
Quanto grava la Tari 2018 sulle attività commerciali?
La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti costano, secondo le tariffe Tari 2018, in media 13,72€/mq per un ristorante e 10,68€/mq per un bar, un costo che è tra i più alti tra quelli applicati alle attività commerciali, secondo soltanto a quello pagato dai negozi di ortofrutta. Ciò significa che, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, un ristorante di 200 mq paga 2.744€ e un piccolo bar di 100mq 1.068€. Eppure si tratta di attività, in particolare i ristoranti, che producono da una parte rifiuti di qualità (organico) e dall’altra rifiuti destinati al riciclo e spesso anche al riuso (vuoto a rendere).
Volgendo lo sguardo ai valori regionali, inoltre, la forbice risulta molto ampia: da un lato abbiamo una tariffa di 26€/mq per i ristoranti e di 22€/mq per i bar in Liguria, o di 22,69€/mq per i ristoranti in Toscana e di 19,4€/mq in Campania; dall’altro in Trentino-Alto-Adige un ristorante paga “soltanto” 7,71€/mq e un bar 5,58€/mq.
Focalizzandosi invece sulle evidenze nelle grandi città, gli esercenti più penalizzati dalla Tari 2018 sono quelli residenti nella città di Genova (39,07€/mq per un ristorante e 27,88€/mq per un bar), mentre quelli più “fortunati” sono coloro che gestiscono un pubblico esercizio a Bologna (11,22€/mq per un ristorante e 8,27€/mq per un bar).
Partendo da questi valori una domanda nasce spontanea. Perché in Trentino Alto Adige e nel Comune di Bologna si riesce a gestire il servizio di raccolta e smaltimento per bar e ristoranti con una tariffa di quattro o cinque volte inferiore a quella applicata in Liguria, in Toscana o nel Comune di Genova? La conseguenza logica è che il costo non dipende dalla tipologia di attività, ma più semplicemente dai livelli di efficienza nella gestione del servizio, che dovrebbe essere di qualità per lo meno simile su tutto il territorio nazionale.
“Su bar e ristoranti gravano tariffe per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che non hanno riscontro nella quasi totalità delle attività economiche e produttive del Paese. Solo i negozi di ortofrutta registrano un costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti più elevato. Dai dati risulta evidente come sia urgente una profonda revisione dell’intero sistema affinché si superi definitivamente la logica dei coefficienti presuntivi di produzione, sostituendo l’attuale sistema in vigore con uno che rispetti anzitutto il principio europeo ‘chi inquina paga’”. Questa la posizione di Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi espressa da Giancarlo Deidda, Vicepresidente di Fipe.
“Riteniamo necessario introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza e a misure volte a garantire un’equa e oggettiva ripartizione, da un lato tra la componente domestica e non domestica, e dall’altro tra parte fissa e variabile”, conclude Deidda.