“Il mondo è una torta piena di dolcezza”, disse il celebre poeta Charles Baudelaire, mentre un detto popolare sancisce “Chi mangia il dolce, sconfigge l’amaro”. Gabriele Messina, un ragazzone capoliverese di un metro e 90, poesia e prosa le fa rilanciando il piacere che viene dal gustare i dolci tipici dell’Elba un po’ dimenticati. Un giorno prese carta e penna e chiese agli anziani di Capoliveri e Rio Marina, le ricette di un tempo in fatto di dolciumi. Indagò anche nei cassetti dei vecchi comò, nelle madie o credenze bucherellate dai tarli, ritrovando libriccini e fogli ingialliti, scritti a lapis e usurati dal tempo, ma ricchi di altre indicazioni. Dopo la ricerca Gabriele è passato all’azione nella moderna e attrezzata cucina del suo Lido Market, elaborando, amalgamando, stabilendo dosi, usando ingredienti di qualità e quindi molte cotture, provando e riprovando. A sperimentazione finita ha fatto assaggiare i prodotti da forno a parenti e amici e sulla faccia delle cavie, nel gustare i dolci della tradizione, sono sbocciati sorrisi gioiosi. Il giovane ha così capito di aver fatto centro. In pochi anni ha sfornato oltre 20 dolci tipici isolani, che stanno riscuotendo successo anche fuori Elba e insiste con la sua “cucina della memoria” lanciandosi pure in certe innovazioni. Un regalo per nonni e nonne, comprese le persone che hanno vissuto nei periodi dell’Elba mineraria, contadina e marinara dagli anni Venti al dopoguerra. Citiamo allora i prodotti di Gabriele, “riassunti” dalla magica foto di Roberto Ridi, il massimo artista dello scatto elbano, pubblicata di recente sulla rivista Enjoy Elba. I principali sono l’Imbollita di fichi e il Panficato, di origine etrusca, la Sportella e il Cerimito, i Cantucci con le castagne di Marciana, la Schiaccia briaca riese all’Aleatico e capoliverese col Moscato, la torta del Marinaio e del Minatore.L’elenco è troppo lungo: chi vuole saperne di più si colleghi al sito internet di ElbaMagna.
Di Stefano Bramanti