Lo confermano gli studi statistici: negli italiani sono aumentati di recente la litigiosità, l’anarchico individualismo, la sfiducia nel prossimo, nello Stato, nel futuro.
Io aggiungerei, anche, l’assenza di senso del dovere, di onestà, di propensione al lavoro.
Ho ragioni, nel mio caso specifico, di ritenere inefficiente il servizio di recapito da parte delle nostre Poste: da anni lamentiamo presso gli uffici “competenti” la mancata consegna de “La Madia” a una serie di indirizzi.
Sui giornali resi compaiono motivazioni paradossali tipo “sconosciuto” scritto sull’indirizzo del ristorante Cracco a Milano, tanto per fare la cronaca dell’impossibile.
Nell’ottobre scorso lo scandaloso disservizio delle Poste Italiane ha raggiunto il suo apice quando a Bologna La Madia non è stata recapitata affatto.
Alle nostre richieste di spiegazioni, una funzionaria ha risposto “beh, sapete come sono i nostri postini” e, addirittura, una capo servizio ci ha invitati a spedire i giornali mediante raccomandata con ricevuta di ritorno (enne volte il costo della nostra abituale spedizione in posta target).
Specifico che paghiamo ogni mese in anticipo il servizio richiesto e proposto dalle Poste stesse e che poi siamo ostaggio di una struttura che prende soldi buoni e ricambia con servizi pessimi, che danneggia vistosamente il nostro lavoro e che non risponde poi dei danni causati, come troppo spesso fanno certi farraginosi apparati pubblico/privati.
Non avrei scritto questo editoriale per parlare dei “fatti miei” se non fosse che questi sono fatti comuni a tanti italiani spesso arrabbiati come noi, più spesso ancora ormai rassegnati all’andazzo generale.