Di Maurizio Di Dio
Cucina mediterranea di cultura che mira al cuore
Una sosta al Ristorante La Posta vale il viaggio a La Spezia. In questa città, troppo poco citata dalle cronache del turismo Culturale, (quello con la C maiuscola) – ma che meriterebbe ampio spazio già solo per il fascino del suo golfo celebrato da illustri artisti e poeti, tanto da coniarne la definizione “Golfo dei Poeti” – il Ristorante La Posta di via Don Minzoni, parallela di Viale Italia, nel centro storico proprio dietro le poste di La Spezia, si pone invece come luogo del piacere culturale a 360°. Un locale in cui appena entri ti senti a tuo agio: una trentina di comodi e accoglienti posti, un arredo di gusto curato nei minimi particolari, con e l’arte “spennellata” lungo tutte le pareti, soprattutto del pittore-scultore Giuliano Tomaino, (gourmet di casa, leggi box nella pagina successiva), ma anche di Sandro Chia, di Fabrizio Isola e altri importanti artisti, che ti avvolgono in un’atmosfera speciale. Tutto a La Posta ti rende felice e ti rassicura, fin dall’accoglienza sulla quale il patron Claudio Mazzoni ha costruito la sua personale “griffe”: da lui avverti subito che entusiasmo e calore qui sobbollono come le pentole sul fuoco. Claudio Mazzoni è uomo dalle maniere gentili, pioniere gourmet con lunga esperienza alle spalle nella conduzione di ristoranti, appassionato d’arte, d’antiquariato e di tutto ciò che è bello e buono. Nelle scelte si è sempre ispirato alla forza del proprio gusto, all’intuito e ai propri sentimenti. Le stesse emozioni e i sentimenti che condivide con sua moglie Alessandra, da vent’anni impegnata al suo fianco in cucina, così come da due anni sta facendo il giovane chef Eros Armanetti, professionalmente cresciuto in cucine stellate italiane e francesi. La Posta, si diceva, trasmette ai suoi ospiti un senso di cultura universale, eterna. E anche una necessità imprescindibile del genere umano. Il Ristorante La Posta è un luogo vero, personalizzato con classe e stile, dove tutto va al di là delle effimere mode. Con una cucina mediterranea che mira al cuore, che si rifà al mercato e alla più umorale istantaneità, ostaggio di quel che i pescatori gli forniscono ogni giorno. La formula è quella di rifarsi al concetto originale dell’intuito come “scienza della sensibilità”. L’intuizione come espressione, forma e sintesi, sensazione e naturalità. “Qui concepiamo il cibo come un momento di cultura e di piacere. A tal scopo, prima di tutto, abbiamo creato questo ambiente, senza rinunciare alla qualità delle materie prime. Il nostro menù cambia secondo il pescato del giorno e delle primizie di stagione” – sottolinea Claudio Mazzoni con motivato orgoglio. Qui dove il concetto di cultura è rafforzato e legato agli animi, alle suggestioni – espressi e comunicati secondo canoni che variano a seconda del giorno, delle origini dei prodotti che si cucinano e dei caratteri degli uomini che li producono e li forniscono – gli elementi che danno forma e vita ai piatti non fanno altro che fondersi in maniera esemplare ed esaltare ciascuno la propria origine. E’ la cucina della freschezza e dell’eleganza, in casa di artisti e d’artigiani che offrono triglie di scoglio farcite di patate agli aromi e prescinseua, come rinvigorente toccasana per il palato, gli scampi e i gamberoni al vapore con granite di pompelmo rosa e basilico che dialogano fra loro su chi è più naturale, i tortellini al nero con cappesante e bottarga di muggine che dimostrano l’ancestrale richiamo al territorio. La proposta della cantina è altrettanto ispirata, con importanti selezioni di vini nazionali e stranieri.
Giuliano Tomaino: forme e immagini della memoria
Giuliano Tomaino, è un artista dal carattere gioviale, aperto, che ti conquista subito appena lo conosci. Ho avuto la fortuna di incontrarlo in piena estate nel suo studio/laboratorio/casa e approfondire la sua conoscenza tra un bicchiere di buonissimi vini che accompagnavano delle strepitose alici sottosale di Monterosso, appena bagnate da olio extravergine d’oliva ligure e un formidabile plateau di gamberi rosa di Santa Margherita Ligure, a crudo, appena pescati. Fisico aitante, abbronzato, capelli bianchi lunghi, dagli occhi e dai lineamenti di Giuliano Tomaino traspare l’umiltà della natura dalla quale trae ispirazione e da cui si circonda sin da bambino. Il “Toma” vive e lavora in un ex biscottificio a Sarzana: un vero atelier d’artista, su due piani. In quello inferiore è ospitato uno stanzone dalle volte alte destinato alle opere “giganti” e ai lavori di scultura, con di tutto in giro, in un ordinato caos che lo rende positivo: le pareti che ti parlano ancora di cos’era questo posto, come anche le volte, scolorite di tempera invecchiata, e il pavimento incerto. Al piano superiore, invece, una terrazza con pergolato fa da preludio alla casa dell’artista con una porta che si apre sulla cucina-salotto. Anche qui opere appese, ma incorniciate, libri, vecchi giornali e riviste che fanno da quinta con divani e comode poltrone messe lì per ammirare cosa ti circonda. A fianco, in un altro stanzone, in ordine sparso, dappertutto si trovano colori, carta, tele finite e non, pacchi di biglie di vetro, barattoli, sculture piccole e grandi di ferro, di legno, di vetro, con figure di cavalli e uccelli dove il rosso ed il nero, soprattutto, li accendono. Uno “spazio”, questo, che si rinnova secondo i momenti che “Il Toma” qui consuma durante le sue giornate: quando riposa, quando lavora, quando mangia, quando riceve gli amici….Questa casa/laboratorio in cui convivono in simbiosi perfetta materia ed esistenza, ha molto del carattere dell’artista, ma anche della persona Tomaino, e della sua espressiva arte che ne assorbe anche l’umore. L’ispirazione del Toma? I ricordi, gli oggetti della vita, Mario Soldati, Giotto, la fantasia, il racconto delle fiabe, il ricordo felice. Il suo è uno stile informale-segnico, spontaneo, di opere realizzate con colori autentici che si leggono bene. Forme ed immagini di memoria che le rendono icone di stile anticonformista, eleganti, che parlano soprattutto delle sue esperienze di vita. Esperienze e ricordi che gli hanno donato quel tipico approccio bohémien alla vita. Le sue opere impreziosiscono siti, gallerie, musei e piazze di tutto il mondo: a La Spezia il Centro di Arte Moderna e Contemporanea (Camec), oltre che alcune piazze della stessa città, a Ferrara il Palazzo dei Diamanti, a La Biennale di Dakar, il cortile degli Uffizi a Firenze, a Roma, a Siena, a Ramallah – Gerusalemme…
Ristorante La Posta
Via Giovanni Minzoni, 24
19100 La Spezia
Tel. e Fax 0187 760437
www.lapostadiclaudio.com