E’ il paese delle meraviglie
Sono probabilmente i nostri trascorsi di emigranti in terra tedesca nei duri anni successivi alla seconda guerra mondiale e, in seguito, il massiccio afflusso teutonico in Italia specialmente nel periodo del boom economico, a non farci percepire la Germania come nazione a forte vocazione turistica.
In realtà ogni regione di questo Paese non solo custodisce bellezze naturali, architettoniche e paesaggistiche di grande suggestione, ma offre soprattutto il calore di un tessuto sociale in grande fermento.
Questi fattori sono maggiormente avvertibili nel sud della Germania, nella regione dell’Algovia Svevia Bavarese caratteristica per le sue città d’arte, ma molto di più per i castelli, i grandi pascoli, le cime innevate che si specchiano nei numerosi laghi.
L’esempio più spettacolare di panorami tanto fiabeschi è costituito dal Castello di Neuschwanstein, 6000 mq. di splendide stanze e un complesso di torri che fanno a gara in altezza con le vicine montagne.
Immerso in un bosco a ridosso del lago di Füssen, questo castello incantato fatto costruire da Ludovico II° nel 1869, che ha ispirato le favole della Walt Disney e innumerevoli film, è tuttora tra le fortezze più visitate in Europa ed è stato proposto per entrare a far parte delle sette meraviglie del mondo.
Proprio nelle vicinanze, in un ambiente altrettanto incantevole contornato da cime innevate, un piccolo lago balenabile, prati verdi a perdita d’occhio e lo sprone roccioso su cui si erge l’incompiuto castello di Falkenstein, si dispiega l’accogliente complesso dell’Hotel Schlossanger Alp, legno e pietra nel più tradizionale stile architettonico montano.
La struttura è il risultato dell’ampliamento progressivo di un chalet che la famiglia degli stessi proprietari di oggi edificò agli inizi del ‘900, orientando nel tempo il proprio lavoro di agricoltori verso un tipo di ospitalità in grado di valorizzare questo territorio e i suoi prodotti. Oggi Barbara Schlachter-Ebert e suo marito Bernhard Ebert, già da tempo membri dell’associazione Jeunes Restauranters d’Europe, propongono una cucina in cui i formaggi d’alpeggio, le erbe locali, i pesci di lago e le carni dei grandi pascoli trovano eleganti valorizzazioni, come nel caso della guancia di vitello al forno su insalata di ravanello bianco lungo e cuore di vitello con vinaigratte al pomodoro, o del perfetto salmerino su crema di spinaci con nido di pasta, ma anche delle gradevolissime uova di campagna su purea di patate con burro fuso e formaggio di pasta dura gratuggiato.
L’instancabile Barbara impartisce anche lezioni di cucina ed è un piacere vederla preparare il classico strudel secondo la collaudata ricetta di famiglia: un trionfo di sapori in una pasta sottile e croccante.
La brigata di cucina, volenterosa e giovane, deve ottemperare alle richieste di una clientela d’albergo sempre numerosa che mangia alla carta esattamente come gli ospiti che prenotano da fuori (50 euro circa il menù degustazione), in quanto Barbara ritiene che, anche a costo di non fare cosa gradita alle Guide, ogni cliente debba essere trattato allo stesso modo e quindi … al massimo.
Molto interessanti la cantina con etichette molto importanti e una produzione a marchio proprio e la SPA dotata di un’ampia vasca idromassaggio interna, una piscina termale esterna, sauna, bagno turco e centro massaggi.
Nel firmamento delle stelle tedesche, lo chef Joachim Kaiser è il travolgente interprete di una cucina garbata e gustosa, presentata in modo creativo.
Nel suo Wirtshaus Meyers Keller a Nördlinger una squadra di giovani cuochi, perfettamente sincronizzati tra loro, dà vita a piatti che per cotture ben eseguite e presentazioni fantasiose, riescono a intrigare e a coinvolgere.
L’effetto sorpresa, per esempio, è assicurato con il piatto unico a forma circolare che propone ben nove piccole creazioni a matrice tradizionale, con al centro la vera e propria portata antipasto. La sequenza annovera ravioli; fegato di maiale; vitello in spezzatino; pasta sveva tagliata a mano; polmone e cuore di capriolo; involtino di crauti; sanguinaccio; ravanello caramellato con animelle di vitello; zuppa di ortiche; salame cotto.
Al centro, sorprendentemente, un culatello prodotto e maturato nella cantina del ristorante, con annesso lo gnocco fritto.
Joachim lo realizza con carni di maiali locali, traendo l’idea da un viaggio in Italia che lo ha fatto imbattere e innamorare del nostro famoso salume emiliano.
Pare – secondo quanto asserisce lo chef – che Carlin Petrini abbia in qualche modo dato il suo benestare a questo simil culatello non ritenendolo un plagio, bensì una produzione a se stante. Che possa poi chiamarsi culatello, bisognerebbe chiederlo a chi non tutela adeguatamente le nostre incomparabili eccellenze… A parte i luminosi spazi interni con elementi di particolare design, si consiglia vivamente il pranzo all’aperto, tra gli alberi, nel giardino della bella struttura. La visita a Joachim Kaiser può essere il pretesto giusto per soffermarsi a Nördlingen, pittoresca cittadina famosa per essere stata edificata al centro di un enorme cratere, largo 25 chilometri, creatosi 15 milioni di anni fa in seguito alla caduta di un enorme meteorite che causò un terremoto di magnitudo otto e distrusse ogni forma di vita per migliaia di chilometri. Oggi è piacevole la passeggiata sui circa tre chilometri di mura che circondano il centro storico e attorno alle quali sono ancora visibili ed abitate le casupole delle antiche guardie a presidio della città, le 5 porte, le 15 torri ben conservate e due bastioni. All’interno, il borgo è caratterizzato dalle numerose case storiche “a traliccio” e i romantici corsi d’acqua che lo attraversano.
Rappresentativa del territorio, la locanda Goldener Stern di Rohrbech ha, con la figura dello chef Stefan Fuss, l’esecutore ideale di nuove espressioni della tradizione, molto attento alle produzioni tipiche come l’asparago bianco, che qui viene coltivato su estensioni di oltre mille ettari. Non a caso Stefan è il cuoco di riferimento del Ministero dell’Agricoltura bavarese per la promozione dei prodotti locali, che contribuiscono all’esport verso l’Italia per oltre due miliardi di euro.
Influenzato, nella sua passione per la cucina, dalla mamma cuoca, Stefan entra molto presto a lavorare nel ristorante e con lui, ora, anche la moglie e gli altri familiari.
Il suo contributo fresco e professionale (ha lavorato anche al Tantris di Monaco) qualifica in modo decisivo la proposta di questo ristorante, molto ben frequentato.
Da citare il suo brasato bavarese, le cui carni di allevamenti locali sono marinate per tre giorni nel vino rosso, assumendo sapore e morbidezza.
La sua cucina, definita “di campagna” per il largo impiego di materie prime dell’orto e del pollaio, ha in realtà formule espressive di indubbia eleganza, esteticamente armoniose, con accorti cromatismi e sapori equilibrati ad un prezzo medio di 40 euro per un menù degustazione.