati anche stili e modi di raccontare diversi, attenzione alla sala e alle attrezzature di cucina, annotazioni su come organizzare il menù, su come si scelgono i prodotti. Non c’erano modelli precostituiti ai quali riferirsi, ma in compenso c’era l’incoscienza e la libertà di scrivere qualcosa di nuovo e originale, e devo ringraziare Elsa di avermelo sempre concesso senza alcuna limitazione. 35 anni fa noi eravamo più giovani, ma anche la ristorazione italiana era appena nata. Difficile dire quando, per qualcuno, quando è nata la critica (Guida Espresso 1977) e quindi la consapevolezza di esistere, per altri quando è nata Linea Italia in cucina, la prima associazione responsabile dei ristoranti (dalla quale nasceranno Le Soste). È comunque indubbio che La Madia è cresciuta con essa e nel mio piccolo sono contento di aver vissuto e condiviso fin dagli inizi quest’avventura.