Produrre pasta senza glutine partendo dalle banane verdi è il progetto di Green Banana, una startup fondata nel 2016 e registrata nei Paesi Bassi e in Uganda che reinventa il modo di fare una deliziosa pasta, persino più salutare e nutriente (oltre che senza glutine) utilizzando banane verdi, legumi e verdure, il tutto con un positivissimo e forte impatto sociale sui piccoli agricoltori in Uganda. Il progetto nasce dall’intuizione dell’ugandese Sean Patrick che nell’estate del 2016 si è aggiudicato, insieme ad altre 8 start up, la partecipazione al programma di accelerazione di Startupbootcamp FoodTech di Roma, ovvero un incubatore di foodinnovation al termine del quale, Green Banana lancerà 3 varietà di pasta sul mercato italiano ed olandese con l’obiettivo di raggiungere gli scaffali di 2 o 3 supermercati principali nei Paesi Bassi ed in Italia.
MISSION & VISION
Il progetto è quello di trasformare i prodotti sottoutilizzati come le banane verdi, in prodotti alimentari naturali ed innovativi con un alto valore, ricchi di nutrienti ed energia. In uno scenario innovativo, rivolto ai settori dell’agro-industria e delle tecnologie green, Green Banana stringe accordi con i piccoli agricoltori dell’Uganda fornendo soluzioni innovative che consentano il progresso economico, lo sviluppo del capitale umano e sociale e la sostenibilità delle risorse naturali. Mai come oggi, noi consumatori ci troviamo di fronte alla lotta di mercato di nuove e vecchie imprese che a colpi di marketing di superfood offrono il prodotto più buono e naturale con prezzi eccessivi e talvolta difficili da reperire, creando un’immagine distorta del mangiare sano e naturale, ovvero uno stile di vita di nicchia, fatto per pochi eletti. Secondo il fondatore Sean Patrick il cibo sano e gustoso non deve essere un lusso, ma deve essere raggiungibile ed accessibile da tutte le famiglie, per questo – asserisce – il prodotto finale sarà alla portata di tutte le tasche.
NON È LA SOLITA BANANA
La materia prima di base sono le banane verdi degli altopiani dell’Africa orientale, chiamate anche “Matooke” in Uganda o “guineos verdes” in America Latina. Le banane verdi vengono consumate come da tradizione in una varietà di piatti dolci soprattutto per la colazione o in piatti salati per pranzo o cena.
La pasta senza glutine sviluppata da Green Banana è data da una miscela di banane verdi, leguminose e legumi che vengono essiccate e ridotte in farina, a cui vengono poi aggiunte verdure come carote e barbabietole per fornire un ulteriore e vario apporto di fibre, vitamine e minerali. Green Banana sta attualmente lavorando su tre formati di pasta: fusilli, rigatoni e conchiglie, ma anche su prodotti di pasticceria come i biscotti.
Le banane verdi sono una fonte di amidi resistenti, fibre, vitamine e minerali. Gli “amidi resistenti” sono un tipo di amido che non può essere suddiviso dagli enzimi del nostro sistema digestivo e, quindi, all’interno del nostro corpo agiscono più come una fibra anziché come un amido.
Le banane verdi, contenendo un’alta quantità di amido resistente, possono tornare utili alla dieta per ridurre il rischio di diabete, aiutando a controllare i livelli di glicemia e per diminuire il rischio da malattie cardiache, contribuendo ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.
Inoltre le banane verdi sono anche una grande fonte di fibre che rallentando la digestione, aiutano a sentirsi sazi più velocemente e più a lungo e, di riflesso, a controllare il peso. Inoltre la banana verde è ricca di potassio e vitamina B6, (entrambi ottimi per la salute del cuore) ed importantissimi rispettivamente per il controllo della pressione sanguigna e per produrre l’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel corpo e per il controllo della glicemia.
I PICCOLI AGRICOLTORI IN UGANDA E LA SOSTENIBILITÀ DI GREEN BANANA
Il numero di piccoli coltivatori di banane verdi in Uganda sta diminuendo, in quanto il prezzo che ottengono per i loro prodotti non è sufficiente per un sostentamento e stile di vita dignitoso. E’ chiaro che non esiste un mercato forte: quello locale è sempre fluttuante, la banana verde cresce ma rimane sottoutilizzata perché viene consumata principalmente nella sua forma originale dai consumatori locali, mentre l’esportazione verso il mercato internazionale è ancora molto ridotta anche perché è molto difficile che le banane giungano a destinazione prima che si guastino.
Attualmente gli agricoltori vendono ad intermediari che determinano sia il prezzo di acquisto all’agricoltore stesso sia il prezzo di vendita al mercato. La stagione del raccolto avviene per ben 3 volte l’anno, ma i mercati locali non sono in grado di assorbire tutta la produzione e la sovrabbondanza del raccolto si traduce in perdite del raccolto, abbassamento dei prezzi e svendita dei prodotti rimasti da parte degli agricoltori che hanno serie difficoltà ad avere un reddito costante e sufficiente per il loro sostentamento.
Ne consegue l’abbandono dell’agricoltura e la migrazione verso altri settori. Secondo Patrick, però, l’agricoltura in Uganda ha un forte potenziale perché i territori sono facili da coltivare grazie a terreni fertili ed alle colture con alto valore nutrizionale come la banana verde e l’amaranto.
Sean Patrick, cresciuto in una famiglia di coltivatori di banane verdi, si è trasferito in Olanda per un master in agricoltura e studi ambientali. Poi ha lavorato in una organizzazione non governativa ad Amsterdam. « La mia esperienza con i progetti di sviluppo convenzionali è che la maggior parte dei progetti di aiuto, semplicemente, non funzionano. Non durano oltre il periodo di finanziamento – ha detto Patrick – ed è per questo che non è un modo sostenibile di sviluppo». Da qui nasce la decisione di Patrick di impegnarsi in un progetto proprio.
L’iniziativa di Patrick è innovativa proprio perché mira a mantenere la tradizione dei territori, ad aumentare la durata di conservazione dei prodotti e a preservare il cibo in un’ottica di mercato sostenibile. Il passo successivo è quello di sviluppare prodotti alimentari che generano un valore aggiunto rispetto alla materia prima di partenza.
Le banane verdi di Green Banana provengono da agricoltori locali di piccole dimensioni in Uganda, l’agricoltura tradizionale delle banane è da sempre biologica rispettando l’ambiente ed il suolo. Green Banana seleziona direttamente i suoi agricoltori, investendo parte dei profitti in programmi di sviluppo delle competenze, fornendo tutti gli strumenti per incrementare la produzione rimanendo sostenibili.
Green Banana si propone quindi come una pasta buona per la salute del pianeta e dell’uomo. Non ci resta che aspettare il termine del percorso in Startupbootcamp FoodTech di Roma e l’introduzione di Green Banana pasta sul mercato per poter dire se anche il sapore e la consistenza sono buoni come quelli delle migliori paste di grano a cui noi italiani, e non solo, siamo tanto legati.
“L’uomo è l’unico animale che mette in pericolo la propria esistenza. Ecco perché voglio aumentare la consapevolezza sull’etica legata al cibo. Dobbiamo capire da dove proviene il nostro cibo, cosa contiene, come è stato prodotto e come influisce sul mondo che ci circonda”. Sean Patrick, fondatore di Green Banana.