Negli Europei del vino, per restare in tema, l’inflazione batte le vendite in Italia dello champagne.
Non sono buone nuove le notizie che arrivano dai mercati internazionali che vedono un segno positivo, ma relativo a un significativo aumento dell’inflazione, con un drastico calo delle spedizioni dell’anno successivo: una battuta d’arresto che, in numeri, significa 299 milioni di bottiglie e di 6 miliardi di euro.
E quindi, in Italia, si grida di nuovo alla Resistenza, per non scrivere una pagina nera nella storia delle bollicine più famose al mondo. Un calo che però è legato esclusivamente, per fortuna, al flusso delle spedizioni ma non al suo valore.
A riportarci numeri significativi su cui poter analizzare la questione, che fa eco dai Pirenei agli Appennini, sono i dati riportati e pubblicati dal sito ufficiale Comitè Champagne.
Difatti, le maison francesi hanno esportato ben 299 milioni di bottiglie che, apparentemente, sembrerebbe un numero da capogiro ma, in realtà, segnala un importante calo dell’8,2% rispetto al 2022.
Non tutto è perduto. Difatti, la crescita in valore delle cuvée, soprattutto all’export, ha garantito il valore del fatturato, mantenutosi stabile sopra i 6 miliardi di euro.
E quindi, dopo tre anni di entusiasmante crescita, lo champagne fa retromarcia.
Negli anni pre-Covid, le spedizioni erano state di 297,3 milioni di bottiglie nel 2019, seguite da un calo del 18% durante l’anno della pandemia.
Nei due anni successivi, c’è stato un rimbalzo del 33%, che ha portato le spedizioni a raggiungere 325 milioni di bottiglie nel 2022. Il calo del 2023 segna quindi un ritorno alla normalità, ma con alcune differenze significative.
Altro dato non da meno, riguarda il mercato interno d’Oltralpe. In primis, da tenere a mente, il calo delle spedizioni dell’8,2%, arrivato a una produzione totale di 127 milioni di bottiglie. Poi, l’aumento dell’inflazione che registrato un drastico aumento dei prezzi, a partire dai beni di primo consumo con un conseguente calo generale. Questo ha pesato sui bilanci delle famiglie e ridotto la domanda interna.
In contrasto, le esportazioni, seppur in calo dell’8,2% rispetto al 2022, si sono mantenute ben al di sopra del livello del 2019, con 172 milioni di bottiglie rispetto ai 156 milioni di quattro anni fa.
I mercati esteri rappresentano ora oltre il 57% delle vendite totali, rispetto al 45% di dieci anni fa. Questo dato evidenzia un cambiamento significativo nella distribuzione delle vendite, con un crescente peso delle esportazioni.
Ma a creare questo divario tra domanda e richiesta, insieme alla crescita dell’inflazione che ne ha generato una vorticosa discesa, è certamente l’overstocking.
Con la rapida ripresa della domanda nel 2021 e l’aumento significativo del consumo nel 2022, i produttori inizialmente si sono trovati a dover soddisfare la richiesta della domanda.
Gli importatori, rivenditori e consumatori, con l’occhio della prospettiva, quindi, si sono messi in opera ad inoltrare massicci ordini di champagne che, nel 2023 ha significato, per l’appunto, overstocking all’inizio del 2023, ma poi, una battuta d’arresto che destato non poca preoccupazione.
Nonostante le difficoltà della seconda parte 2023, il settore dello champagne non ha vacillato sul suo costante posizionamento. Tutt’altro. Un mantra che offre spazio di riflessione ai distributori, tanto quanto ai produttori, consiglia di dover puntare su prodotti di indiscutibile alta gamma, chiave di successo per mantenere la stabilità del mercato.
Le maison francesi, tuttavia, dovranno continuare a innovare e adattarsi alle variabili dell’allarme lanciato dalle grandi menti scientifiche della climate-change per preservare una storia viticola alle dure leggi della Natura.
Per il futuro dello champagne, comunque, una breve lettura fatta sui numeri dello scorso anno, che ha visto il 2023 come un momento epocale di adattamento, come da corsi e ricorsi storici, sarà pur sempre utile.
Di certo un calice di champagne resta un privilegio da concedersi nei momenti importanti: il suo futuro è in gran parte assicurato.
[Questo articolo è tratto dal numero di luglio-agosto 2024 de La Madia Travelfood. Puoi acquistare una copia digitale nello sfoglia online oppure sottoscrivere un abbonamento per ricevere ogni due mesi la rivista cartacea]