Va a Melbourne, in Australia, il titolo di “Campione del Mondo dei Pizzaiuoli”, assegnato nel corso del XV Trofeo Caputo. Ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento, con la vittoria nella categoria STG (Specialità Tradizionale Garantita), è stato Andrea Cozzolino, venticinquenne napoletano trasferitosi tre anni fa in Oceania con il progetto di aprire una pizzeria, la “Zero95”, assieme a due soci. Lui a dodici anni già impastava farina e acqua nella pizzeria dello zio a Giugliano, un centro alle porte di Napoli. Un sogno, quello di avere un locale tutto suo, concretizzatosi poi con la decisione di lasciare l’Italia e trasferirsi in Australia. Si è commosso fino a piangere di gioia, Andrea, quando è salito sul podio per ricevere il trofeo dalle mani di Antimo Caputo. Faccia pulita, di quella Napoli che s’impegna e lavora. Alla sua proclamazione è giunta una ola da parte di tutti gli altri pizzaioli che avevano invaso il palco del Piazza Village in attesa di conoscere i risultati. A una manciata di punti da Cozzolino, si è piazzato il secondo classificato, Ciro Magnetti, della pizzeria “Olio e Pomodoro doc” di Melito di Napoli. E, al terzo posto, il giapponese Kengo Yoshiha. Il Sol Levante è, da anni, un vivaio di abilissimi pizzaioli, formatisi anche sulle orme di Akinari Pasquale Makishima, vincitore del Trofeo Caputo nel 2010.
E’ stato un grande successo anche quest’anno il “Campionato Mondiale del Pizzaiuolo – XV Trofeo Caputo”, dimostrando come un’ottima pizza possa essere realizzata da pizzaioli di qualsiasi nazionalità, purché si sappiano padroneggiare le tecniche tradizionali e si utilizzino gli ingredienti migliori del nostro territorio. “Se fino a qualche decennio fa il maestro pizzaiuolo, quando doveva impastare, faceva uscire dal laboratorio i suoi assistenti, con questo evento ogni protagonista può osservare, confrontarsi e imparare da ogni partecipante” ha dichiarato Antimo Caputo ad del Mulino Caputo “contribuendo a far crescere il livello qualitativo di questa enorme risorsa del nostro artigianato gastronomico. Noi, ogni anno, giriamo il mondo con le tappe del campionato e registriamo una costante diffusione dell’arte del pizzaiuolo, la vera anima della pizza napoletana”.