Gli chef inquisiti, i capi d’imputazione, la sentenza
In un’ora si è svolto l’intero procedimento. Sul palco del Festival della Cucina italiana si sono alternati alcuni tra i migliori chef italiani. Per ognuno di essi l’imputazione era uno dei vizi capitali. Anche se per il peccato della gola erano imputati tutti: Gianfranco Vissani, Fulvio Pierangelini, Corrado Assenza, Massimo Bottura, Andrea Berton, Lucio Pompili e Bruno Barbieri. Il giudice Riccardo Rossi, inviato di “Quelli che il calcio…”, alla fine li ha giudicati tutti colpevoli dei reati nei confronti della cucina made in Italy, ma poi il pubblico del festival, ovvero la giuria popolari, li ha salvati dalla condanna. Ed è arrivata l’assoluzione, grazie all’indulto.
Depenalizzato subito il reato di gola, perché è su questo che punta la professione di cuoco, e accantonato quello di invidia (non pertinente in questa sede), il pm Luigi Cremona ha iniziato la sua arringa contro ciascuno chef, rincalzato dalla difesa rappresentata da Elsa Mazzolini, che ha smontato via via tutte le tesi accusatorie.
Insomma, quello che in apparenza potrebbe sembrare un siparietto di scherzi, si è rivelato comunque un evento ricco di riflessioni interessanti.
Così, per esempio, l’accusa rivolta a Fulvio Pierangelini di accidia, perché scontroso e geloso della sua cucina filosoficamente esclusiva è stata ben contrastata dall’avvocato difensore Elsa Mazzolini: “Se Ferran Adrià in Spagna dice che il suo sogno è cucinare solo per due persone diventa un mito, se lo dice Pierangelini lo tacciano di misantropia o di poca voglia di lavorare”.
Vissani è colpito invece dall’accusa di ira, per il suo attaccare con veemenza e senza diplomazia alcuna le persone quando non sia d’accordo con loro. L’avvocato lo difende svelando che in realtà lo chef umbro è dolcissimo e ha un animo soave, solo che “aspirando continuamente alla perfezione, la sua ira esplode contro l’imperfezione umana”.
Massimo Bottura, dell’Osteria Francescana di Modena, famoso per il suo intellettualismo ai fornelli, il minimalismo che cerca di arrivare all’essenza dei sapori, e la ricerca dei segreti del gusto anche attraverso la tecnologia più sofisticata, è accusato ironicamente di avarizia: “Ci dà sempre meno – dice Cremona – nel piatto. Della pasta e fagioli ha fatto una compressione che serve in un bicchierino e della lasagna ha estratto solo un paio di sfoglie croccanti”. “Forse è vero – ribatte la difesa – ma tutto ciò che sottrae in quantità lo restituisce in gusto all’ennesima potenza”. Come si dichiara l’imputato? Chiede il surreale giudice, l’inviato di Simona Ventura Riccardo Rossi. “Colpevole – dice lo chef modenese – ma mi rimetto alla clemenza della corte, perché questo tipo di cucina è la mia filosofia: ridurre e concentrare. Il mio obiettivo è dare emozioni fortissime concentrate magari in un boccone, a cui ne possono seguire altri venti, altrettanto intensi”.
Per Corrado Assenza l’accusa è stata di lussuria. Il pasticcere siciliano è il re del dessert, quel piacere – da orgasmo – che arriva alla fine del pasto. Assenza non ha negato nulla: “E’ vero, sono colpevole di lussuria. Ma mi sembra proprio che il reato non sussista”.
Stessa imputazione per Bruno Barbieri, ma in questo caso era solo un escamotage per un aneddoto un po’ osè. Quando Barbieri prese la stella Michelin, si presentò nudo in pubblico per festeggiare. Una scommessa persa, in quel caso, ma molto volentieri. La Mazzolini l’ha giustificato sostenendo che se un pegno simile è stato pagato volentieri da Sabrina Ferilli quando ha vinto la Roma, analogo pegno può essere pagato da uno chef capace ed entusiasta.
Di superbia avrebbe peccato Andrea Berton. Ma in questo caso il capo di imputazione era un po’ labile. Dall’alto dei suoi due metri Berton guarderebbe le cucine degli altri dall’alto. Compreso quella del suo maestro Gualtiero Marchesi, che presto avrà un ristorante al piano sottostante rispetto al locale di Berton. Assoluzione in formula piena per il giovane chef. Se lui è superbo, che dire dei suoi consociati sul palco riminese…
Infine Lucio Pompili. Anche nel suo caso lussuria, troppo amore per le belle donne. In effetti, la moglie di Pompili è una bellezza assoluta. E la figlia fotomodella è la conferma. Ma per Pompili l’accusa di amare troppo la carne possiede un’altra accezione. Troppa gola per la cacciagione, per la carne selvatica. Cacciatore da sempre, Pompili ha spiegato che i suoi reati venatori sono veniali, cosette da poco rispetto a certi peccatori che girano per le cucine italiane…
Conclusione, tutti assolti dalla giuria popolare. Troppo grande l’arte degli imputati, quasi fossero al di sopra delle leggi. Umane e divine.
Il Festival della Cucina Italiana, nella sua ottava edizione al MIA di Rimini, si è caratterizzato soprattutto per l’eleganza degli stand personalizzati e arredati secondo le più moderne tendenze di design. In particolare la cantina emiliana di Monte delle Vigne e lo stand di Romagna Wine, avevano gli arredamenti curati dall’azienda lombarda Veggetti. Era invece della veneta Tecno Arredo l’allestimento sotto forma di banco di una moderna drogheria, per il gruppo Gusti da Favola, dodici aziende di piccole dimensioni e di grande qualità sparse nel territorio nazionale.
Il lounge Orogel curato da Sergio Ferrarini in collaborazione con chef e personale di sala della Scuola Alberghiera Pellegrino Artusi di Forlimpopoli. Ogni giorno un elegante menu con i prodotti studiati da Orogel per la ristorazione (arredamenti di Meal System).
Di grande impatto lo stand dell’Hostaria da Ivan di Fontanelle di Parma che, in collaborazione con aziende del calibro di Luretta, Marchesi di Barolo, Fazi Battaglia, Champagne Marie Stuart, Zago, Ca du Rus, Caseificio Zucchelli, Acetaia Campari, Brenova e Pizzavacca, aveva realizzato una scenografia surreale curata dall’artista Fabrizio Azzali.
Arioso ed elegantemente arredato con i divani di Meta l’ampio stand occupato da Castello Banfi per ospitare le proprie bollicine italiane (Banfi Brut) e quelle francesi di Joseph Perrier.
L’agenzia emiliano-romagnola Berebene (foto in alto e a sinistra) aveva a disposizione, per far degustare i vini delle numerose aziende dal gruppo rappresentate, un’area wine bar appositamente creata dall’azienda veneta Tecno Arredo.
Arredamento più tradizionale, sempre di Tecno Arredo, anche per lo stand di Montresor, costantemente affollato di clienti e ristoratori famosi grazie all’ampia gamma di prodotti pregiati in degustazione.
Anche la Sicilia presente con piccole aziende artigiane: Avola Pesca per i prodotti ittici Savastra e Agromis per dolci e liquori, Pantalica Ranch per l’olio e Ceramiche. Di Plose la straordinaria e leggerissima acqua ufficiale del Festival della Cucina Italiana.
Presente anche Vintage che, in Emilia Romagna, rappresenta le aziende Castelluccio, Villa Papiano, Fattoria Paradiso, Fattoria Mancini, Laurentina, Vallona, Enomatic, Arunda Spumanti, Bolis.
Elegante il lounge dove Valfrutta GranChef e Surgital hanno presentato una serie di proposte realizzate dagli chef della due aziende insieme agli chef dell’Accademia Nazionale Italcuochi coordinati da Maurizio Urso e servite dai ragazzi della Scuola Alberghiera di Lentini (SR).
Ben cinquantuno tra studenti, insegnanti e coordinatori dell’Istituto Alberghiero A. Moncada di Lentini (SR) (foto in alto e sotto al centro) hanno operato nelle diverse aree dell’8° Festival della Cucina Italiana dedicato ai Verdisapori. Particolare attenzione e la creazione di piatti realizzati con prodotti biologici di produttori romagnoli è stata dedicata dall’Istituto di Lentini e dagli chef Italcuochi allo stand istituzionale del Ministero delle Politche Agricole Alimentari e Forestali, arredato con le straordinarie pareti e i tavoli in carta di R&D, che per il Festival ha curato in esclusiva anche la fornitura di piatti, vassoi e contenitori molto innovativi.
Sull’8ª edizione del Festival della Cucina Italiana si è particolarmente concentrata l’attenzione dei media: da Decanter su Radio2 Rai a Tg2 Costume e Società e a Linea Verde Orizzonti su Rai 1, da Eat Parade su Rai 2 a Gusto su Canale 5, da Sky al Tg3, fino al divertente collegamento in diretta con Simona Ventura a Quelli che il calcio… su Rai 2. Le televisioni e i giornali hanno dato ampio spazio a questo evento che conferma la propria validità in tutte le sue edizioni.